Giulia Sollai è una giovane artista sarda nata a Cagliari. Per inseguire i suoi sogni, si è trasferita a Bologna studiando presso l’Accademia di Belle Arti specializzandosi in illustrazione. In maniera brillante riesce a coniugare il suo amore per l’arte nelle sue varie forme spaziando in vari ambiti: dalla moda all’editoria, dal design alla pubblicità. Con grande impegno e passione, realizza le sue opere nella sua casa-studio, “La casetta dell’artista” sita nel centro di Bologna.
Esplorare tutta una serie di settori le offre la libertà di esprimere la sua creatività in modo illimitato, mantenendo uno spirito intellettualmente stimolato e una grande curiosità. La sua arte è un viaggio meraviglioso attraverso i colori, le forme e le tradizioni della sua terra, una manifestazione autentica del suo io interiore. Ogni pennellata, ogni tratto è in grado di raccontare una storia, di trasmettere un’emozione. Giulia affronta nei suoi lavori anche tematiche sociali di una certa importanza. E non si ferma qui: con coraggio e dedizione, utilizza la sua arte come mezzo per affrontare temi sociali importanti, infondendo speranza e promuovendo l’empatia tra le donne. Il suo sogno nel cassetto è quello di crescere sempre più in ambito professionale trasformando tutte le sue idee in opere essendo felice della sua vita.
Copyright: foto credits by Corin Gentile x In Aéras
L’intervista
Arstorica – Quando hai scoperto il mondo dell’arte e hai capito che quest’ultimo sarebbe diventato il tuo ambito lavorativo?
Giulia Sollai – Ero molto piccola. Tutti i bambini utilizzano gli strumenti che hanno a propria disposizione per esplorare e potersi esprimere. Io mi trovavo bene principalmente con il disegno e anziché ascoltare molti adulti e abbandonarlo una volta cresciuta, ho deciso di continuare perché mi faceva stare bene e più sono cresciuta e più ho deciso di investire su qualcosa che mi faceva stare bene.
Spesso capita che, soprattutto nei contesti piccoli come quello dove sono nata e in parte cresciuta, il settore creativo venga sminuito e per una persona giovane è difficile intraprendere questa strada. La cosa fondamentale è non credere mai a nessuno e impegnarsi molto all’interno del proprio percorso capendo che spesso le persone giudicano in base alla propria esperienza soggettiva nell’ambito, che nella maggior parte dei casi equivale a nessuna.
È da un po’ che vivi a Bologna, però il legame con la tua terra è forte. Quanto quest’ultimo influenza il tuo lavoro artistico?
La Sardegna fa parte della mia storia, del mio vissuto. Tutto il mio vissuto in generale si riflette inevitabilmente nella mia arte che ne è il risultato. Lavorare con l’arte è anche un modo per prendermi cura della mia bambina interiore coltivando la purezza, l’entusiasmo, la curiosità, il senso di scoperta e il gioco; tutte caratteristiche che tengono accesa la scintilla vitale. Di conseguenza sono molto legata a tutto ciò che mi riporta all’infanzia, un periodo della mia vita a cui sono particolarmente legata e che mi riconduce sicuramente alla mia terra.
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Essendo cresciuta in una terra intrisa di tradizioni, anche la tua arte contiene elementi della tua cultura?
Se per “la tua cultura” si intende la cultura sarda, sicuramente posso dire che nella mia arte spesso ci sono dei richiami, assolutamente si. Ovviamente tutto dipende molto da cosa devo fare ma per fare un esempio, recentemente diciamo, ho realizzato un foulard in seta ispirandomi ai colori di uno scialle tradizionale sardo.
Hai qualche fonte di ispirazione che ha influenzato il tuo stile pittorico?
Mi ispiro molto all’arte del 900 ma in realtà mi ispiro ad ogni cosa che cattura la mia curiosità e sensibilità secondo il mio modo di essere e percepire il mondo. Può essere un oggetto, una persona, un movimento, un colore, una situazione, un libro, un film… qualunque cosa senza limiti può ispirarmi. Ho sempre le antenne in funzione per essere ricettiva.
Attraverso l’arte si esprimono emozioni, sentimenti. Le tue opere derivano da stati d’animo che provi nel momento?
Dipende. Il mio lavoro diciamo che è suddiviso in più parti. C’è la parte dell’illustrazione in cui collaboro con i brand per cui seppur restando fedele al mio stile, devo interpretare il messaggio che vuole dare l’azienda e quindi la mia opera assume quella funzione. Poi c’è la parte della pittura dove realizzo opere personali destinate alla mia casa; alla vendita o alle esposizioni. Quando le opere sono personali ovviamente posso muovermi più liberamente anche sotto il punto di vista emotivo.
In ogni caso, qualunque cosa faccio che sia a scopo commerciale o no, sicuramente dentro ci metto tutte le mie emozioni perché cerco sempre il mio modo personale di esprimere qualunque concetto mi si presenti e per farlo ho bisogno di “sentire ”e quindi di emozioni. La sfida più interessante è proprio questa: ogni opera deve in qualche modo rappresentarmi perché ci tengo che sia genuina e mi devo poter riconoscere.
Copyright: foto credits by Corin Gentile x In Aéras
Quali sono gli elementi caratteristici del tuo stile pittorico?
Sicuramente i volti femminili realizzati con il mio personale tratto accompagnati dalle mie tipiche decorazioni, sono diventati più di tutto un tratto caratteristico del mio lavoro che lo rende subito riconoscibile a chi guarda. Quel particolare volto è definito anche come il mio personale logo/marchio di fabbrica.
Hai mai avuto dei momenti bui nel corso della tua carriera?
Assolutamente si. Non è tutto oro quello che luccica. A volte si hanno momenti difficili di sconforto e stanchezza ma mi rialzo sempre e vado avanti nel mio lavoro.
Qual è il tuo lavoro artistico preferito tra i tanti realizzati?
Sicuramente ci sono lavori sia realizzati in collaborazione che non, a cui sono molto legata perché mi hanno permesso di esprimermi moltissimo o perché ritengo che siano particolarmente riusciti secondo l’idea che avevo oppure ancora perché il contesto e il processo lavorativo è stato tutto molto interessante.
Cito la collaborazione con il brand IKA JANE per il quale ho progettato e realizzato le illustrazioni di una camicia e un foulard ispirati alle danzatrici balinesi. Un viaggio interessante verso mondi esotici e lontani alla ricerca di una particolare espressività.
Copyright: foto credits by Corin Gentile x In Aéras
Spesso l’arte diventa un mezzo molto forte mediante il quale riflettere su tematiche sociali molto importanti e per esprimere le proprie opinioni. Nei tuoi quadri ti sei mai occupata di temi sociali?
Si. Non è sempre così ma ci sono state diverse volte in cui le mie opere personali hanno voluto raccontare la mia opinione riguardo alcuni temi sociali. Ne cito tre diverse.
Una delle opere personali più recenti che ha affrontato un tema sociale è “Le comari femministe”.
Si tratta di una composizione di più tele che vuole essere testimone di uno stato d’animo contemporaneo fortunatamente sempre più critico, consapevole e meno tollerante verso una cultura patriarcale e maschilista. In quest’opera rappresentata a modo mio, tante donne diverse tra loro sono riunite insieme per una comune causa.
Un’altra opera su tela a cui sono particolarmente legata e che affronta un tema sociale di speranza verso un avvenire che dovrebbe essere protetto da tutti, è “Futura” . Qui è rappresentata una donna che allatta un neonato e che ho affiancato ad un mio testo che recita queste parole:
“Nel profondo della terra,
rimarco salde radici.
Nutrimento è per te
il mio candido Amore.
Guarisco e rinasco nell’universo
affidando a te la Vita:
Custodisci il soffio,
proteggi il verde avvenire.”
Infine cito un’opera silhouette su legno che cita lo slogan “If not friends, supporters!” che ho appeso all’ingresso della mia casa-studio perché mi piace l’idea di infondere a chi entra un messaggio positivo per le donne verso le altre donne che racconta che non dobbiamo essere amiche per forza ma dobbiamo supportarci. La gentilezza e l’empatia nel rapportarsi all’altra fanno sempre la differenza. Per me questo è un tema importante.
Qual è il tuo sogno nel cassetto in ambito artistico?
Banalmente vorrei crescere sempre di più lavorativamente parlando, per avere la possibilità di trasformare più facilmente tutte le mie idee in opere. Mi piacerebbe fare davvero tantissime cose. La mia immagine felice del futuro è vedermi mentre progetto tante cose all’interno di un posto soleggiato in campagna, circondata da variopinti animali e felice.
Sitografia: nel link tutte le informazioni sulle opere di Giulia Sollai.
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