Doria d’Istria
Scrittrice, intellettuale, nobildonna: una figura poliedrica dalle radici complesse. Elena Ghica, in seguito Helena Koltsova-Massalskaya, nota anche con lo pseudonimo Dora d’Istria, è stata un’importante figura per la cultura, letteratura e corrente romantica della Romania e, in generale, dell’Europa orientale e dei Balcani.
Prestigio e cultura
Elena Ghica nacque nel 1828 a Bucarest, all’epoca inclusa all’interno dei territori dell’Impero Ottomano: era figlia di Mihai Ghica, esponente di una prestigiosa famiglia nobile, nonché nipote del principe ereditario romeno Grigore IV Ghica (che sarebbe diventato tale con l’emancipazione della Romania dagli Ottomani nel 1862 e la conseguente instaurazione di una monarchia). Come ogni nobildonna che si rispetti, ricevette una vasta istruzione di stampo umanista e classico, e viaggiò nelle città europee più note: Vienna, Berlino, Venezia, Dresda. Studiò letteratura, lettere antiche, lingue; fu il famosissimo Alexander von Humboldt, fratello minore di William von Humboldt (a cui è dedicata la famosa università berlinese) a consegnarle la laurea in Lettere greche.
Nel 1849, Elena sposò il duca russo Alexander Koltsov-Massalski e con il marito si trasferì in Russia, presso la corta dello Zar Nicola I. La situazione non era delle migliori per la giovane donna: non amava l’atmosfera della corte zarista, non era un’ammiratrice delle politiche tiranniche dello zar, disprezzava il nazionalismo del marito, e da ultimo mal tollerava il clima russo. Quando la sua salute iniziò a peggiorare significativamente, il marito le consigliò di tornare in Europa alla ricerca di un clima più salubre.
La fama come poliglotta
Per molti anni, Elena risiedette in Svizzera, da cui esplorò l’Europa, spingendosi poi in luoghi come la Grecia e la Turchia. La donna aveva però un amore particolare per l’Italia, e finì quindi per stabilirsi a Firenze, in una villa che divenne il suo quartier generale: da lì, viaggiò in Francia, Irlanda e anche oltreoceano negli Stati Uniti; appassionata di scienze naturali oltre che di letteratura e cultura, divenne membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei.
In quegli anni, Elena si dedicò alla scrittura, firmandosi con il nome fittizio Dora d’Istria. I suoi interessi erano vasti ed eclettici: sapeva parlare molte lingue, non solo il romeno (sua madrelingua), ma anche il russo (lingua del marito), l’italiano, il francese, il tedesco, e naturalmente latino e greco, antico e moderno, che aveva studiato all’università. La sua cultura così vasta la rese una vera e propria celebrità a livello internazionale, che entrò in contatto con alcune delle figure intellettuali più importanti dell’epoca.
La fama di scrittrice
La scrittrice spaziava dalla politica alla società, dalla cultura alla letteratura, dalla filosofia alla storia; amante dell’età classica, era anche ammiratrice (ed esponente) del movimento romantico, sulla scia del quale riteneva che la cultura occidentale (ossia, europea) dell’epoca fosse la migliore di sempre e sicuramente superiore a quella orientale. Elena/Dora scrisse principalmente in francese, nonostante il poliglottismo: interessata agli aspetti filosofici e sociali della religione, il suo primo lavoro, La vie monastique dans l’Église orientale, pubblicato nel 1855 a Bruxelles, predicava l’abolizione degli ordini monastici. Con Les femmes en Orient (1859) e Des femmes, par une femme (1869), la scrittrice parlava dell’emancipazione femminile e chiedeva a gran voce un equo trattamento tra uomini e donne. Non mancò comunque anche una pubblicazione in italiano, Gli Albanesi in Rumenia. Storia dei principi Ghika, dedicata a ripercorrere la storia della sua famiglia nei due secoli precedenti, nonché articoli e saggi pubblicati su prestigiose riviste italiane come Diritto, Antologia nuova, e Rivista europea.
A livello storico e sociale, Dora era molto interessata alla cultura e all’identità balcanica, in particolare alla sua lotta per l’emancipazione e la formazione di uno Stato (o di più Stati) nazionale, filosofia che si inseriva nella sua visione del mondo di stampo romantico. Divenne infatti una delle prime sostenitrici della “causa albanese”, a cui in parte Albanesi in Rumenia. Storia dei principi Ghika era dedicato, e sempre a sostegno della causa pubblicò un articolo nel 1866, The Albanian nationality according to folksongs. Il suo interesse e sostegno letterario per la causa albanese ne incrementò la fama tra gli immigrati albanesi in Italia, che la considerarono la “regina senza corona” dell’Albania. Similmente, nel 1867 Dora pubblicò La Romaţia, dedicata alla natia Romania, nella quale sottolineava l’importanza delle radici culturali nella formazione di un’identità nazionale.
Non solo scrittrice, Dora fu anche pittrice, e divenne membro di diverse associazioni artistiche, oltre a essere nominata cittadina onoraria di molte città italiane e dal parlamento greco. Tra le sue imprese, fu anche la prima donna a scalare il Monte Bianco nel 1860; esperienza di cui scrisse nel suo resoconto La Suisse allemande.
Elena Ghica, o Dora d’Istria, o la contessa Koltsova-Massalskaya, quale che sia il nome con cui la si vuole indicare, morì nel 1888 nella sua amata Firenze; con lei si chiuse anche un’epoca culturale dedicata alla causa dell’identità balcanica. Venne sepolta nel cimitero di Trespiano; la sua villa non esiste più, ma è rimasta una targa commemorativa in suo onore.
A cura di Chiara.
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