Wanjira Mathai
Wanjira Mathai è un’ambientalista e attivista keniota, attualmente vicepresidentessa e direttrice generale per l’Africa al World Resources Institute. Grazie al suo attivismo in materia di sostenibilità e accessibilità energetica, oltre al problema della deforestazione, nel 2018 è stata inclusa nella lista delle 100 persone africane più influenti della rivista New African.
Famiglia e formazione
Wanjira Maathai nasce in Kenya nel 1971: è la figlia di Wangari Maathai, già nota attivista e ambientalista keniota, fondatrice nel 1977 del Green Belt Movement (GBM), nonché la prima donna africana a vincere il premio Nobel nel 2004. Gran parte dell’attivismo e dell’interesse di Wanjira per l’ambiente deriva appunto dall’influenza della madre, che la coinvolge anche nella propria organizzazione.
Wanjira studia a una scuola superiore di Nairobi per poi trasferirsi nello stato di New York, dove si laurea in biologia presso gli Hobart and William Smith Colleges; in seguito, frequenta la Emory University, in Georgia, dove consegue una laurea specialistica in Salute pubblica e in amministrazione aziendale. Le competenze acquisite la portano ad interessarsi alla questione delle malattie e della salute pubblica: inizia una collaborazione con il Carter Center, un’organizzazione non governativa e no profit concentrata sulla protezione dei diritti umani, sul miglioramento della qualità della vita e, per esteso, del controllo e del monitoraggio delle malattie nei paesi in via di sviluppo. Nello specifico, Wanjira si concentra sulle malattie infettive che hanno un forte impatto sulle comunità africane, specialmente la filariasi linfatica e la dracunculiasi.
La carriera e l’attivismo
Nel 2002, Wanjira si unisce all’organizzazione della madre Wangari, il GBM, dapprima come Direttrice degli affari internazionali, e in seguito come Direttrice esecutiva dopo la morte della madre nel 2011; si occupa di gestire i programmi di raccolta fondi, di monitorare l’utilizzo delle risorse, e di promuovere i principi dell’organizzazione a livello internazionale. Wanjira nota che nel programma di agroforestazione vengono coinvolte soprattutto le donne; lei per prima è stata attratta dalla pratica di ripopolare i terreni con gli alberi proprio dall’esempio della madre. Nel 2004, quando Wangari vince il premio Nobel per la pace, Wanjira accompagna la madre in un tour mondiale.
Wanjira non è attiva solo nel GBM. La donna lavora come consulente professionista presso il Partnership for Women Entrepreneurs in Renewables, un’associazione che cerca di incentivare il coinvolgimento delle donne nella promozione delle energie rinnovabili, oltre alla diffusione delle fonti di energia sostenibili in Africa orientale. Wanjira è molto attiva in questo senso, perché secondo lei il coinvolgimento delle donne nei progetti sulle rinnovabili soddisfa alcuni degli Obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite. D’altronde, ciò è ancora più importante in un paese come il Kenya, arretrato a livello di infrastrutture e servizi, dove le donne usano la legna per il riscaldamento, spesso causando alti livelli di inquinamento all’interno della loro abitazione.
Sempre nel ruolo di consulente, Wanjira lavora presso la Clean Cooking Alliance e l’Earth Chapter International Council; inoltre, è membro del consiglio direttivo del Center for International Forestry Research, un’organizzazione di ricerca scientifica non governativa per la gestione e il monitoraggio delle foreste nei paesi in via di sviluppo.
Sin dal 2016 Wanjira è presidentessa della Wangari Maathai Foundation, dedicata alla memoria della madre, che vuole portare avanti gli ideali e i principi di Wangari, soprattutto formando e istruendo le nuove generazioni. Infatti, la fondazione si basa su tre pilastri:
- mantenere la casa di Wangari Maathai;
- promuovere la creatività e competenze proattive nei giovani;
- fornire una borsa di studio ai ragazzi più bisognosi e meritevoli.
L’istruzione è un principio fondamentale della fondazione e di Wanjira stessa, che crede che solo educando le nuove generazioni alla consapevolezza, alla leadership e alla sostenibilità si potrà avere un futuro migliore.
Infatti, Wanjira ha diretto i progetti per gli Studi ambientali e di pace del Wangari Maathai Institute presso l’Università di Nairobi, concentrati soprattutto sulla promozione dello sviluppo sostenibile e dell’etica. Solo educando le nuove generazioni alla giusta etica, sostiene Wanjira, si possono creare i leader del futuro, che con il loro comportamento retto faranno diminuire la corruzione in Kenya e, in generale, promuoveranno un approccio più collettivo ed equo, anziché uno individualistico ed egoistico. Wanjira Maathai è anche un’impegnata speaker motivazionale su questi argomenti.
A partire da dicembre 2019, Wanjira Maathai ricopre il ruolo di vicepresidentessa e direttrice regionale per l’Africa del World Resources Institute; grazie al suo impegno in questa carica, è riuscita a coinvolgere il Ministro dell’ambiente keniota in un programma di ricostituzione delle foreste in Kenya (l’African Forest Landscape Restoration Initiative), con obiettivo 12,6 milioni di acri entro il 2030.
Oggi, Wanjira Maathai siede nel consiglio direttivo del World Agroforestry Centre in Kenya, e nel 2023 compare nella lista delle 100 personalità più influenti del mondo stilata dalla rivista Time.
A cura di Chiara.
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