Catherine Coleman Flowers

Catherine Coleman Flowers è attivista, scrittrice e ricercatrice americana, focalizzata sulla salute e sull’ambiente, autrice del libro Waste: One Woman’s Fight Against America’s Dirty Secret (2020), incentrato sul movimento per la “giustizia ambientale” nell’America rurale.

Forte legame con la comunità di origine

Catherine Coleman Flowers nasce nel 1958 a Birmingham, Alabama, figlia maggiore di  J.C. Coleman, veterano di guerra e venditore, e Mattie DeBardelaben, insegnante di sostegno e attivista per la comunità. Dopo l’infanzia trascorsa a Birmingham, i coniugi Coleman decidono di trasferirsi con tutti e cinque i loro figli nella Lowndes County, per crescerli in mezzo alla natura e in una comunità piccola e coesa. Non a caso, ancora oggi Catherine ha un forte legame con la comunità e il luogo in cui è cresciuta.

I coniugi Coleman sono molto impegnati nel movimento per i diritti civili, e quindi la piccola Catherine cresce in una casa frequentata da attivisti e pensatori; la madre è particolarmente coinvolta nel National Welfare Rights Association (associazione che indaga sulla sterilizzazione forzata delle donne afroamericane in Alabama), avendo lei stessa subito una sterilizzazione forzata. 

La formazione

Catherine frequenta un liceo che, tecnicamente, dovrebbe essere per tutti, ma nella pratica applica la segregazione per gli studenti di colore. Colpita da questa ingiustizia, e ispirata dall’esempio dei genitori, riesce a formare un gruppo di pressione, grazie al quale il preside e il sovrintendente del consiglio scolastico abbandonano le loro cariche.

Negli anni Settanta, Catherine entra alla Alabama State University, ma abbandona il corso di studi nel 1978 per unirsi alla guardia nazionale aerea e in seguito alla Air Force; una carriera che, però, interrompe nel 1980 a causa delle discriminazioni e le molestie sessuali subite. Mentre sta lavorando ad Atlanta, Catherine incontra e si innamora di Thurgood Bunche Flowers: i due si sposano e si trasferiscono in Oklahoma, dove Catherine riprende gli studi presso la Cameron University e si laurea infine nel 1986 in storia e scienze politiche

La carriera

Inizialmente, Catherine insegna storia presso diverse università americane. Dopo aver avuto una figlia ed essersi separata dal marito, nel 2000 ritorna nella sua comunità di origine, Lowndes County, dove inizia a lavorare come consulente per lo sviluppo economico. In questo suo ruolo, Catherine identifica diversi disagi connessi con la raccolta dei rifiuti e la fornitura di acqua potabile, che colpiscono soprattutto la fascia di popolazione più povera, particolarmente quella di colore. Questi disagi, oltre a essere fonte di malattie e vari problemi per i residenti, sono anche un deterrente per gli investimenti nella zona di Lowndes County, in quanto nessuna società è interessata a investire in un’area che manca di infrastrutture base.

Per affrontare questa problematica, Catherine inizia a collaborare con Bob Woodson, fondatore del National Center for Neighborhood Enterprise, e poi fonda a sua volta l’Alabama Center for Rural Enterprise. La sua missione è portare all’attenzione nazionale il problema della mancanza di infrastrutture adeguate per i rifiuti e l’acqua potabile: è un problema che riguarda non solo Lowndes County, ma molteplici comunità in tutti gli Stati Uniti, ed è strettamente correlato alla povertà.

Infatti, le comunità più povere non hanno le risorse per adeguarsi, vengono escluse dagli investimenti federali, e la combinazione di acqua sporca e rifiuti causa svariati problemi, tra cui la diffusione di malattie, la contaminazione delle falde freatiche, e lo straripamento degli acquedotti durante le alluvioni. Nella sua Lowndes County, Catherine identifica un parassita, l’anchilostoma, responsabile di irritazioni cutanee, che sarebbe perfettamente evitabile se solo ci fosse un impianto fognario funzionante. 

Catherine collabora con un relatore speciale delle Nazioni Unite per indagare il rapporto tra povertà e mancanza di infrastrutture adeguate, e grazie a un’indagine condotta insieme all’istituto per i diritti umani della Columbia Law School indentifica una serie di fattori, come la povertà e le disuguaglianze strutturali, che hanno un impatto diretto sull’accesso all’acqua potabile e a un corretto smaltimento dei rifiuti. Nel 2015, Catherine diviene Senior Fellow del Center for Earth Ethics, organizzazione orientate alla sostenibilità ambientale e all’impegno civico.


Le esperienze vissute da Catherine, nonché tutte le sue ricerche, la portano a collaborare con JoAnn Kamuf Ward alla pubblicazione di un rapporto, Flushed and Forgotten: Sanitation and Wastewater in Rural Communities in the United States (2019), che denuncia l’arretratezza in termini di infrastrutture di molte zone rurali degli Stati Uniti. Sempre nel 2019, la donna interviene come relatrice al Congresso e prega il governo in carica di adottare misure urgenti per arginare il problema delle malattie connesse alla povertà e arretratezza delle zone più disagiate.

Il presidente Joe Biden la nomina membro della task force sul cambiamento climatico: Catherine è l’unico membro di colore presente. Nel 2021 viene anche invitata a unirsi al comitato consultivo della Casa Bianca sulla giustizia ambientale. Nel 2022 ottiene un riconoscimento dall’Università di Harvard per il suo contributo alle politiche ambientali statunitensi.

A cura di Chiara.