Kurt Wallander

Un carattere difficile, una quasi dipendenza dall’alcool e una dieta basata su cibo spazzatura: questo è Kurt Wallander, il detective della polizia svedese creato dalla penna di Henning Mankell. Mankell ha spiegato che l’idea del detective Wallander gli venne nel 1989, dopo essere tornato nella madrepatria Svezia: lo scrittore rimase spiacevolmente colpito dal razzismo che stava dilagando nel suo paese. Mankell decise allora di dare vita a un detective che gli consentisse di denunciare, tramite i casi a cui indagava, i problemi sociali della Svezia degli anni Novanta, incluso il razzismo. Fu così che il commissario Kurt Wallander fece la sua prima apparizione in Assassino senza volto (1991 nella versione svedese, Mördare utan ansikte). 

Chi è Kurt Wallander

Il commissario Wallander è un uomo di mezz’età e lavora presso il commissariato di Ystad, nei pressi di Malmö, nella regione svedese della Scania: un territorio di confine attraversato da diverse tensioni e inquietudini. Wallander ha frequentato l’accademia di polizia andando contro il volere del padre, e ha perso la madre proprio durante l’addestramento come poliziotto; inizia la sua carriera a Malmö, mentre la sorella Kristina si trasferisce a Stoccolma.

Diventare poliziotto, però, non è stato sempre il suo sogno: grande amante della musica lirica, per un periodo Wallander ha cercato di diventare un impresario insieme al suo amico tenore Sten Widén, ma l’impresa è fallita, e Wallander ha proseguito con la carriera da poliziotto. Ciò non ha diminuito il suo amore per la musica, che ascolta spesso in macchina.

Dopo anni come poliziotto (periodo in cui viene accoltellato da un sospetto), riesce a diventare investigatore, passando infine alla cittadina di Ystad. Lì si stabilisce con la moglie Mona e la figlia Linda, ma i rapporti con la famiglia sono complicati: il suo lavoro non gli consente una vita regolare, e di questo soffrono sia la moglie che la figlia.

A ciò si aggiunge una progressiva disillusione di Wallander riguardo al suo lavoro: il commissario prende ogni caso sul personale e questo spesso lo porta a scontrarsi con una realtà ingiusta e corrotta. Quando poi la moglie Mona lo lascia, portando con sé la figlia Linda, per Wallander inizia un periodo di decadimento: con cibo spazzatura, abuso di alcol e poca cura di sé, il commissario diventa sempre più scorbutico e isolato dagli altri. Il rapporto con i colleghi è infatti altalenante: da un lato, lo ammirano per la sua intelligenza e abilità come detective, ma dall’altro trovano difficile avere a che fare con il suo carattere.  

Il commissario Wallander compare in dodici romanzi di Henning Mankell, e in un altro romanzo firmato da Jan Guillou.

A cura di Chiara.