Anne Sexton
Anne Sexton è stata una poetessa statunitense, che ha vinto un premio Pulitzer per la sua raccolta di poesie Live or Die.
Biografia
Anne Gray Harvey nacque a Newton, in Massachussetts, il 9 novembre 1928, da Mary Gray Staples e Ralph Churchill Harvey; era la più piccola di tre sorelle, Jane Elizabeth e Blanche Dingley. Trascorse la maggior parte della sua infanzia a Boston, dove frequentò le scuole e, per un periodo, lavorò anche come modella. Anne soffriva di un grave disturbo bipolare, che si manifestò sin dagli anni Cinquanta, quando la giovane aveva circa vent’anni. All’epoca, Anne si era già sposata: nel 1948, infatti, si unì in matrimonio con Alfred Muller Sexton II, da cui ebbe due figli, Linda Gray Sexton e Joyce Ladd Sexton.
La poesia
Tutta la poesia di Anne Sexton fu molto controversa, perché fortemente influenzata dal suo disturbo bipolare, e affrontava nel dettaglio temi come il suicidio e la sessualità. Fu grazie al Dott. Martin Orne, il primo a prenderla in cura per il suo disturbo bipolare, che Anne prese in considerazione l’idea di scrivere poesie e si iscrisse al primo laboratorio di poesia, organizzato e condotto da John Holmes, poeta e critico della Tuft University. Durante il laboratorio, Anne incontrò Maxine Kumin, autrice e poetessa, con cui strinse un’amicizia che durò tutta la vita; insieme, scrissero quattro libri per bambini.
Le sue prime poesie vennero accolte con grande favore e furono accettate per la pubblicazione da grandi riviste come The New Yorker e Harper’s Magazine. Anne proseguì poi a studiare poesia alla Boston University, seguendo le classi del poeta Robert Lowell insieme ad altri futuri o già poeti, come la quasi coetanea Sylvia Plath e George Starbuck. Anne e Sylvia divennero amiche, e quando Sylvia Plath si tolse la vita nel 1963, Anne le dedicò una poesia, intitolata appunto La morte di Sylvia.
Durante un convegno di scrittori e poeti nel 1957, Anne incontrò quello che sarebbe diventato il suo mentore e amico, W.D. Snodgrass, poeta che nel 1960 avrebbe vinto il premio Pulitzer per la poesia. In quello stesso anno, il 1960, Anne pubblicò il suo primo volume di poesie, To Bedlam and Part Way Back, con una poesia (Her Kind) che parlava specificatamente dell’oppressione delle donne usando la storia della persecuzione delle streghe come metafora.
Le sue poesie incontrarono un grande interesse da parte del pubblico, nonostante i temi delicati; tuttavia, già verso la fine degli anni Sessanta, il disturbo bipolare di Anne stava diventando debilitante, impedendole di sviluppare appieno la propria carriera. La poetessa continuò comunque a scrivere e tenere letture pubbliche delle proprie poesie, grazie anche all’appoggio dell’amica Maxine, severa e giusta critica del suo lavoro.
Le sue opere la rendevano come una pioniera della poesia confessionale: la poetessa parlava apertamente di temi tabù, soprattutto per le donne, come l’aborto, le mestruazioni, l’adulterio, l’incesto. Questi temi, da una parte, le attirarono forte rimostranze da parte dei critici, ma dall’altra, tennero sempre alta la sua popolarità e l’attenzione del pubblico. Un altro tema centrale della sua poesia era la morte, come dimostra una delle sue ultime opere, The Death Notebooks.
Gli ultimi anni
Oltre alla poesia, Anne collaborò anche con dei musicisti, creando un proprio gruppo jazz-rock che, in pratica, faceva da colonna sonora alle sue poesie. Scrisse anche un’opera teatrale, Mercy Street, che venne prodotta nel 1969. Al 1971 risale Transformation, un remake delle fiabe dei fratelli Grimm, che nel 1973 venne trasformato in un libretto d’opera dal compositore americano Conrad Susa. Nel 1967, Anne Sexton vinse il premio Pulitzer per la poesia e venne ammessa alla Royal Society of Literature, oltre a essere la prima donna a diventare membro della prestigiosa associazione Phi Beta Kappa all’interno dell’Università di Harvard.
La malattia mentale di Anne era però sempre più pressante. Il 4 ottobre 1974 la donna commise suicidio soffocandosi nel proprio garage con il monossido di carbonio, dopo aver sigillato porte e finestre e aver acceso la propria auto.
La sua storia è così simile a quella di Sylvia Plath, che molto è stato in seguito detto e scritto sulla sua poesia e sulla terapia da lei seguita. Secondo alcune ricostruzioni successive, il dottor Martin Orne non era in grado di gestire un disturbo bipolare, e aveva mal diagnosticato il male di Anne come isteria. Nel 1994, nella propria autobiografia, la figlia Linda rivelò che la madre aveva sessualmente abusato di lei; fu sempre Linda a collaborare per la pubblicazione della biografia di Anne stilata dalla scrittrice Diane Middlebrook, biografia che divise il pubblico (e la famiglia Sexton) per le sue rivelazioni.
A cura di Chiara.
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