Introduzione

“La fantasia è l’occhio dell’anima” ha scritto Joubert. Capacità di estraniarsi e di immaginare realtà  remote e alternative, la fantasia è un dono che per antonomasia appartiene all’artista.  Michelangelo riusciva, grazie ad uno sforzo di fantasia, a vedere in un blocco di marmo un angelo e dunque vi lavorava sopra per mesi finché quella creatura immaginata non veniva fuori.  La fantasia è connaturata all’atto stesso di fare arte: l’artista non può fare a meno di essa nel realizzare i suoi capolavori e anche le opere che a prima vista appaiono realistiche e fedeli al vero  contengono in sé una buona dose di fantasia.  

La fantasia nella storia in breve

Già nelle epoche antiche, sacra o profana, l’arte ha una componente fantastica: pensiamo alle  miniature medievali, ai capolavori marmorei della Grecia antica, alle opere rinascimentali fino al  simbolismo ottocentesco. I tempi più recenti, poi, hanno visto un fiorire di opere cosiddette fantasy,  illustrazioni e dipinti che spaziano fantasticamente tra tematiche horror, fantascientifiche e  simboliche. 

Hieronymus Bosch e la fantasia orrorifica: il Trittico del giardino delle delizie

Lo stesso nome di Bosch (140-1516) evoca scenari infernali, disturbanti e mostruosi. Tavole allucinate popolate da creature da incubo tra il grottesco e l’horror, i dipinti di Bosch sono celebri  per la loro fantasiosa bizzarria.  

Pittore olandese esponente di un “contro Rinascimento”, Bosch sceglie di rappresentare i conflitti  umani in modo corposo e grottesco creando visioni spaventose, architetture oniriche, ibridi uomo animale realizzate con una precisione realistica fuori dal comune.  

L’opera Trittico del giardino delle delizie, databile al 1515, è formata da tre pannelli raffiguranti la  Terra e l’umanità al momento della Creazione. Il Trittico, conservato a Madrid al Museo del Prado,  è un’opera ambiziosa e colossale, ricca di simbolismi e particolari vividi, un capolavoro di fantasia e immaginazione

Frank Frazetta, Death Dealer

L’americano Frank Frazetta inizia la sua carriera come fumettista e illustratore di poster per il cinema di Hollywood. Negli anni Ottanta il suo stile unico, fantastico e onirico incontra il favore  dei critici d’arte e del pubblico di appassionati divenendo uno dei più famosi illustratori del genere fantasy. Celebri sono i suoi personaggi, maschili e femminili dall’anatomia perfetta, possenti e  nerboruti ritratti con una tecnica mirabile, pennellate veloci e un’impressionante ricchezza di  particolari. 

Le illustrazioni di Frazetta puntano a creare sempre soggetti dinamici ritratti in situazioni di scontro, di fuga, di lotta: il tema della battaglia contro belve o entità soprannaturali domina le sue  illustrazioni. 

Tra le molte tavole celebri, Death Dealer del 1973 è un dipinto che ritrae un guerriero con scudo e  ascia che monta un cavallo nero. La figura, inquietante e oscura si staglia su di uno sfondo soffuso  che riporta all’immaginazione scenari apocalittici.  

Il cielo è attraversato da una luce sinistra che riflette il fuoco sulla terra e sovrasta l’intera scena con un senso di profonda inquietudine. Il dipinto fu utilizzato come grafica per una serie di fumetti, libri fantasy e scelto dalla rock band  Molly Hatchet come copertina del loro disco di debutto.