Daisy Buchanan
Tra i romanzi più famosi dello scrittore americano Francis Scott Fitzgerald e, in generale, della letteratura americana di inizio Novecento, Il Grande Gatsby ha come protagonista assoluto il desiderio: il desiderio (illusorio) di Gatsby per Daisy Buchanan. Daisy Buchanan è un personaggio superficiale, egoista, pieno di sé stesso, ma allo stesso tempo è anche una metafora complessa della società americana degli anni Venti. Daisy è, in parte, anche una rappresentazione della moglie di Fitzgerald, Zelda, spesso ricordata come debole di mente, capricciosa e volubile.
Daisy è la cugina della voce narrante del romanzo, Nick, che oltre a voce narrante funge anche da collegamento tra la donna e il suo co-protagonista, Jay Gatsby. Jay Gatsby è sbucato dal nulla con tutta la sua ricchezza e si è immediatamente imposto come il re mondano di Long Island: le sue feste sono leggendarie e nessuno si fa troppe domande sull’origine delle sue ricchezze. Daisy ha una vita del tutto ordinaria: sposata con un ex giocatore di football di Yale, Tom Buchanan, vive la classica quotidianità di una donna ricca e viziata, senza responsabilità e dedita alle apparenze della società.
Il suo incontro con Gatsby dà moto all’intera vicenda. In realtà, si tratta di un “rincontro”: Jay e Daisy erano stati fidanzati e innamorati, ma quando Jay era stato mandato via con l’esercito, Daisy aveva accettato la proposta di matrimonio di Tom, preferendo la sicurezza economica e sociale del matrimonio all’incertezza di un legame senza futuro. Jay ha impostato tutta la sua nuova vita per lei: è diventato l’uomo ricco e socialmente prestigioso che Daisy avrebbe desiderato sposare. In breve i due riprendono la relazione, con la complicità di Nick, ma per Daisy la situazione diventa insostenibile.
Messa alle strette dal marito e dall’amante, è incapace di scegliere, di abbandonare il marito per Jay; quando Tom le rivela che la ricchezza di Gatsby dipende tutta da merce di contrabbando, Daisy decide di rimanere con il marito. Sconvolta, comunque, dalla situazione, Daisy accidentalmente investe e uccide Myrtle, moglie di George Wilson; Gatsby, che continua ad amarla, decide di prendersi la colpa per l’omicidio, e finisce perciò ucciso da George, che gli spara per vendicarsi della moglie, e poi commette suicidio.
In tutto questo, alla fine Daisy ritorna alla sua vita, e Nick, la voce narrante, si allontana definitivamente da quel mondo, per lui ipocrita, superficiale e autodistruttivo. La figura di Daisy può essere interpretata in molti modi: come l’incapacità di cambiare e di evolversi, come rappresentazione degli eccessi e della superficialità della società americana degli anni Venti, come l’ipocrisia di una società morente che preferisce l’apparenza e la sicurezza piuttosto che rapporti sinceri.
A cura di Chiara.
Scrivi un commento