Cenni biografici su Adriano Cecioni

Adriano Cecioni nacque il 26 luglio 1836 da una famiglia benestante, i coniugi Cecioni. La sua formazione fu prettamente artistica considerando che decise di studiare presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Fu proprio presso l’Accademia che ebbe come maestro d’arte Aristodemo Costoli. Nel 1859, come molti altri artisti dell’epoca, decise di partecipare come volontario alla Seconda Guerra d’indipendenza, aderendo quindi alla causa risorgimentale italiana.

Successivamente tornò a Firenze e partecipò senza avere successo al concorso bandito da Bettino Ricasoli per la realizzazione di una statua di Carlo Alberto che sarebbe dovuta stare al centro della Piazza Santa Maria Novella di Firenze. Dopo aver fatto ritorno in Toscana, ebbe modo di conoscere gli artisti macchiaioli che iniziò a frequentare, aderendo poi anche al movimento artistico stesso. Adriano Cecioni verrà definito da alcuni artisti del movimento come il teorico e l’animatore dei macchiaioli.

Dopo essere riuscito ad ottenere una borsa di studio da parte dell’Accademia Fiorentina, l’artista si trasferì a Portici, vicino a Napoli. Fu proprio qui che insieme agli artisti italiani Federico Rossano, Marco De Gregorio e Giuseppe De Nittis fondò la Scuola di Resìna, una corrente pittorica italiana che aveva alla base tematiche veriste e che seguiva i canoni artistici del movimento macchiaiolo.

Non potendo più contare sulla borsa di studio, nel 1868 Cecioni decise di tornare a Firenze, dove però rimase per poco, considerando che seguì l’amico Giuseppe De Nittis a Parigi nel 1870. Il contesto parigino venne giudicato frivolo dall’artista toscano, che non riuscì ad adattarvisi a tal punto che, tagliato ogni rapporto con De Nittis, decise di tornare a Firenze. Furono questi per lui e la sua famiglia degli anni molto complessi, considerando che perse una figlia e che per motivi economici dovette viaggiare tra Parigi e Londra con lo scopo di lavorare. Fu proprio in questo periodo che collaborò anche con Vanity Fair come caricaturista. Nel 1873 tornò definitivamente a Firenze, dove con gli amici Telemaco Signorini e Diego Martelli fondò Il Giornale artistico.

Proprio nel Giornale artistico, che trattava temi di letteratura, scienze e belle arti, il Cecioni mosse delle aspre critiche alla Scuola francese di Barbizon. Dopo aver partecipato all’Esposizione Nazionale di Torino del 1880 con l’opera La madre che ottenne giudizi controversi dalla critica dell’epoca, nel 1883 partecipò all’Esposizione di Roma. Nel 1884 il Ministero della Pubblica Istruzione lo nominò maestro di disegno dell’Istituto Superiore Femminile di Magistero. Da questo momento in poi l’artista toscano poté godere di una situazione economica migliore e serena. Cecioni morì a Firenze il 23 maggio 1886.

Alcune opere di Adriano Cecioni

Ecco due quadri di Adriano Cecioni che verranno analizzate:

  1. Le ricamatrici;
  2. Ritratto della moglie.

Le ricamatrici

Le ricamatrici è un dipinto eseguito da Adriano Cecioni probabilmente tra il 1865-1866 mediante la tecnica pittorica dell’olio su tela. Oggi il dipinto fa parte di una collezione d’arte privata.

Nel dipinto viene rappresentato un momento intimo di vita quotidiana, uno dei temi preferiti dei pittori macchiaioli: tre giovani donne intente a svolgere i cosiddetti “lavori femminili”. Sullo sfondo sono raffigurate due giovani donne dal volto indefinito sul balcone mentre sono sedute attorno ad una tavola su cui stanno ricamando con grande concentrazione; una delle due ha i capelli raccolti ed è vestita di celeste, mentre l’altra, sempre con i capelli raccolti, è vestita di bianco. Sempre sullo sfondo si scorge un paesaggio naturalistico molto bello, contornato da fitti alberi e da un cielo sereno.

In primo piano invece viene rappresentata una giovane donna seduta colta nell’atto di tenere tra le mani un uncinetto. Il suo volto è indefinito ed è vestita di giallo, bianco e rosso. I colori utilizzati sono luminosi e risaltano sulla tela. Si pensa che il quadro sia stato realizzato da Cecioni negli anni che trascorse a Napoli.

Ritratto della moglie

Ritratto della moglie è un quadro che Adriano Cecioni dipinse tra l’anno 1867 e il 1870 mediante la tecnica della pittura a olio. Si trova nella Galleria d’Arte Moderna di Firenze oggi.

In questo quadro l’artista toscano ritrae sua moglie e lo stato della conservazione attuale dell’opera non è una delle migliori considerando che nel corso degli anni fu sottoposto ad un restauro mal eseguito. Si pensa che il dipinto fosse stato realizzato dall’artista presso la sua abitazione. Ritratto della moglie è considerata una delle opere migliori di Adriano Cecioni, perché di grande qualità esecutiva e perché carica di grandi sentimenti.

L’espressione del volto di sua moglie sembra però stanco, come si evince dallo sguardo spento e molto triste che viene colto sulla tela. Questo ritratto quindi è molto differente rispetto a tutte le altre opere realizzate da Cecioni che solitamente ci presenta donne rassicuranti e allegre. I capelli della donna sono raccolti e biondi, il suo incarnato è chiaro, mentre la sua camicia bianca viene celata da un mantello nero che copre il suo corpo. I colori sullo sfondo sono il bianco, il beige e il violetto per la colorazione dei fiori rappresentati sulla parete.