Jo March

Josephine March, meglio nota come “Jo”, è uno dei personaggi più amati della letteratura americana: seconda delle quattro sorelle March, protagoniste del romanzo Piccole donne di Louisa May Alcott (1868), viene ricordata per la sua ribellione, indipendenza, perseveranza nell’inseguire i propri sogni. Ranker l’ha classificata come una dei migliori personaggi femminili di sempre.

Piccole donne ebbe un enorme successo alla sua pubblicazione e ancora oggi è uno dei romanzi più letti della narrativa americana per ragazzi. Le quattro sorelle March, Meg, Jo, Beth e Amy, vivono a casa con la madre, in attesa del padre partito per la guerra di secessione. Le tre sorelle hanno caratteri diversi ma le accomuna il senso di solidarietà e l’amore che hanno l’una per l’altra; grazie a questo, riescono a superare i tempi difficili, essendo in povertà per via della guerra.

Jo, delle quattro, è sicuramente quella più “maschiaccia”: rifiuta di farsi chiamare Josephine a favore di un diminutivo più maschile, “Jo”, appunto; vuole diventare una scrittrice ed essere economicamente e socialmente indipendente, rifiutando così l’idea del matrimonio. Infatti, Jo si oppone anche al matrimonio di Meg con John Brooke (matrimonio che comunque si farà e da cui Meg avrà due figli) e rifiuta la proposta dell’amico di infanzia Laurie, da sempre segretamente innamorato di lei. Laurie finisce per sposare la sorella minore Amy; le tensioni famigliari per queste dinamiche si dissolvono di fronte alla tragedia della morte di Beth, che si spegne a diciannove anni a causa della scarlattina.

La sua morte ha un profondo impatto su tutta la famiglia e in un certo senso spinge Jo ancor di più verso il perseguimento dei suoi sogni: diventare scrittrice. L’autrice Louisa May Alcott voleva che il libro finisse così: con Jo che realizzava il suo sogno e rimaneva una donna single e indipendente. Ma il mercato esigeva un finale diverso, più consono alle aspettative che si avevano nei confronti di una donna: nel seguito Piccole donne crescono (che viene poi unito al primo volume in un’unica edizione), Jo riesce a pubblicare il suo romanzo e, in aggiunta, si sposa con il professore di filosofia Fritz Bhaer.

Insieme, trasformano la casa ereditata da Jo da una zia in una scuola. In questo modo, il finale accontenta sia le aspettative dell’autrice che quelle del pubblico: il matrimonio fa rientrare Jo nei canoni socialmente rispettabili, ma la realizzazione del suo sogno di scrittrice, così come la gestione di una propria scuola, la rendono a suo modo audace e indipendente.

A cura di Chiara.