Isabel Arche
Considerato uno dei capolavori di Henry James, Ritratto di signora, pubblicato nella sua interezza nel 1881, segue le vicende di Isabel Archer, una giovane donna americana che cerca di gestire la propria indipendenza, muovendosi tra desiderio di libertà e senso del dovere.
Isabel Archer, giovane affascinante di Albany, rimane orfana di padre e viene quindi invitata dalla zia Lydia Touchett a recarsi da lei e dal marito Daniel in Europa. Isabel, che vuole fuggire dall’America e anche dalla corte di Caspar Goodwood, ereditiere di Boston, accetta di buon grado. Giunta a Londra, incontra lo zio Daniel e suo figlio, ossia il cugino Ralph, invalido e malato, e anche Lord Warburton, vicino di casa dei Touchett. Sia Ralph che Lord Warburton si innamorano di Isabel: Ralph, però, essendo malato, non osa farsi avanti; Lord Warburton, al contrario, chiede la mano di Isabel, ma la donna rifiuta, non volendo rinunciare alla propria indipendenza.
Ralph, amandola comunque in segreto e desiderando la sua felicità, convince il padre Daniel a riservare parte del proprio patrimonio alla nipote Isabel: quando Daniel Touchett muore, Isabel si ritrova erede di un consistente patrimonio. Ciò si rivela un’arma a doppio taglio: i soldi la rendono indipendente, ma anche preda di uomini senza scrupoli che la vogliono sposare solo per il patrimonio.
Mentre si trova a Firenze, Isabel cade nella trappola di un espatriato americano, Gilbert Osmond, e accetta la sua proposta di matrimonio. I due si sposano e si stabiliscono a Roma, ma ben presto il vero carattere di Gilbert emerge e Isabel si rende conto di aver commesso un terribile errore. Gilbert è egocentrico, egoista, presuntuoso, e non nutre affetto per la moglie; l’unica consolazione per Isabel è la figliastra Pansy, figlia del primo matrimonio di Gilbert (anche se in seguito si scoprirà non essere figlia legittima di Gilbert, ma il frutto di un suo adulterio).
Dopo mesi di matrimonio infelice, disobbedendo al marito Isabel torna in Inghilterra per assistere il cugino Ralph, ora morente. Lì incontra il suo primo corteggiatore, Caspar, che la prega di lasciare il marito e fuggire con lui. Il giorno dopo, però, Isabel è scomparsa: è tornata a Roma. Il finale rimane volutamente ambiguo: non si sa se Isabel è tornata a Roma per restare accanto al marito per senso del dovere, o per lasciarlo, o per recuperare Pansy e poi fuggire in Inghilterra.
Isabel Archer è la metafora di un tentativo (fallito) di rompere gli schemi e affermare una nuova indipendenza. Nonostante la libertà e l’indipendenza economica la donna “ricade” nelle convenzioni accettando un matrimonio che poi si rivelerà una trappola; il finale, ambiguo, lascia spazio a due interpretazioni: o Isabel accetta il proprio destino e ritorna dal marito per senso del dovere (e amore verso Pansy), oppure prende in mano la propria vita e rompe il legame, tornando a essere libera (o unendosi a Caspar, che la ama davvero).
A cura di Chiara.
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