Monaca di Monza
Al personaggio della Monaca di Monza Alessandro Manzoni dedica intere pagine del suo I promessi sposi; ma quella che viene chiamata Suor Gertrude dall’autore è esistita veramente con il nome di Suor Virginia Maria. La storia, sia quella vera che quella riportata dal Manzoni, è purtroppo un esempio della triste pratica della monacazione forzata molto comune all’epoca.
Suor Virginia Maria è nata come Marianna de Leyva nel 1575, primogenita del nobile spagnolo nonché conte di Monza Martino de Leyva y de la Cueva-Cabrera. Sua madre inoltre, Virginia Maria, si era sposata con Martino de Leyva in seconde nozze, ed era figlia di Tommaso Marino e vedova del conte Ercole Pio di Savoia. Dal primo matrimonio Virginia Maria aveva già cinque figli: quattro femmine e un maschio, Marco. Virginia Maria diede alla luce Marianna e nemmeno un anno dopo morì: tutta la sua eredità divenne oggetto di contesa dei suoi figli, avuti nel primo e nel secondo matrimonio.
Per questo la piccola Marianna divenne il centro di macchinazioni per estrometterla dall’eredità; essendo la più giovane divenne facile preda delle sorellastre e del fratellastro più grandi, che la persuasero a entrare nel monastero di Santa Margherita in Monza, o di sposare un uomo più vecchio di lei di venticinque anni, il principe di Butera Gustavo Branciforte. Nel 1589, allora, la tredicenne Marianna entrò in convento; in breve venne del tutto dimenticata dai parenti, soprattutto quando il padre si risposò e si ricostruì una famiglia propria. Nel 1591, Marianna prese i voti, diventando Suor Virginia Maria in onore della madre.
Aveva una posizione privilegiata, ma le sue origini nobili, e forse l’essere stata costretta alla monacazione, la resero arrogante e autoritaria sulle altre consorelle. Lo scandalo vero, però, arrivò quando la giovane intrecciò una relazione con Gian Paolo Osio, il cui palazzo confinava con il monastero. Inizialmente Osio corteggiò e frequentò un’altra suora, ma scoperto da Suor Virginia Maria, venne aspramente rimproverato; pare che per sfida, allora, Osio si prefisse di sedurre proprio Suor Virginia Maria. Dopo i primi falliti tentativi di corteggiamento (Suor Virginia addirittura minacciò di farlo arrestare), i due iniziarono a scriversi nel 1598, e poco dopo il rapporto sfociò in una relazione.
Suor Virginia Maria ebbe due figli da Osio: un maschio nato morto e una femmina. La situazione degenerò nel 1606, quando la giovane suora Caterina Cassini, che ricattava la coppia minacciandola di rendere la loro relazione pubblica, venne uccisa da Osio; il suo cadavere venne poi nascosto da lui con l’aiuto di Suor Virginia e altre due suore complici, che in seguito Osio tentò di eliminare per non lasciare testimoni. Una delle due sopravvisse abbastanza a lungo da denunciarlo. Suor Virginia venne arrestata, Osio condannato a morte e, infine, ucciso a tradimento da dei nobili presso cui aveva chiesto rifugio. Suor Virginia venne condannata a vivere reclusa in una cella murata, dove rimase fino alla sua morte nel 1650, nonostante le fosse stato offerto il perdono e la possibilità di uscire.
A cura di Chiara.
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