Introduzione

Chi almeno una volta nella vita non ha letto da bambino Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll? Credo in tanti! Tutti si sono immedesimati mille volte nel personaggio della piccola Alice che, addormentandosi sotto un albero, in compagnia della sorella ha fatto un sogno che l’ha trasportata in un mondo immaginario dove tutto è diverso, sottosopra e dove vivono stranissimi personaggi.

Tratti caratteriali di Alice

Alice è la protagonista del celebre romanzo di Lewis Carroll, è una bambina molto curiosa e nel suo sogno i personaggi che incontra sono tutti molto particolari. La sua curiosità la conduce a fare incontri molto strani con personaggi frutto della sua immaginazione, come ad esempio il celebre Bianconiglio che è il primo personaggio che incontra lungo il suo cammino. Alice è molto socievole e quindi vuole a tutti i costi conoscere il Bianconiglio che decide di inseguire nella sua corsa estenuante; è proprio durante questa corsa che la bambina fa gli incontri più strani e più impensabili. Lungo il suo tragitto in questo mondo fantastico, la bambina incontra per esempio uno dei personaggi più stravaganti della vicenda, lo Stregatto che le pronuncia queste strane parole:

Micio del Cheshire, […] potresti dirmi, per favore, quale strada devo prendere per uscire da qui?”
“Tutto dipende da dove vuoi andare,” disse il Gatto.
“Non mi importa molto…” disse Alice.
“Allora non importa quale via sceglierai,” disse il Gatto.
“…basta che arrivi da qualche parte,” aggiunse Alice come spiegazione.
“Oh, di sicuro lo farai,” disse il Gatto, “se solo camminerai abbastanza a lungo.”
Alice sentì che tale affermazione non poteva essere contraddetta, così provò con un’altra domanda: “Che tipo di gente abita da queste parti?”
“In quella direzione,” disse il gatto, agitando la sua zampa destra, “vive un Cappellaio: e in quella direzione,” agitando l’altra zampa, “vive una Lepre Marzolina. Visita quello che preferisci: tanto sono entrambi matti.”
“Ma io non voglio andare in mezzo ai matti,” si lamentò Alice.
“Oh, non hai altra scelta,” disse il Gatto: “qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta.”
“Come lo sai che sono matta?” disse Alice.
“Devi esserlo,” disse il Gatto, “altrimenti non saresti venuta qua.”
Alice non pensava che questo bastasse a dimostrarlo; ad ogni modo, andò avanti “E come sai di essere matto?”
“Per iniziare,” disse il Gatto, “un cane non è matto. Concordi?”
“Immagino sia così,” disse Alice.
“Bene, allora,” il Gatto andò avanti, “vedi, un cane ringhia quando è arrabbiato, e scodinzola quando è felice. Io ringhio quando sono felice, e agito la coda quando sono arrabbiato. Quindi sono matto.”
“Io lo chiamo fare le fusa, non ringhiare,” disse Alice.
“Chiamalo come preferisci,” disse il Gatto […]

E non finisce qua, il sogno di Alice è talmente strano al punto che in questo mondo fantastico frutto dell’immaginazione incontra anche personaggi come il Brucaliffo che fuma un narghilè seduto su un fungo. Alice non solo è curiosa, ma si caccia nei guai nel corso del viaggio in questo mondo fantastico al punto che alla fine con il suo modo di fare riesce perfino a fare indispettire un altro personaggio stravagante come quello della Regina di Cuori che ordina alle sue guardie di mozzarle la testa.

Alice alla fine si sveglia dal suo strano sogno e ciò che vede attorno a lei è un mondo normale, dove domina la serenità e la tranquillità di una tipica giornata primaverile.