Introduzione
Dalla luce soffusa dei dipinti di Caravaggio all’esplosione di colori tipica dei quadri degli artisti contemporanei. Il mondo dell’arte ha proposto versioni più che interessanti sul tema della luminosità e sulla sua possibile rappresentazione pittorica.
La luce è “viva” per definizione, capace di eliminare e insieme generare le ombre. É difficile da rappresentare perché influenza ogni corpo e ogni oggetto colpito, portandolo ad assumere nuove sfumature e nuovi significativi. Per questo, gli artisti si sono lanciati nella realizzazione di opere molto diverse tra loro, che raccontano la luce e le sue caratteristiche naturali.
Per ogni autore la luminosità assume un’importanza diversa, diventando protagonista del quadro oppure elemento secondario. I pittori del Rinascimento vedono la luce come irrimediabilmente legata alla figura di Dio; gli impressionisti giocano con il sole per impreziosire i propri paesaggi.
Il ruolo della luce è sempre quello di guidare lo sguardo dell’osservatore, indicandogli in modo rapido e diretto gli elementi su cui deve necessariamente concentrarsi. Attraverso i suoi raggi, accompagna l’occhio e lo guida alla scoperta del quadro, che racconta una storia diversa volta per volta.
La luce divina
Prima che la luce delle lampade raggiungesse i laboratori degli artisti, i quadri venivano realizzati all’interno di studi illuminati solo dalle candele e dal fuoco delle braci. La luce naturale non compare quasi mai nei quadri del primo e tardo Rinascimento, ma viene utilizzata in modo completamente diverso.
Come si osserva in alcune delle opere più famose di Rembrandt, la luce viene utilizzata in modo simbolico. Diventa mezzo di espressione della presenza di Dio, della connessione metafisica con il mondo ultraterreno.
Anche nell’arte protocristiana, le figure dei santi e delle divinità venivano illuminate da una luce simbolica, che raccontava del rapporto con Dio e della sua irrimediabile presenza.
La luce nell’arte rinascimentale arriva “da dentro”, sembra quasi espandersi e fuoriuscire dall’anima del personaggio, illuminando poi tutta la scena adiacente. Il riferimento alla luce naturale scompare quasi completamente, proprio perché qui la luce assume un significato puramente simbolico.
Un discorso simile è quello che nasce dall’osservazione delle opere di Caravaggio, maestro della pittura metafisica. Nell’opera “Davide con la testa di Golia”, il richiamo alla luce divina è facilmente riconoscibile. Tutti i quadri di Caravaggio vengono accompagnati da un’illuminazione attentamente studiata, che aiuta l’osservatore a concentrare la propria attenzione in uno o in un altro punto.
Concludiamo la discussione sulla luce divina citando un’altra opera particolarmente conosciuta. Il quadro “Giuditta che decapita Oloferne”, realizzato da Artemisia Gentileschi, riporta alcuni degli elementi chiave dell’arte di Caravaggio. Come insegna il grande artista, la luce può diventare protagonista del quadro, può trasformare la scena e permetterci di distinguere tra il bene e il male.
La luce naturale
Ma non tutti i pittori dipingono all’ombra delle deboli candele. Gli impressionisti e gli artisti romantici ci raccontano una storia completamente diversa. Dai soggetti puramente umani passiamo al paesaggismo, all’uso della luce naturale e alla ricerca dei colori più adatti per rappresentare la realtà.
L’illuminazione perde il suo ruolo simbolico e assume un nuovo significato, diventa parte integrante del quadro e elemento in grado di generare emozioni. La scoperta dell’uso delle ombre, così come l’arrivo della prospettiva, influenzano il modo di vivere la luce nell’arte e il lavoro degli artisti.
Gli impressionisti trasformarono la luce in soggetto assoluto dell’opera, cercando ogni momento necessario per poter catturare il cielo nelle sue espressioni più belle. Gli artisti provano in tutti i modi a raccontare la potenza della luce naturale attraverso la tela, ragionando sulla trasmissione delle sensazioni e sull’uso consapevole del colore.
L’obiettivo è quello di provare a descrivere la sensazione straordinaria del sorgere del sole, il calore dei raggi sulla pelle e il freddo tipico della notte. La luce diventa mobile, viva e sentita, qualcosa che anche l’osservatore riesce a percepire.
In riferimento al tema della luce naturale, è importante citare uno degli autori più attenti all’illuminazione, un pittore che ha dedicato gran parte della propria carriera alla rappresentazione di luce e aria. Parliamo di J.M.W. Turner e dei suoi incredibili panorami, apprezzati dal pubblico moderno e da quello storico. Turner racconta la luce attraverso momenti diversi della giornata, mostrando al pubblico quanto l’illuminazione possa essere fondamentale nella trasmissione del messaggio lanciato dall’artista.
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