Claude Monet e le ninfee
Le ninfee di Claude Monet rientrano tra le opere d’arte più famose al mondo. Estremamente delicate e realistiche nella loro rappresentazione, sono per molti critici un vero e proprio simbolo della pittura di Monet, capaci di esprimere perfettamente l’animo e la bravura dell’artista.
Ecco cinque curiosità interessanti che potrebbe farvi piacere conoscere sulle bellissime ninfee e sul loro legame con il celebre pittore impressionista francese.
La passione per le ninfee
Monet non era un botanico esperto, ma amava le ninfee e le coltivava nel suo giardino a Giverny. Nel corso degli anni, ha infatti creato diversi laghetti artificiali capaci di ospitare una grande varietà di piante acquatiche, tra cui molte specie di ninfee.
Lo studio del fiore
Per ottenere il giusto effetto, Monet dipinse le sue ninfee in diverse condizioni atmosferiche e di luce. Il suo obiettivo principale era quello di riuscire ad ottenere una vasta gamma di possibili sfumature e tonalità in grado di riflettere e rappresentare su tela la natura mutevole dell’acqua.
Il legame con la malattia
Le ninfee erano un soggetto particolarmente importante per Monet nella sua ultima fase artistica, quando soffriva di cataratta. La malattia gli impediva di vedere i colori vivaci come prima, ma le ninfee erano abbastanza grandi da poterle distinguere anche con la vista offuscata.
Cento ninfee
Nel corso degli anni, Monet ha dipinto centinaia di quadri raffiguranti le sue amate ninfee. Addirittura, si suppone che il numero di rappresentazioni abbia ampiamente superato i trecento esemplari. Molti dei suoi dipinti sono attualmente esposti al Musée de l’Orangerie a Parigi, pronti per essere osservati dai visitatori.
Il simbolo della ninfea
Grazie alle ricorrenti rappresentazioni di Monet e all’abbondanza di esempi recuperati nel corso degli anni, le ninfee sono diventate un simbolo di pace e serenità. Non a caso, oggi vengono spesso utilizzate nel design del giardino per creare un ambiente tranquillo e rilassante.
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