Elisabetta Caminer Turra
Elisabetta Caminer Turra è stata, nel diciottesimo secolo, letterata, scrittrice ed editrice italiana, fondatrice del periodico Giornale Enciclopedico.
Biografia
Elisabetta Caminer nacque il 29 luglio 1751 a Venezia. Suo padre, Domenico Caminer, era un letterato e un intellettuale, giornalista e scrittore, per cui Elisabetta crebbe in una casa ricca di arte e curiosità culturale. La Venezia del Settecento stava vivendo un periodo di rinascita culturale e in questa atmosfera Domenico aveva trasformato la propria casa di Venezia in una vera e propria redazione, lanciando nel corso degli anni diversi giornali.
Sia la figlia Elisabetta che il figlio Antonio lo seguirono in questa passione, anche se la madre Anna avrebbe preferito per la figlia una carriera da modista, a cui tentò di instradarla mandandola a bottega all’età di dodici anni: ma Elisabetta non era tagliata per quei mestieri. Sin da giovanissima padroneggiò il francese, imparato da autodidatta, e aiutò il padre a tradurre le notizie per L’Europa letteraria, un giornale che riportava novità e curiosità da tutta Europa e come tale raccoglieva le informazioni dai giornali esteri.
Elisabetta si dimostrò ben presto una combinazione esplosiva: bella, intelligente, colta e spiritosa, non le mancavano i corteggiatori. Tra di essi, però, la giovane scelse di sposare il vicentino Antonio Turra: medico e naturalista famoso in tutta Europa, aggregato dell’Accademia delle scienze di Berlino. La coppia si sposò nel 1769, ma per qualche anno Elisabetta rimase a Venezia anziché seguire il marito a Vicenza; fu solo nel 1773 che Elisabetta si riunì ad Antonio nella sua città natale. Il matrimonio si rivelò felice, perché il marito lasciò ad Elisabetta lo spazio e la libertà di perseguire le proprie passioni e le proprie ambizioni letterarie e intellettuali.
Il Giornale Enciclopedico
Nel 1774, quello che era stato L’Europa letteraria si trasformò in una nuova pubblicazione, diretta, curata e pubblicata da Elisabetta: il Giornale Enciclopedico. Era la prima donna a dirigere un giornale in Italia, e per sicurezza firmava i propri articoli come “ECT”, giusto per non rendere troppo esplicito il fatto di essere una donna. Elisabetta ne trasferì poi la sede a Vicenza, in un edificio di proprietà del marito vicino alla propria abitazione; scriveva articoli di filosofia, scienza, letteratura, insieme ad altri scrittori che contribuivano ciascuno in base alle proprie competenze.
Grazie alla collaborazione con la tipografia di Francesco Modena, il giornale si conquistò una fama e una diffusione in tutta Europa. Vicenza non era paragonabile a Venezia in termini di cultura e attività intellettuale, ma nonostante la chiusura culturale e il bigottismo della società vicentina, Elisabetta riuscì a ricreare nella propria casa un salotto intellettuale simile a quello che aveva tenuto a Venezia, invitando tutte le personalità scientifiche e intellettuali più importanti della città. Lei stessa divenne il centro e la promotrice di nuovi studi letterari a Vicenza. Si riporta che anche Goethe, nel 1786, durante i suoi viaggi in Italia, visitò la redazione del Giornale Enciclopedico e fece la conoscenza di Elisabetta, di cui ebbe una buona impressione.
L’ambizione di Elisabetta e dei suoi collaboratori di creare un prodotto sempre più nuovo, ambizioso e moderno si scontrò con i limiti imposti dalla censura. La tipografia di Francesco Modena finì con interrompere la loro collaborazione a causa dei continui controlli e della “minaccia” implicita di chiusura se avesse continuato a collaborare con Elisabetta. Ma la donna, lungi dal perdersi d’animo, con l’appoggio del marito riuscì ad aprire, nel 1779, una propria tipografia, che a partire dal 1782 diede alle stampe una nuova versione del giornale, il Nuovo Giornale Enciclopedico.
Gli ultimi anni
Un po’ per i continui attacchi della censura, un po’ per l’influenza del nuovo redattore del giornale, Alberto Fortis, il Nuovo Giornale Enciclopedico si presentò con un carattere più pacato e meno provocatorio, limitandosi a raccogliere notizie dai giornali stranieri. Inoltre, Elisabetta si era allontanata dal giornale per coltivare nuovi interessi: dapprima lo studio della pedagogia e la compilazione di opere pedagogiche, e poi il teatro. Nel 1788 pubblicò una propria raccolta, Il trionfo della verità, e in seguito fondò una scuola di recitazione per bambini. Ma nel 1795 le venne diagnosticato un cancro al senso, che nonostante le cure continuò ad opprimerla: il 7 giugno 1796 Elisabetta Caminer morì a Orgiano, nella villa di un amico, e poi venne sepolta a Vicenza.
A cura di Chiara.
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