Clarice Cliff
Clarice Cliff è stata un’artista e una designer britannica, creatrice di suppellettili in ceramica, diventata particolarmente famosa tra gli anni Trenta e Quaranta.
Le origini
Clarice Cliff nacque il 20 gennaio 1899 a Tunstall, nello Staffordshire, contea dove i suoi antenati si erano trasferiti sin dal secolo precedente. Suo padre, Harry Thomas Cliff, era un operaio presso la fonderia del paese, mentre sua madre Ann Machin cercava di aiutare la famiglia lavando i panni degli altri. La coppia ebbe in totale sette figli: rispetto ai fratelli e sorelle, Clarice crebbe in maniera diversa; studiò in un’altra scuola ed ebbe modo di frequentare molto la propria zia, che dipingeva a mano le ceramiche per una fabbrica locale.
Ispirata dal lavoro della zia, a 13 anni Clarice iniziò a sua volta a lavorare in una fabbrica di ceramica come doratrice: era colei che doveva aggiungere linee o altre geometrie dorate ai prodotti in ceramica. Clarice, però, amava disegnare, ed ebbe l’opportunità di imparare il disegno a mano libera presso un’altra fabbrica; studiò poi arte e scultura alla scuola d’arte di Burslem, collocata proprio nella “regione delle ceramiche” inglese.
Le ceramiche Wilkinson
Nel 1916, la giovane Clarice iniziò a lavorare presso la fabbrica di ceramiche A. J. Wilkinson, sempre nell’area di Burslem. Molte donne lavoravano presso le gabbriche di ceramiche, e di norma si specializzavano in una sola attività, in modo da poter poi richiedere un aumento di stipendio. Ma Clarice aveva molteplici interessi, ed era infatti brava in più aeree: sapeva dorare, dipingere a mano, ma anche modellare le ceramiche, disegnare modelli, e in generale gestire il processo di creazione dall’inizio alla fine. La sua abilità venne notata da uno dei manager del reparto, Jack Walker, che presentò la ragazza a uno dei proprietari, Arthur Colley Austin Shorter.
Si trattò di un punto di svolta nella vita di Clarice per due motivi: il primo, Arthur fu molto colpito dalle idee e dalla creatività della ragazza, tanto da concederle molta carta bianca all’interno del reparto ceramiche, di modo che fosse libera di esplorare nuovi concetti. Il secondo, nel corso del tempo tra Clarice e Arthur sarebbe sbocciato un amore: Arthur, all’epoca già sposato, avrebbe in seguito sposato Clarice nel 1940.
Bizarre
Il sostegno di Arthur portò a un rinnovo del periodo di apprendistato di Clarice nel 1924. Ufficialmente il suo ruolo era quello di “modellatrice” della ceramica, ma Clarice intanto continuava ad apprendere anche altre abilità e sfruttò il suo contatto con i designer della fabbrica, John Butler e Fred Ridgway. Le ceramiche prodotte dalla Wilkinson erano piuttosto tradizionali, in stile vittoriano; le idee che Clarice aveva in mente erano invece innovative, moderne e, soprattutto, colorate. Nel 1927, Arthur, convinto che le sue idee avrebbero avuto successo, le affidò un laboratorio tutto suo nella Newport Pottery, e Clarice arruolò altre lavoratrici per aiutarla nel suo primo progetto.
Dopo qualche altra esperienza raccolta presso il Royal College of Arts a Kensigton e Parigi, Clarice partorì nel 1928 la sua personale collezione di tazze, teiere, bicchieri e piatti in ceramica dipinte a mano: una collezione che chiamò Bizarre. Con forme ispirate ad articoli casalinghi dell’antica Grecia e colori moderni e brillanti, l’idea di base di Clarice era di aiutare la fabbrica in difficoltà finanziarie recuperando pezzi usciti non in maniera perfetta, coprendo le imperfezioni con colori e disegni geometrici. L’artista firmò a mano le prime opere come Bizarre, di Clarice Cliff, aggiungendo poi Newport Pottery. Nonostante il capo delle vendite, Ewart Oakes, fosse piuttosto scettico, la collezione riscosse un immediato successo, e le richieste furono così alte che Clarice dovette chiedere a un’altra pittrice, Gladys Scarlett, di aiutarla con le decorazioni.
Nel giro di breve tempo venne inoltre creata una firma stampata più professionale: Bizarre, dipinto a mano da Clarice Cliff, Newport Pottery, Inghilterra. Ben presto, l’etichetta di Bizarre andò a includere anche altre creazioni della designer che non rientravano nella collezione originale.
A partire dal successo di Bizarre, Clarice ebbe carta bianca per numerose altre collezioni, che diventarono sempre più moderne e geometriche e lanciarono uno stile che sarebbe in seguito diventato l’Art Deco. Alla fine del 1928, la collezione Crocus, completamente dipinta a mano, ebbe un tale successo che Clarice fu costretta ad assumere uno stuolo di pittrici per tenere il passo con gli ordini. Nel 1930, venne creato un laboratorio a sé stante per Crocus, sotto a quello per Bizarre: la novità era che i motivi di Crocus venivano riprodotti non solo su tazze, piatti e bicchieri, ma anche su altri articoli coordinati che fungevano da idea regalo.
Negli anni Trenta, la produzione di Clarice era incrementata a includere 70 lavoratrici (le cosiddette Bizarre Girls) e solo quattro uomini. Un’altra novità lanciata dalla Wilkinson per le collezioni di Clarice fu “l’invenzione” di un catalogo di prodotti inviabile via posta o distribuibile nei negozi: una novità che ebbe un enorme successo e incrementò ulteriormente le vendite.
Sempre nel 1930, Clarice Cliff venne nominata direttrice artistica della Newport Pottery e della A. J. Wilkinson, le due fabbriche che ormai lavoravano a pieno ritmo alle sue creazioni. Il rapporto con Arthur divenne sempre più stretto; Arthur si premurò di brevettare alcune delle invenzioni di Clarice, particolarmente originali perché la designer si era occupata sia della forma che dei disegni. L’originalità delle sue creazioni tenne in vita la fabbrica durante la depressione, perché i suoi lavori continuarono a vendere, e arrivarono in Nord America, Australia e Sud Africa, raggiugendo poi a Londra gli scaffali di Harrods. Il successo raggiunto da Clarice era senza precedenti: negli anni Trenta, non esisteva alcuna nozione di “donna in carriera”.
A.J. Wilkinson e Newport Pottery continuarono a produrre la ceramica di Clarice fino al 1964, anno in cui la donna decise di vendere la fabbrica dopo la morte del marito Arthur nel 1963. Clarice Cliff morì improvvisamente il 23 ottobre 1972. Nel 1976 venne pubblicato un libro in suo onore, che riaccese l’interesse per le sue prime opere.
A cura di Chiara.
Scrivi un commento