Camille Claudel
La scultrice Camille Claudel viene riconosciuta nel mondo dell’arte per la sua spiccata personalità. Tratti eccentrici ed una forte determinazione caratterizzano tutta la vita di Camille, che lotta per difendersi dalle accuse ricevute.
Nonostante la giovane età e le difficoltà del tempo, l’artista muove i primi passi con sicurezza. Si avvicina al mondo della scultura quasi subito, affascinata dall’idea di poter intrappolare il movimento in una forma statica.
Camille nasce in Francia nel 1864, scegliendo di inseguire la propria passione verso la scultura iscrivendosi alla progressista Accademia Colarossi, che accetta le iscrizioni di studentesse donne e permette loro di dipingere modelli maschili nudi.
Lo stile di vita dell’artista si dimostra subito controcorrente e anticonformista, lontana dall’idea di moglie e madre riservato alle donne di fine Ottocento. Camille rifiuta di “assumere un ruolo”, rifiuta che gli uomini le manchino di rispetto solo in quanto donna. Si oppone alla prevaricazione e lotta per la propria arte.
Il rapporto con Rodin
L’esperienza vissuta in Accademia avvicina Claudel ad un gruppo di giovani donne, artiste diverse che collaborano in un atelier a Parigi. Il talento della ragazza viene subito notato dallo sculture Auguste Rodin, che decide di proporle un ruolo all’interno del proprio atelier.
E’ il 1885 quando Camille si unisce al gruppo di Rodin e inizia un rapporto complesso e travagliato con lo stesso scultore. La passione per l’arte li unisce insieme all’amore reciproco, che condividono in silenzio (Rodin è giù sposato).
Camille accetta di lavorare insieme a lui nonostante le differenze, sacrificando la “decenza” della morale borghese del tempo. Entra a far parte di un atelier che fino a quel momento aveva avuto esclusivamente collaboratori maschi, riuscendo ad imporre la propria presenza.
Rodin le affida il compito di modellare le mani e i piedi di molti dei suoi personaggi, permettendole di esprimersi e di presentare la propria arte su piccola scala. Alcuni critici arrivano a definire Camille come “il solo genio femminile nella sua arte”, una donna capace di proporre opere eccezionali e realistiche.
I grandi capolavori di Camille
Tra le opere più interessanti e conosciute di Camille Claudel, una menzione d’onore spetta a Il valzer. L’opera è probabilmente ispirata dall’amicizia con il compositore Claude-Achille Debussy, uno dei massimi esponenti del simbolismo musicale.
La scultura rappresenta un uomo e una donna stretti in un appassionato abbraccio amoroso, che si abbandonano a un elegante valzer.
La musica invisibile li trascina e li muove furiosamente, facendo vibrare la statua e illuminare lo sguardo dell’osservatore. Un vento impetuoso sembra incastrarsi tra le pieghe della veste del personaggio femminile, trasformando completamente l’opera.
Camille realizza diverse versioni della statua, in un periodo compreso tra il 1889 e il 1905, alcune delle quali inizialmente modellate in gesso e poi fuse in bronzo. La versione in marmo, prevista dall’artista stessa, non è stata però mai realizzata. L’opera è ritenuta troppo sensuale, provocando addirittura un piccolo scandalo. L’uomo è infatti completamente nudo, mentre la donna viene coperta da una semplice gonna lunga e fluttuante.
Non tutti i critici accettano l’audacia e l’ebbrezza proposta da Camille, finendo per dissuaderla dalla creazione marmorea della stessa scena indimenticabile.
Gli ultimi anni e la reclusione
Insieme al Valzer, una seconda opera particolarmente conosciuta dell’artista prende il nome di “L’età matura”.
La scultura in gesso viene realizzata nel 1895, quando il rapporto fra Camille e Rodin entra in crisi. Come è facile immaginare, l’opera affronta il tema della fine di un amore, che l’autrice sperimenta personalmente sulla propria pelle.
Una giovane donna, completamente nuda e protesa verso l’esterno, implora il proprio amore perduto trascinato dall’anziana figura dell’Età. I critici del tempo hanno interpretato l’opera come «la rappresentazione simbolica del Destino, in cui l’uomo anziano viene strappato dall’amore, dalla giovinezza e dalla vita». Tuttavia, è lecito pensare che Camille si riferisca direttamente a Rodin e al momento doloroso della perdita del proprio amato.
Nel 1905 Camille inizia a dare i primi segnali di psicosi. Accusa Rodin di averle rubato un marmo – la statua di Clotho – provando in ogni modo a screditarlo. Il suo primo amore si trasforma nel suo nemico assoluto, che nei suoi deliri vuole distruggere la sua arte e distruggerla personalmente.
Alla fine l’artista viene internata nel 1913, trascorrendo gli ultimi anni alla ricerca di una tranquillità necessaria a salvaguardare la propria mente.
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