Valérie Pécresse

Valérie Pécresse è una politica francese, Presidentessa del Consiglio regionale dell’Île-de-France sin dal 2015 e membro del partito francese Les Républicains; ha anche servito come Ministro dell’Educazione e della ricerca e Ministro del Bilancio.

I primi passi nella politica

Valérie Roux nasce il 14 luglio 1967 a Neuilly-sur-Seine, distretto confinante con Parigi. È figlia di Catherine Bertagna e Dominique Roux, famoso economista e docente dell’Université Paris Dauphine, nonché in seguito CEO di Bolloré.

Valérie riceve una vasta e prestigiosa educazione: studia in una scuola privata; frequenta un campo estivo in Crimea, durante il quale apprende il russo; ottiene la maturità a 16 anni presso un liceo privato a Versailles. Nel 1988 si laurea in economia e legge presso la prestigiosa università HEC Paris, per poi essere ammessa all’École nationale d’administration (ENA), classificandosi come la seconda migliore studentessa del corso. Arriva a parlare quattro lingue: francese, inglese, russo e giapponese. Nel 1994, si sposa con Jérôme Pécresse, da cui ha tre figli.

Fino al 1998, ricopre la carica di uditore presso il Consiglio di Stato, per poi diventare consigliera di Jacques Chirac, importante esponente del centro-destra francese nonché, dal 1995 al 2007, Presidente della Repubblica francese. 

Carriera politica a livello locale e nazionale

Nel 2004, arriva il primo incarico significativo nella politica locale: quello di consigliere regionale per l’Île-de-France. In quello stesso periodo, dal 2002 al 2007, Valérie ricopre la carica di rappresentante del dipartimento di Yvelines nell’Assemblea nazionale francese. In quanto parlamentare, fa parte della Commissione per gli affari istituzionali e della Commissione per gli affari culturali; nel 2004, diventa portavoce di Nicolas Sarkozy, leader di UMP, l’unione del movimento popolare francese.

Dal 2007 al 2011, Valérie ricopre l’incarico di Ministro dell’educazione della ricerca. Il suo nuovo ruolo non viene accolto con molto favore; sin dalla sua nomina, le università reagiscono con tensioni e diffidenze. Il tentativo del ministro di attuare una serie di riforme per aprire la strada a finanziamenti privati alle università si scontra con un’ondata di scioperi da parte degli studenti. Nonostante la propria appartenenza a un’ala di centro-destra, Valérie non è una “purista” della lingua francese; durante i meeting internazionali a Bruxelles, preferisce tenere i propri discorsi in inglese piuttosto che in francese.

Questo le procura un “premio” come “Zerbino degli inglesi” da parte dell’Académie de la Carpette anglaise, un’associazione francese che si oppone alla diffusione della lingua inglese in Francia. Non mancano però anche i riconoscimenti positivi: nel 2010, viene descritta dal Financial Times come una dei ministri più in gamba di Sarkozy. 

Nel 2011, sotto il governo Fillon, diventa la portavoce del governo nonché Ministro del bilancio; in questo ruolo, Valérie si oppone a un incremento del budget europeo. È un periodo in cui inizia a distaccarsi dalla linea tenuta dal proprio partito, ora guidato da Jean-François Copé. Ne rimane comunque un esponente importante, anche dopo la trasformazione di UMP nel partito Les Républicains

Le elezioni presidenziali

Dopo un altro servizio come membro dell’Assemblea nazionale, si candida in una coalizione di destra alle elezioni regionali, vincendo con scarso margine: diventa così la prima donna a ricoprire la carica di presidente del consiglio regionale dell’Île-de-France. Quando scoppia lo scandalo Fillon (che pare avesse affidato a dei propri parenti incarichi ben remunerati senza che dovessero effettivamente lavorare), Valérie è tra coloro che sostengono il ritiro di Fillon da leader del partito, per lasciare posto ad Alain Juppé.

Nel 2017, Valérie fonda una propria corrente all’interno del partito, Libres!, mettendosi ufficialmente contro il nuovo leader del partito, Laurent Wauquiez. Nel 2019 sostiene un piano per aumentare il numero di piste ciclabili a Parigi e dintorni e favorire così il passaggio a modalità di spostamento più sostenibili.

Nel luglio 2021, Valérie esprime la propria intenzione di candidarsi alle elezioni presidenziali del 2022 come rappresentante del partito repubblicano. Dopo aver vinto sugli altri avversari all’interno del partito, diventa la candidata dei repubblicani, ottenendo il 61% dei voti: è la prima donna a ottenere percentuali così alte. Durante le elezioni del 2022, però, Valérie arriva solo quinta; ottiene un piccolo 4,8% di voti, uno dei peggiori risultati mai ottenuti dal partito repubblicano. Alla fine, incassata la sconfitta, Valérie si limita a sostenere Macron per il suo secondo mandato.


Parte del fallimento di Valérie è probabilmente dovuta a una terribile gaffe durante un suo discorso, nel quale cita la “grande sostituzione”, una teoria razzista che ha avuto origine proprio in Francia, secondo cui i bianchi europei sono destinati a essere man mano “rimpiazzati” da altre etnie tramite l’emigrazione di massa di altre popolazioni.

Nella sua politica, sostiene un pugno più duro per contrastare l’immigrazione, imponendo requisiti di accesso più restrittivi; è favorevole anche a un Patrioct Act francese per contrastare gli atti di terrorismo. Valérie ha partecipato più volte a manifestazioni contro i matrimoni omosessuali e le adozioni per LGBT. Attualmente è ancora Presidente del Consiglio regionale dell’Île-de-France.

A cura di Chiara.