La bellezza nell’arte dalle origini

La bellezza nell’arte è un concetto che i principali artisti hanno studiato fin dall’antichità all’interno delle loro opere artistiche. Sin dai tempi antichi nelle antichità civiltà si rifletteva attentamente sul concetto di bellezza, che veniva espresso anche nelle prime opere artistiche esistenti. Ad esempio il concetto di bellezza iniziò ad essere espresso nelle decorazioni delle tombe egizie, come per esempio quelle della tomba di Nefertari, regina d’Egitto e moglie del grande faraone egiziano Ramses II. All’interno della sua tomba, oltre alle vesti regali preziose e i vari gioielli ritrovati, è stato trovato anche un ritratto che rappresenta la regina in tutta la sua bellezza, con indosso vesti regali di colore bianco e anche dei gioielli che ne rimarcano la regalità.

Il canone di bellezza nell’antica Grecia

Con il passare dei secoli il canone di bellezza ideale continua ad essere ricercato dai principali artisti, dagli antichi scultori, ecc… Una delle civiltà che sviluppò e approfondì il concetto di bellezza ideale fu per esempio quella greca, dove soprattutto nel corso del V secolo a. C. scultori come Mirone, Policleto e Fidia cercarono di riprodurre nelle loro note sculture il canone di bellezza ideale.

Uno dei soggetti artistici più riprodotti nelle sculture greche era senz’altro l’atleta che veniva rappresentato nella sua bellezza fisica e morale. Quella che artisti come Policleto, Mirone e Fidia volevano rappresentare non era dunque la bellezza prettamente fisica, ma soprattutto la bellezza intesa come un connubio di qualità e virtù che l’atleta doveva possedere. Per rappresentare questi aspetti, questi importanti scultori iniziarono a studiare le proporzioni dei soggetti che intendevano scolpire. Il valore su cui essi infatti si basavano era quello di  καλὸς καὶ ἀγαθός (bello e buono).

Un esempio di questa bellezza proporzionata che non prendeva in considerazione soltanto l’aspetto estetico, ma anche le virtù del soggetto raffigurato è senz’altro la celebre statua nota come Il discobolo di Mirone che rappresenta un discobolo colto nell’atto di lanciare il disco. La riproduzione della bellezza in questa statua è emblematica e rappresenta proprio i valori espressi negli aggettivi greci del  καλὸς καὶ ἀγαθός. 

 

La bellezza nel Medioevo e nel Rinascimento

In epoca medievale il concetto di bellezza cambia e soltanto in epoca feudale questo viene rivalutato in ambito prettamente estetico. Il canone della bellezza estetica di questo periodo storico è quello tipico delle popolazioni sveve e normanne: occhi chiari, capelli chiari e carnagione chiara. Sono di questo periodo i tanti ritratti delle Madonne con la carnagione bianca, gli occhi chiari e i capelli chiari.

Bisognerà aspettare il Rinascimento affinché la bellezza venga riproposta come bellezza classica, i cui corpi siano simbolo di prosperità, di leggiadria ed eleganza. I corpi vengono rappresentati in maniera differente, per esempio nei ritratti femminili vengono risaltati elementi artistici come le curve del corpo.

La bellezza nel Settecento

Il concetto di bellezza nell’arte cambia a seconda delle varie epoche storiche. Sarà nel Settecento che la bellezza ad esempio diventerà sinonimo di eleganza, di stile, di ricchezza. E’ proprio in questa epoca storica che la bellezza viene resa anche grazie all’uso di creme e cosmetici particolari, di abiti eleganti impreziositi di pizzi, sete, merletti. Le donne vengono in questo periodo ritratte ad esempio nella loro eleganza, circondate da animali da compagnia, vestite con degli abiti ricchi e circondate da  tutta una serie di ninnoli.

 

La bellezza nei secoli successivi

Nei secoli successivi invece la bellezza viene rappresentata in un modo completamente differente. Se in epoca rinascimentale il concetto di bellezza era associato ad aspetti come per esempio quelli di prosperità, leggiadria ed eleganza oppure nel Settecento al concetto di bellezza come eleganza, delicatezza e grazia, nel corso del XIX e del XX secolo esso era associato ad aspetti come la sensualità e il fascino.

Quella che sostanzialmente gli artisti tendevano a volere raffigurare nelle loro tele era la cosiddetta femme fatale che con il suo charme e la sua sensualità riusciva a far cadere ai suoi piedi tantissimi  uomini che si innamoravano follemente di lei, giungendo talvolta anche alla rovina. Questo tipo di donna aveva grandi doti ammaliatrici, seducenti e dominatrici.

Conclusioni

Nel seguente articolo quindi è stato fatto un excursus storico-artistico del concetto di bellezza nell’arte partendo da come la bellezza fosse intesa nell’antichità e come le varie civiltà l’abbiano rappresentato nell’arte fino a giungere al concetto di bellezza espresso in epoca medievale, in epoca rinascimentale e nei secoli successivi del Settecento, dell’Ottocento e del Novecento. Si è quindi analizzato il modo in cui il concetto di bellezza sia evoluto in arte nel corso dei secoli.