Le origini del libro
Come si sa il libro ha una storia molto antica alle sue spalle. Prima dell’affermazione del libro a stampa così come lo conosciamo oggi, i primi testi della storia nell’antichità iniziarono ad essere presentati mediante delle tavolette cerate scritte, seguite poi dalla presenza dei cosiddetti papiri in cui erano riportati degli scritti veri e propri che testimoniavano la storia delle grandi civiltà. Ovviamente come tipologia di strumento il papiro era molto ingombrante e quindi i testi che spesso riportava non potevano essere talvolta molto lunghi. Uno dei primi poemi ad essere scritto sotto forma di papiro è senz’altro l’Iliade di Omero che, articolandosi in più libri, richiedeva per ogni libro l’utilizzo poco pratico di un rotolo di papiro per la sua stesura. Successivamente poi tutti i libri dell’Iliade furono ricopiati nelle pergamene; a noi è giunta proprio la stesura dei testi presenti nelle pergamene ripiegate.
Quindi si passò successivamente dai papiri alle pergamene fino ad arrivare in seguito all’affermazione del codice. Nel corso del Medioevo si affermò la pratica della copiatura a mano dei testi scritti da parte dei monaci amanuensi, che rimase in auge fino a quando Johann Gutenberg fu capace di inventare la stampa a caratteri mobili. Fu grazie a lui che fu realizzata la celebre Bibbia latina a due colonne, che veniva definita delle 42 linee o Mazarina. Grazie all’invenzione di Gutenberg finalmente si iniziarono ad avere le prime tipologie di libro a stampa che sono considerate come i precursori del libro moderno dotato di una copertina, di un frontespizio, di pagine all’interno delle quali iniziarono ad essere inseriti anche degli indici e delle dediche.
In passato non esisteva la figura di un editore e la stessa persona scriveva, stampava e pubblicava un libro. Soltanto a partire dal XIX secolo poi iniziò ad esserci una differenziazione tra scrittore di un dato libro e il tipografo che glielo pubblicava. Dal XIX secolo in poi iniziò ad affermarsi il libro come oggi lo conosciamo, un prezioso strumento di conoscenza, di sapere e allo stesso tempo di svago dove il lettore può iniziare ad immergersi in storie che in qualche modo iniziano ad essere anche parte del suo mondo immaginario e interiore.
Libro, librerie e biblioteche nell’arte
Anche molti artisti nel corso dei secoli hanno iniziato a riportare libri, librerie e biblioteche sulle loro tele a testimonianza di come questi tre strumenti fossero molto diffusi nelle loro epoche storiche e di come la lettura fosse un’attività molto importante per le persone.
Ecco alcune delle opere artistiche sui libri, le librerie e le biblioteche che verranno brevemente prese in esame all’interno di questo articolo:
- Natura morta con libri e violino di Jan Davidsz de Heem.
- Due sportelli di libreria di Giuseppe Maria Crespi.
- La Biblioteca di François Foisse.
- Il topo da biblioteca di Carl Spitzweg.
Natura morta con libri e violino, Jan Davidsz de Heem
Natura morta con libri e violino è un quadro realizzato da Jan Davidsz de Heem nell’anno 1628 mediante la tecnica pittorica dell’olio su tavola. Il dipinto è custodito oggi presso il celebre museo Mauritshuis dell’Aia, in Olanda.
In questo dipinto viene riportata una natura morta che ha come soggetti pittorici principali dei libri dalle pagine aperte e lo strumento musicale del violino. I libri hanno le pagine aperte che riportano testi scritti, mentre il violino è poggiato sopra un altro libro ed è di colore marrone. Oltre ai libri, che sono posati sopra il tavolo, sono presenti anche alcuni fogli e una pergamena ripiegata. La natura morta vede l’utilizzo soprattutto del colore bianco e del colore marrone e lo sfondo in cui è collocata presenta dei chiaroscuri marroni di tonalità scure e chiare.
Due sportelli di libreria, Giuseppe Maria Crespi
Due sportelli di libreria è invece il titolo del quadro realizzato da Giuseppe Maria Crespi nell’anno 1725. Si tratta di un olio su tela che è custodito oggi presso il Civico Museo Bibliografico Musicale di Bologna, in Emilia Romagna.
In questo dipinto vengono raffigurati due sportelli di una libreria costruita in legno marrone chiaro all’interno del quale si possono trovare vari libri che sembrano essere preziosi e antichi. All’interno dei due sportelli la maggior parte dei libri sono chiusi mentre alcuni hanno le pagine aperte. Tra gli oggetti presenti vi sono anche un calamaio con una piuma d’oca, altre piume d’oca e dei fogli che sono adagiati sopra i libri.
La Biblioteca, François Foisse
La Biblioteca è un quadro eseguito da François Foisse nell’anno 1741. Il dipinto è un olio su tela che oggi si trova presso il celebre museo Wadsworth Atheneum di Hartford, negli Stati Uniti.
In questo olio su tela viene rappresentato lo scaffale di una biblioteca di legno all’interno del quale sono riposti dei bellissimi libri dalle copertine rare e preziose e chiusi. I libri sono in parte coperti dalla presenza di una tenda colore verde smeraldo che presente delle bordature giallo-dorate. Appesa allo scaffale con un nastro arancione chiaro vi è anche una forbice.
Il topo da biblioteca, Carl Spitzweg
Ultima opera che viene descritta e che è dedicata ai libri è Il topo da biblioteca realizzata da Carl Spitzweg nell’anno 1850 mediante la tecnica pittorica dell’olio su tela. Oggi questo dipinto si trova presso il Museum Georg Schäfer a Schweinfurt.
In questo dipinto viene raffigurato un anziano signore intento nella scelta di un libro da prendere dalla biblioteca. Questo signore ha l’aria di essere un lettore esperto e amante della carta stampata a tal punto che tiene con sé tre libri: uno dalla copertina rossa che tiene sotto il braccio e che presumibilmente ha già scelto, uno che tiene con una mano e che è chiuso e il terzo che è aperto che legge avidamente con l’altra mano. L’uomo si trova sopra una scala di legno ed è assorto tra la lettura e la scelta di più libri.
Il topo da biblioteca è un’opera d’arte che ha come tema portante l’amore per la lettura e per le storie riportate sui testi scritti di un libro.
Conclusioni
Il libro, di cui si è riportata una breve storia, viene visto come strumento di conoscenza e di svago allo stesso tempo, il quale è capace di trascinare il lettore nelle storie che racconta fino a coinvolgerlo del tutto nel vissuto dei personaggi stessi.
Scrivi un commento