Bessie Coleman
Bessie Coleman è stata una pilota americana di aerei, la prima donna afroamericana e nativa americana ad aver ottenuto una licenza da pilota.
Le origini: una famiglia dalle molteplici radici
Elizabeth Coleman, in breve Bessie, nacque il 26 gennaio 1892 ad Atlanta, in Texas, da una famiglia numerosa, decima di tredici figli. Suo padre, George Coleman, era afroamericano con nonni nativi Cherokee, mentre sua madre, Susan Coleman, era afroamericana. Quando Bessie era ancora bambina, la famiglia si trasferì nella città di Waxahachie, sempre in Texas, dove Bessie frequentò la scuola quando compì sei anni: la situazione era quella tipica di segregazione razziale, con una sola stanza dedicata agli alunni di colore. Ciononostante, la piccola Bessie mostrò sin da subito un grande amore per la lettura ed eccezionali abilità matematiche. La ragazza doveva poi interrompere la scuola periodicamente per aiutare la famiglia durante la raccolta di cotone, dal momento che i suoi genitori lavoravano come mezzadri.
Nel 1991, il padre George si separò dalla famiglia, recandosi in Oklahoma alla ricerca di migliori opportunità lavorative; Susan e i figli rimasero in Texas. Lì, all’età di dodici anni, Bessie vinse una borsa di studio per frequentare la Missionary Baptist Church School; compiuti diciott’anni, riuscì anche a frequentare un semestre all’Università dell’Oklahoma prima di terminare i suoi risparmi ed essere costretta a tornare a casa.
Amore a prima vista: il volo
All’età di 23 anni Bessie si trasferì a Chicago insieme ai suoi fratelli, dove trovò lavoro come manicurista. Fu in quella città che conobbe il volo e le nacque il desiderio di diventare pilota, soprattutto dopo aver udito le storie dei piloti che avevano servito durante la Prima Guerra Mondiale. Con l’idea di studiare come pilota, Bessie iniziò anche un secondo lavoro, ma le circostanze non erano a suo favore: in America le scuole di volo non ammettevano donne, né tantomeno donne di colore.
Il suo desiderio si scontrava con la realtà della segregazione, contro cui la comunità di colore stava lottando da anni. Per questo motivo Robert S. Abbott, fondatore di uno dei maggiori quotidiani di proprietà di un uomo di colore, il Chicago Defender, prese a cuore la vicenda di Bessie e la pubblicizzò, riuscendo a raccogliere abbastanza per finanziare gli studi di Bessie all’estero; lui per primo contribuì finanziariamente, insieme al banchiere di colore Jesse Binga. Fu così che Bessie si iscrisse alla Berlitz Language Schools per studiare francese e, in seguito, si recò a Parigi nel 1920, con l’intenzione di diventare pilota. Imparò a pilotare un aereo da guerra francese, il Nieuport 564 e ottenne la licenza il 15 giugno 1921, diventando così la prima donna di colore, e nativa americana date le sue origini famigliari, a ottenere una licenza di pilota. Prima di ritornare negli Stati Uniti, perfezionò le proprie abilità prendendo lezioni da un pilota francese.
Le esibizioni negli Stati Uniti
Tornata negli Stati Uniti, Bessie si rese conto che, se voleva vivere come pilota, l’unico modo era dedicarsi al barnstorming, ossia a una forma di volo acrobatico effettuato con vecchi aerei americani della Prima Guerra Mondiale. Per fare ciò, Bessie aveva bisogno di ulteriore pratica, ma nessuno, negli Stati Uniti, era disposto a insegnarle: nel 1922, allora, salì su una nave e tornò in Francia. Qui, seguì un corso avanzato di pilotaggio, per poi recarsi nei Paesi Bassi e in Germania, dove approfondì la sua conoscenza degli aerei e delle tecniche di volo. Alla fine, tornò negli Stati Uniti.
Lanciata nel barnstorming, ottenne un immediato successo: la sua fama le permise non solo di guadagnarsi da vivere, ma di diventare un modello di emancipazione per tutte le donne e di lotta alla segregazione razziale. Per almeno cinque anni la “Regina Bess” partecipò a molteplici eventi importanti e ottenne una vasta copertura mediatica. La sua prima apparizione fu il 3 settembre 1922 durante uno spettacolo di commemorazione per il 369° reggimento di fanteria della Prima Guerra Mondiale, sponsorizzato proprio dal suo amico Abbott: la sua performance durante lo show strappò recensioni entusiastiche dai giornali, che la definirono la più grande pilota donna del mondo.
Lo scopo di Bessie non era però solo acquisire fama come aviatrice: la donna sfruttava la propria popolarità per portare avanti la lotta contro il razzismo e la segregazione razziale. Più volte rifiutò di partecipare ad eventi che non ammettevano persone di colore, rilasciò molteplici interviste e tenne discorsi contro il razzismo. Per guadagnare qualche soldo in più, con l’obiettivo finale di comprarsi un proprio aereo e aprire una scuola di volo, Bessie accettò l’ospitalità del Reverendo Hezakiah Hill e sua moglie Viola a Orlando, in Florida; lì aprì un salone di bellezza.
Dopo anni di risparmi, nel 1926 Bessie riuscì a comprarsi il proprio aereo, un Curtiss JN-4. Il suo meccanico personale, William D. Wills, fece un giro di prova ma giudicò l’aereo troppo vecchio e maltenuto per potersi esibire; Bessie, però, non gli diede ascolto. Il 30 aprile 1926, durante un’esibizione, l’aereo di Bessie precipitò all’improvviso dopo appena dieci minuti dall’inizio dello show: la donna morì sul colpo, all’età di 34 anni.
Bessie Coleman non ebbe l’opportunità di realizzare il suo sogno, ossia di aprire una scuola di volo per persone di colore, ma il suo esempio ispirò le generazioni successive che lottarono contro la segregazione razziale. Al suo funerale parteciparono più di diecimila persone.
A cura di Chiara.
Scrivi un commento