Formazione del Correggio

Il Correggio viene senz’altro considerato come uno dei geni dell’arte rinascimentale. La sua formazione iniziò in un contesto provinciale presso la bottega di un modesto pittore, Francesco Bianchi Ferrari. L’influenza del suo primo maestro d’arte si avvertiva soltanto nel primo disegno che il pittore realizzò. Successivamente il Correggio voleva iniziare a conoscere e imparare tutte le tecniche dei principali artisti rinascimentali dell’epoca anche in autonomia. Nei suoi lavori giovanili molto evidente fu lo studio da parte sua delle opere dei principali maestri dell’epoca, come per esempio il Mantegna, Leonardo Da Vinci, i pittori ferraresi, Michelangelo Buonarroti, Raffaello che probabilmente imparò a conoscere meglio nel loro stile in occasione del suo viaggio a Roma.

L’affermazione del suo genio creativo

Inizialmente quindi la sua carriera artistica fu contrassegnata dalla conoscenza e dall’emulazione degli artisti che operavano in quel periodo. Fu poi il viaggio che fece a Parma che lo ispirò definitivamente, considerando che iniziò a dipingere in maniera originale impostando un personale stile pittorico che ebbe modo di porre in risalto il suo grande genio creativo.

Fu capace dunque di rendere manifesto il suo genio creativo nei lavori della cupola del Duomo in cui iniziò ad utilizzare delle tecniche pittoriche del tutto innovative. Il Correggio adottò quindi uno stile pittorico completamente innovativo che avrebbe influenzato tutti gli artisti della sua epoca e anche quelli successivi. Pittori come Annibale Carracci, Rubens, Lanfranco e tanti altri presero come punto di riferimento il grande maestro; anche nel corso del Settecento altri grandi artisti si rifacevano al suo grande stile pittorico. Egli inoltre ebbe modo di lavorare in un contesto provinciale, senza far assorbire la sua arte da alcun contesto metropolitano. Molto innovativa fu la sua concezione di spazio che fu impostato secondo una prospettiva di tipo tridimensionale e in certo senso “celeste”. L’idea di spazio concepita dal Correggio era naturale rispecchiando quindi quello che accadeva nella realtà e non un ideale di perfezione ideale.

Il principio più importante su cui si basava lo stile pittorico del Correggio era la naturalezza, che si rifletteva nella decisione di dipingere ciò che vedeva o anche nello studio che egli faceva della luce. Un altro elemento importante del suo stile pittorico era quello di volere rappresentare i sentimenti umani. Altra particolarità che lo contraddistingueva poi era il volere rappresentare nelle sue tele il movimento abbinato alla rappresentazione quindi degli stati d’animo umani.

Due opere del Correggio

Quelle che si vogliono descrivere sono due opere mitologiche:

  1. L’educazione di Cupido;
  2. Giove ed Io.

L’educazione di Cupido

L’educazione di Cupido è una delle opere mitologiche di Correggio che è stata realizzata nel 1527-1528 mediante la tecnica pittorica dell’olio su tela. Oggi è possibile andare ad ammirare questo capolavoro artistico presso la National Gallery di Londra, in Gran Bretagna.

Questo dipinto fu realizzato dal Correggio su commissione di Federico II Gonzaga. L’opera fa parte di un ciclo pittorico di sei opere dipinte dall’artista, le quali ritraggono scene tipiche della mitologia greca. I personaggi al centro della scena sono la dea Venere, Mercurio e il piccolo Cupido. Tutti e tre i protagonisti collocati al centro della tela vengono dipinti con toni chiari e rosati e con una grande delicatezza. Vengono anche rappresentati piccoli dettagli, come per esempio il fogliame e i capelli degli dei che vengono dipinti con toni di colore lucidi.

Il soggetto mitologico rappresentato non è di grande rilevanza, ma le tematiche che si vogliono affrontare nella tela sono l’educazione sentimentale e l’amore. Venere e Mercurio, collocati ai lati nella tela, sono colti nell’atto di far apprendere al piccolo Cupido l’educazione sentimentale. Ciò che sorprende in questo quadro è come il Correggio riesca a rappresentare con tutta la sua delicatezza un’idea di grande solidità familiare. Venere viene ritratta in tutta la sua sensualità, ma lo scopo del pittore è quello di non farle mai incrociare lo sguardo dell’osservatore del dipinto. In questo dipinto si scorge un’aurea di grande romanticismo, elemento molto ripreso poi successivamente anche dagli esponenti del Rococò.

Giove ed Io

Un’altra opera artistica del Correggio è Giove ed Io che egli dipinse tra il 1532 e il 1533 mediante la tecnica pittorica dell’olio su tela. Oggi l’opera è custodita presso il Kunsthistorisches Museum di Vienna, in Austria.

Giove ed Io è un’opera artistica facente parte di un ciclo pittorico da lui eseguito sempre a tema mitologico su commissione da parte sempre di Federico II Gonzaga. Queste opere furono richieste probabilmente dal marchese di Mantova per essere collocate presso le principali sale del noto Palazzo Te. In questo quadro viene raffigurata la scena del mito in cui la ninfa Io viene accolta tra le braccia di Giove, che si era invaghito di lei. Il dio Giove si intravede a malapena, considerando che tutto l’ambiente circostante è avvolto dalle nuvole.

Il pittore riesce in questo quadro a cogliere il tema erotico della scena, considerando che la ninfa viene colta in un’espressione estatica, la quale viene però rappresentata in modo molto naturale e delicato.