Rosalba Carriera

Rosalba Carriera, una delle più grandi ritrattiste del Settecento, si distingue dal panorama dalle artiste del passato per lo spiccato senso imprenditoriale. Rispetto a tantissime altre autrici, che preferivano affidarsi agli uomini per la contrattazione e gli ordini, Rosalba lavorava in totale autonomia.

I critici la considerano la prima vera business woman della storia dell’arte, capace di gestire da sola il suo studio e gli ordini richiesti dai diversi clienti. Una personalità forte e decisa è quella che caratterizza l’artista, che scopre la propria passione per il disegno già da molto piccola.

Rosalba Carriera nasce a Venezia nel gennaio del 1673, accompagnata da altre due sorelle. La passione per l’arte si presenta quasi subito, spingendola a ricercare il proprio strumento di rappresentazione preferito. Dopo vari tentativi, l’artista sceglie il “pastello morbido”, inventato solo pochi anni prima.

Rosalba è stata la prima ad utilizzare il pastello per tutto il disegno – senza limitarsi all’immagine preparatoria – riuscendo a creare effetti nuovi e immagini mai viste prima. L’efficacia dei suoi ritratti sta proprio nell’emozione trasmessa dal colore, che cattura l’essenza del soggetto e la trasmette all’osservatore.

Come abbiamo anticipato, Rosalba Carriera è un’artista indipendente, un’artista che scrive il proprio destino da sola. Inizia la sua attività indipendente nel 1703, arrivando a guadagnarsi l’ammissione all’Accademia Nazionale di San Luca in soli due anni. Arrivano quindi i primi ordini, che Rosalba realizza all’interno del suo studio a San Voi (Dorsoduro), complice dell’aiuto della sorella Giovanna.

Diversi sono gli stranieri che arrivano a Venezia per chiedere un ritratto, affascinati dalla sua arte e dal suo modo di rappresentare il mondo. Tra i tanti che si presentano alla sua porta, anche Federico IV di Danimarca, che le ordina un ritratto ed una serie di dipinti aventi come tema le donne veneziane.

Contemporaneamente, l’artista inizia ad insegnare la tecnica del pastello nel suo studio, avvicinando diverse giovani pittrici al mondo del disegno. La sua carriera si interrompe bruscamente a causa di un problema agli occhi, che le impedisce di continuare a disegnare.

Le opere di Rosalba Carriera

Per gran parte della sua vita, Rosalba porta con sé un vecchio diario. All’interno del diario realizza copie in miniatura di tutti i suoi pastelli, creando un vero e proprio archivio di opere catalogate.

Il ritrovamento di questo diario ci ha permesso di associare all’artista una lunga serie di ritratti, che la presentano come un’abile disegnatrice ed un’esperta nell’uso del colore e della sfumatura.

Nell’analisi delle sue opere principali, è impossibile non partire dagli autoritratti, che più di tutto descrivono il lento evolversi dell’artista – a livello lavorativo e a livello personale/psicologico.

Il primo autoritratto (1709) rappresenta l’artista intenta a dipingere sua sorella Giovanna, con un’espressione completamente rilassata. Di tutt’altro avviso è invece l’ultimo autoritratto (1746), dove Rosalba si rappresenta con il volto stanco e invecchiato, con un’elegante corona d’alloro disegnata intorno alla testa. Gli anni trascorsi e la sofferenza vissuta si riconoscono attraverso gli occhi, che esprimono tutto quello che la voce non può dire.

Nei suoi ritratti è subito evidente la capacità di sapere leggere l’anima di chi le sta di fronte, racchiudendo tutte le emozioni della persona in un’unica opera. Nel disegno dal titolo “Ritratto di signora anziana”, la sua abilità è immediatamente riconoscibile, anche grazie alla delicatezza con cui rappresenta i segni sul volto della donna.

Ma Rosalba non si occupa solo di ritratti, tra il 1744 e il 1746 realizza una serie di quattro disegni dedicati alle Allegorie degli Elementi (Aria, Acqua, Terra, Fuoco), commissionata da Augusto III. La serie viene considerata come uno dei suoi capolavori indiscussi, simbolo di una padronanza tecnica tutt’altro che scontata.

Il disegno che colpisce subito l’attenzione è quello dell’Allegoria dell’Aria, per il cui volto allegorico la pittrice sceglie una donna del popolo. Nonostante i lineamenti marcati, la delicatezza con cui vengono rappresentati i dettagli circostanti riesce a trasmettere il giusto senso di equilibrio all’opera, conferendo alla protagonista sicurezza e sensualità.

La stessa spiccata delicatezza è evidente nella maggior parte dei ritratti femminili, dove Rosalba dedica grande attenzione ai tessuti e ai drappeggi, cercando di creare un’ambiente confortevole per le sue donne. I volti rilassati sono quelli più suggestivi, come dimostrano le Allegorie delle Stagioni, ognuna rappresentata in modo diverso.