Elly Schlein

Elena Ethel Schlein, in breve Elly, è una politica italiana, di origini svizzere e con cittadinanza statunitense. È attualmente deputata alla camera per il Partito Democratico, eletta per la circoscrizione dell’Emilia-Romagna. 

Tripla cittadinanza

Elly Schlein nasce in Svizzera, a Lugano, il 4 maggio 1985. Suo padre, Melvin Schlein, è un cittadino statunitense, accademico e politologo, di origine ebraiche; il suo cognome di famiglia era, infatti, Schleyen, ma è stato “inglesizzato” e semplificato in Schlein dai suoi avi all’arrivo negli Stati Uniti. Melvin Schlein per un periodo ricopre la carica di professore emerito di scienza della politica e storia alla Franklin University di Lugano, ed è durante il suo periodo svizzero che nasce Elly. Sua madre, Maria Paola Viviani, cittadina italiana nipote dell’avvocato antifascista Agostino Viviani, è professoressa di diritto pubblico comparato all’Università dell’Insubria, a Varese. Elly ha inoltre un fratello e una sorella maggiori.

Figlia di un cittadino statunitense e di una italiana, Elly possiede la doppia cittadinanza, a cui si aggiunge la cittadinanza svizzera, ottenuta per naturalizzazione nel comune di residenza, Lugano. Ed è infatti a Lugano che Elly studia e consegue la maturità, per poi trasferirsi a Bologna, dove si iscrive a giurisprudenza. Si laurea nel 2011 con il massimo dei voti, con una tesi sulla criminalizzazione e la sovra-rappresentazione dei migranti in carcere e una sui diritti dello straniero nella giurisprudenza costituzionale; subito dopo la laurea, è tra i collaboratori che realizzano il documentario Anija – La nave, diretto da Roland Sejko e dedicato all’ondata di immigrazione dall’Albania verso l’Italia negli anni Novanta, a seguito del crollo del regime comunista.

Tra le file del PD

Elly inizia la propria carriera politica già durante il periodo universitario, muovendosi tra Italia e Stati Uniti. Durante la campagna di Barack Obama a presidente degli Stati Uniti, infatti, partecipa come volontaria a Chicago, e fa lo stesso nel 2012, durante la campagna per il secondo mandato di Obama; il tutto viene documentato in un blog.

A Bologna, invece, si dedica alla sensibilizzazione del pubblico sulla questione della migrazione e la situazione critica nelle carceri. A tal fine fonda insieme ad alcuni compagni l’associazione studentesca universitaria Progrè, a cui si aggiunge una rivista e, in seguito, un festival annuale dedicato a queste tematiche, il ProMiGrè

Nel 2013, Elly si oppone alla nascita del governo Letta sulla base di una grande coalizione, e dà voce al malumore di altri giovani esponenti del partito, dando vita insieme a loro alla campagna #OccupyPD, ossia all’occupazione fisica di alcune sedi del Partito Democratico. Nello stesso anno, Elly aderisce a una mozione per nominare Giuseppe Civati alla guida del partito; diventa la voce rappresentatrice della corrente “civatiana” del PD, ossia la corrente più storicamente legata ai valori del PD e alla sinistra del passato. A tal fine, lancia l’iniziativa “102 idee per cambiare” per proporre principi più in linea con il centro-sinistra storico. 

Il distacco 

Nel 2014, sempre tra le file del PD, Elly si candida al Parlamento europeo, ottenendo un seggio presso la circoscrizione nord-orientale grazie alla propria campagna improntata alla sostenibilità (rappresentata dalla parola d’ordine Slow Foot, diventato un hashtag). Durante la sua carica da europarlamentare lavora come membro della commissione per lo sviluppo (per cui vince il premio Mep Awards) e ricopre il ruolo di vicepresidentessa della delegazione alla commissione parlamentare di stabilizzazione e di associazione UE-Albania (ricordiamo che da anni l’Albania sta intrattenendo rapporti con l’Italia e l’Unione Europea per infine entrare a far parte dell’Unione).

Nel frattempo, però, i rapporti di Elly con il proprio partito iniziano a deteriorarsi. Elly non è d’accordo con l’impronta data al PD dal nuovo segretario Matteo Renzi (soprattutto in merito al Jobs Act), e nel 2015 decide di abbandonare il PD insieme a Pippo Civati, insieme a cui lancia il partito di centro-sinistra Possibile.

Ormai assorbita nell’orbita sinistra, centro-sinistra, verdi, in quanto membro della lista Emilia-Romagna Coraggiosa Ecologista e Progressista si candida alle elezioni regionali emiliane nel 2020, ottenendo un’altissima percentuale di preferenze personali (soprattutto da parte del collegio di Bologna), rispetto alle preferenze espresse per la lista in sé. Stefano Bonaccini, già presidente dell’Emilia-Romagna, viene rieletto nel 2020 e nomina Elly come vicepresidentessa della regione, assegnandole un ruolo di delegata al welfare e al patto per il clima.

L’appartenenza a un partito o a una particolare lista non impedisce però ad Elly Schlein di rimanere salda nelle proprie posizioni. Quando prima il governo Conte I, poi il governo Conte II, mandano avanti la riforma per la riduzione del numero di parlamentari, Elly esprime a chiare lettere il proprio voto contrario, nonostante il “sì” promosso sia dai suoi ex compagni di partito del PD, sia da Bonaccini, presidente della regione. Sempre più vicina ai verdi, nel 2021 Elly entra a far parte di Green Italia.

Alle ultime elezioni (25 settembre 2022), partecipando nella lista del Partito Democratico – Italia Democratica e Progressista, Elly Schlein viene eletta alla Camera dei Deputati. Pubblica anche un libro manifesto delle proprie idee politiche, La nostra parte.

Qualche giorno fa Elly è stata eletta segretaria del Partito Democratico ed entrerà in carica come tale in data 12 marzo 2023.

A cura di Chiara.