Introduzione
Il sito archeologico di Pompei è stato considerato degli esperti come uno dei più “proficui” d’Italia, con ritrovamenti spettacolari e immagini sorprendenti. Affreschi, incisioni e statue sono state catalogate e messe in sicurezza, così da consentire al pubblico una visione ravvicinata di tutto quello che la storia ci ha lasciato.
Nel corso degli anni, Pompei è diventata sede di tantissime mostre diverse. Le esposizioni dedicate alle donne hanno ricevuto un discreto successo, dimostrando l’efficacia di un metodo di condivisione moderno e innovativo.
La figura della donna compare più e più volte negli affreschi pompeiani, rappresentata in modi diversi e con caratteristiche diverse. La donna di Pompei è certamente indipendente e forte, certamente sensuale e sicura di sé, certamente diversa rispetto a quello che siamo abituati a vedere.
Scopriamo più da vicino alcuni dei ritrovamenti più interessanti, che permettono di raccontare la storia delle donne di Pompei e il loro ruolo nel mondo dell’arte.
Gli affreschi della Via del Commercio
Tra gli affreschi più sorprendenti e unici del sito archeologico di Pompei compaiano anche le opere della “Via del Commercio”. Le immagini ritrovate in questa specifica sezione del sito rappresentano donne d’affari, donne sicure che assumono un ruolo importante nella società del tempo.
I visitatori si trovano di fronte a donne intente a contrattare con i clienti, donne sedute al bancone che si occupano di vendere la merce ai nuovi arrivati; sono figure nuove, che raccontano una parte della storia poco conosciuta ma reale. Nonostante l’impossibilità di accedere a ruolo di comando, le donne avevano la possibilità di aiutare nella vendita e contare il denaro, assumendo un minimo di indipendenza. Pompei ci dimostra l’importanza di rappresentare anche questo lato della medaglia, dando alle donne del passato la giusta importanza.
Allo stesso modo, sono stati ritrovati due affreschi rappresentanti due donne che stringono fra le mani una tavoletta per scrivere e uno stilo. Gli esperti le hanno identificate come la moglie di Paquio Proculo e la poetessa Saffo, due figure particolarmente iconiche per il tempo. Come abbiamo visto, entrambe trasportano una tavoletta per scrivere e uno stilo, simboli del loro alto status sociale e del ruolo di donne estremamente istruite.
Erotismo e sensualità negli scavi di Pompei
L’intraprendenza delle donne di Pompei è poi ancora più evidente attraverso la visione delle opere erotiche ritrovate in tutto il sito archeologico.
Gli scavi sono ancora in atto, e il ritrovamento di immagini che ritraggono le donne in contesti erotici continua anno dopo anno. Gli affreschi sono stati rinvenuti in tutti gli spazi della città, dalle terme fino alle case private, dimostrando la “normalità” del fenomeno.
Una delle ultime scoperte, che ha suscitato grande curiosità da parte degli esperti e del pubblico di visitatori, è legata ad una casa privata. Parliamo della “Casa di Leda e il Cigno”, luogo in cui sono state scoperte diverse scene erotiche e quadri espliciti.
La scena che più di tutte ha attirato l’attenzione è quella del congiungimento tra Giove, trasformatosi in cigno, e Leda, moglie di Tindaro re di Sparta. Il mito si fonde quindi con la realtà, dimostrando l’importanza di questi racconti nella cultura dei romani. L’intera stanza è caratterizzata da decorazioni a carattere ornamentale, dove delicate immagini di fiori e piante si alternano a grifoni e cornucopie. I disegni si estendono ovunque, arrivando fino al soffitto della stanza, attirando immediatamente l’attenzione dei singoli osservatori.
Immagini simili, dove la donna viene resa protagonista e audace, sono quelle ritrovate sulle tre pareti del cubicolo della Villa di Gragnano in località Carmiano, ricostruito dopo il recente restauro. Ci sono poi gli affreschi ritrovati nei lupanari di Pompei, che descrivono scene erotiche che coinvolgono uomini e donne.
La rappresentazione della donna è qui completamente ribaltata, e legata ad una visione più “liberale” ed esplicita. L’immagine della donna angelica e intoccabile viene sostituita da un’idea diversa, che caratterizza tutta Pompei e tutti i principali ritrovamenti del sito archeologico.
Citiamo in ultimo il murale della Venere Anadiomene, che viene rappresentata mentre è adagiata su una conchiglia in compagnia di due eroti. Il murale potrebbe essere considerato come una copia romana del dipinto di Apelle, menzionato da Luciano di Samosata e rappresentante la stessa scena.
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