Mary Quant

Barbara Mary Quant è una fashion designer britannica, icona della moda degli anni Sessanta, figura di spicco del movimento culturale degli anni Sessanta Mod, incentrato sulla moda e sulla musica, e soprattutto ideatrice della minigonna e degli shorts, oltre che del “Chelsea Look”. 

Famiglia di umili origini

Mary Quant nasce l’11 febbraio 1930 a Blackheath, Londra. I suoi genitori, Jack e Mildred, sono entrambi gallesi, figli di famiglie di minatori, ma grazie a delle borse di studio ottenute presso l’università di Cardiff, riescono a ottenere una laurea di primo livello con il massimo dei voti, per poi trasferirsi a Londra e lavorare come docenti. 

Mary studia al liceo di Blackheath, il quartiere dove è nata, e vorrebbe proseguire gli studi studiando moda, ma i genitori la dissuadono, ritenendolo un percorso troppo incerto. Mary allora frequenta il Goldsmiths College e si laurea nel 1953 in educazione artistica e illustrazione. Nello stesso anno della sua laurea incontra Alexander Plunket Green, nipote del cantante lirico irlandese Harry Plunket Greene: Mary e Alexander si sposeranno nel 1957 e avranno un figlio, Orlando.

La carriera nella moda

Dopo la laurea, Mary non abbandona il sogno di lavorare nella moda: viene assunta come apprendista dal modista danese Erik, che ha un negozio di alto livello in Brook Street, vicino all’hotel Claridge’s; per un paio d’anni, Mary si dedica al design di cappelli. Nel 1957, con il supporto e la collaborazione del marito, apre una propria boutique in King’s Road, chiamata Bazaar. Inizialmente, Mary si limita a vendere abiti e articoli di abbigliamento comprati all’ingrosso presso altri rivenditori, inserendo nell’esposizione solo qualche pezzo da lei disegnato. Eppure, le sue creazioni, tanto più che sono originali e pezzi unici, riscuotono un immediato successo, attirando l’attenzione delle riviste di moda, tra cui Harper’s Bazaar, il più importante fashion magazine americano. Grazie alla pubblicità di Harper’s Bazaar, un fabbricante americano decide di comprare alcuni suoi pezzi per rivenderli all’estero.

 

L’attenzione ricevuta dal pubblico spinge Mary a osare ancora di più: decide di abbandonare la rivendita di articoli di abbigliamento e di dedicarsi esclusivamente al design, alla fabbricazione e alla vendita di articoli da lei firmati. Il suo stile è audace, specchio della rivoluzione culturale degli anni Sessanta: Mary, infatti, si ispira soprattutto ai giovani, alla moda lanciata dagli artisti del cosiddetto “Chelsea Set”, e al look delle ballerine; i suoi pezzi giocano sul bianco e sul nero, sugli shorts aderenti, su stivaletti di pelle. Inizialmente Mary lavora da sola nel proprio laboratorio, ma il successo strepitoso dei suoi articoli la porta ben presto a dover assumere del personale: nel 1966, per lei lavorano circa 18 impiegati. Nel giro di sette anni, la sua impresa si espande su scala internazionale, arrivando a produrre milioni di dollari di utile.

Lo stile di Mary è una ventata di aria fresca dopo l’austerità e la concretezza della moda durante la Seconda guerra mondiale, e concentra in sé i colori, l’energia e la voglia di cambiamento degli anni Cinquanta e Sessanta. Ma la boutique di Mary non ha successo solo per gli articoli che vi vengono venduti: la stilista ha infatti creato un negozio unico nel suo genere, un ambiente che offre musica e drink e rimane aperto fino a tardi. La sua boutique riflette i gusti e le necessità delle nuove generazioni e spicca come un esperimento unico, che si differenzia sia dalle grandi catene di abbigliamento che dai negozi di alto livello, inaccessibili alla maggior parte delle persone. L’unico altro negozio di quel genere è quello di Kiki Byrne, stilista di origini norvegesi, che ha aperto la sua boutique proprio in King’s Road, in concorrenza con Mary: le due stiliste solo le uniche due designer in tutta Londra che hanno un negozio esclusivamente mirato per i giovani.

L’era della “mini”

Tra gli articoli più richiesti nella boutique di Mary, spicca la minigonna: una gonna corta, leggera, che permette alle donne di muoversi liberamente. Altri stilisti, oltre a Mary Quant, rivendicano il merito dell’invenzione della minigonna; Mary afferma di essersi ispirata alle ragazze della Swinging London, e di aver chiamato l’articolo “mini” in onore della sua macchina preferita, la Mini. La minigonna di Mary raggiunge l’apice del successo quando viene indossata e pubblicizzata dalla super modella della Swinging London, Lesley Lawson, nota anche come “Twiggy”. Inoltre, un altro articolo di punta del Bazaar sono le calze colorate e con diverse trame, e gli “hotpants”, gli shorts aderenti, altra icona della moda degli anni Sessanta. Grazie ai successi riscossi nel mondo della moda, Mary ottiene il riconoscimento Dress of the Year nel 1963, e la nomina a Officer of the Order of the British Empire (OBE), per ricevere la quale si presenta a Buckingham Palace, indossando un minidress di sua invenzione. 

Non solo moda

A partire dagli anni Settanta, Mary espande il suo campo d’azione, dedicandosi al design di articoli per la casa e cosmetici. Nel 1988, le viene chiesto di disegnare gli interni della Mini Designer, una special edition che riporta la firma della stilista sul volante. Ormai il suo marchio è internazionale e non è più solo un brand, ma una vera e propria azienda multimilionaria; la Mary Quant Ltd., il ramo dedicato alla cosmetica, viene acquisita da una società giapponese nel 2000. Mary perde il marito nel 1990. Nel 2015, la regina Elisabetta II nomina Mary Quant Dame of the British Empire.

Mary Quant è stata ampiamente riconosciuta come icona britannica della moda; nel 2009, la sua minigonna è stata scelta per una edizione speciale dei francobolli della Royal Mail, e Mary è comparsa come icona culturale britannica sulla cover di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles.

Mary Quant è morta il 13 aprile 2023 presso la sua abitazione nel Surray.

A cura di Chiara.