L’infinito nell’arte

Si vuole descrivere il concetto di infinito nell’arte, che cosa si intende e quali siano i suoi più importanti significati.

Cos’è l’infinito? Qual è il suo concetto e significato?

In filosofia si parla di infinito come un qualcosa di illimitato, senza fine, da qui appunto il nome. È un pensiero che si perde sin nei tempi antichi ed è soggetto di discussione in diversi campi di studio, compresi matematica e arte. Quest’ultima sarà la protagonista del nostro articolo di oggi.
Prima di entrare nel vivo del discorso vogliamo, però, fare una piccola ma doverosa premessa. L’arte ha diverse forme che passano non solo attraverso la classica pittura o scultura ma anche nel cinema, ad esempio, nel teatro o nella fotografia.


Nelle opere di ogni artista vi sono rappresentati dei pensieri astratti, che a noi sembrano intangibili e invece loro riescono a rappresentare così concretamente e il concetto di infinito è proprio uno di questi. Ma vediamo più nello specifico con qualche esempio.

Infinito e pittura

Il più delle volte si pensa che sia la pittura astratta a meglio rappresentare l’infinito in quanto concetto intangibile, ma invece, per trovarlo, non si deve poi andare così lontano perché, per esempio, il celebre Leonardo Da Vinci ne aveva riprodotto una sua personalissima visione.
Prendiamo la Vergine delle Rocce, uno dei più celebri dipinti di questo genio rinascimentale. Alle spalle di Maria possiamo notare un paesaggio fatto di più picchi rocciosi che si perdono all’orizzonte. Se i primi sono più nitidi, mano a mano che si allontanano, vanno a schiarirsi e confondersi in una nebbia dando l’impressione che “oltre” ci sia qualcosa.

Friedrich e l’infinito

Un altro esempio di artista che spesso ha rappresentato l’infinito è Caspar D. Friedrich, forse il più rappresentativo in questo ampio discorso. Sono diverse, infatti, le opere di questo artista che “giocano” su questo concetto e lo fanno quasi in modo tormentato.

 

A riguardo non possiamo non menzionare Monaco sulla spiaggia. Il dipinto è estremamente semplice ma i colori scuri e la scelta di rappresentare una figura solitaria in contemplazione di un enorme paesaggio, danno immediatamente l’idea di qualcosa di illimitato e senza fine. Molto simili sono anche il suo Paesaggio del Riesengebirge e Mattino sul Riesengebirge, dove vengono rappresentate una serie di montagne che, anche in questo caso, si vanno a perdere in un orizzonte nebbioso. Possiamo citare ancora Due uomini in riva al mare o anche Viandante sul mare di nebbia, Mattino in montagna o ancora meglio Donna al tramonto del sole. In ognuno di questi dipinti potrete osservare come l’infinito sia stato così ben rappresentato, perlomeno in modo più “tangibile”.

In letteratura

Concludiamo il nostro articolo con un’altra forma d’arte: la letteratura. Nel momento in cui vogliamo associare delle parole scritte al concetto di infinito, sicuramente non potrà non venirvi in mente Giacomo Leopardi, con il suo omonimo componimento, eppure non è di lui che vogliamo approfondire, seppur brevemente.

È Jorge Luis Borges lo scrittore che meglio rappresenta questo pensiero. Lo fa, però, in un modo del tutto personale e lo vede soprattutto come qualcosa di caotico, irraggiungibile e, soprattutto, non spiegabile. L’infinito di Borges è prima di tutto incoerenza.