L’acquaforte nell’arte
Nell’articolo di oggi vogliamo parlarvi di una tecnica tanto interessante quanto antica: l’acquaforte.
Brevi cenni storici
Dell’acquaforte sappiamo che è stata introdotta nel mondo dell’arte e delle stampe verso gli inizi del 1500 da Daniel Hopfern mentre nel 1513 abbiamo la prima stampa ufficiale grazie ad Urs Graf, un incisore svizzero.
Nei secoli a venire, quest’arte incisoria finisce per prendere sempre più piede e viene adottata da figure che oggi tutti conosciamo come Rembrandt, con oltre trecento opere, o anche Guido Reni, Tiepolo, il Canaletto, Francisco Goya o persino Picasso.
Una piccola curiosità. All’inizio del paragrafo abbiamo detto che la tecnica dell’acquaforte ha fatto la sua comparsa nell’arte nel Cinquecento, ma in realtà sin dai tempi antichi veniva usata da fabbri ed armaioli nella decorazione delle armi che venivano appunto incise grazie all’ausilio di acidi.
Cos’è l’acquaforte
Adesso che abbiamo visto quando è nata, andiamo a spiegare brevemente di cosa si tratta. Premettiamo che, anticamente, il termine acquaforte veniva usato per indicare quello che noi oggi conosciamo come acido nitrico ed è proprio grazie all’uso di questo materiale che la tecnica deve il suo nome.
Detto ciò, l’acquaforte è, molto semplicemente, una tecnica di incisione indiretta, ovvero l’intaglio del lavoro su di una lastra, che può essere di rame o zinco, che dopo essere stata ricoperta di inchiostro viene inserita in un torchio che la andrà a pressare su di un foglio.
Se già così vi abbiamo dato un’idea di come funziona, nel prossimo paragrafo lo andremo a vedere più nello specifico.
Procedimento
Il primo ed importantissimo passaggio è la pulitura della lastra che dovrà essere spessa non più di 2 mm. Questa parte prevede un’attenta smussatura dei bordi per poi procedere ad una sgrassatura con acqua ragia prima ed una sfregatura con carbonato di calcio dopo (comune gesso in polvere).
Una volta che si è sicuri della pulizia si passerà a trattare la superficie della lamina con un materiale resistente agli acidi che può essere gomma, mastice o più comunemente cera. Una volta solidificato si potrà procedere quindi all’incisione vera e propria.
A questo punto arriva la parte più complicata, ovvero incidere il nostro “disegno” sulla lastra con l’aiuto di una punta sottile. La vernice protettiva data precedentemente verrà quindi asportata lasciando libero il metallo sottostante.
Passiamo adesso al passaggio che viene definito come morsura.
In una vasca, nel quale è stato versato l’acido di cui si intende fare uso, si dovrà mettere la lastra incisa. Il metallo in rilievo verrà quindi corroso mentre la restante parte della lamina, coperta di cera, rimarrà protetta. Più si tiene la lastra immersa e più le incisioni saranno profonde. Nel caso si volessero ottenere diverse profondità basterà coprire alcune incisioni con una vernice all’alcool. Effettuata la morsura si andrà quindi a pulire la lastra con un solvente.
Ci avviciniamo quasi alla fine con l’inchiostratura, ovvero ricoprire uniformemente la lamina con inchiostro da stampa. Solo a questo punto si potrà procedere al passaggio al torchio che stamperà su di un particolare foglio precedentemente inumidito l’incisione fatta.
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