Elizabeth Peyton
Elizabeth Peyton, la pittrice americana nota per i suoi ritratti, mostra al pubblico un nuovo modo di interpretare l’arte. I personaggi rappresentati dall’artista mantengono espressioni essenziali, legate al desiderio di esprimere chiaramente il tormento e la passione interiore. Elizabeth analizza le persone nel dettaglio, la loro voglia di esprimersi e lasciarsi scoprire senza dover necessariamente mostrare troppo, senza doversi esporre.
La maggior parte dei protagonisti dei suoi quadri arriva direttamente dalla sua vita privata. Amici, familiari, amanti, persone che l’autrice vive nel quotidiano e che riescono a trasmetterle la giusta sensazione di “vitalità”. Allo stesso tempo, non è insolito incontrare personaggi noti all’interno dei quadri della Peyton. Celebrità più e meno influenti vengono dipinti in chiave moderna, alla ricerca del loro spirito interiore.
Elizabeth Peyton, un’artista tanto affascinante quanto apprezzata, è nata a Danbury (Connecticut) nel 1965. Ha iniziato a disegnare già in giovane età, dimostrando la propria naturale propensione verso il ritratto. Negli anni dell’adolescenza, ha studiato Belle Arti alla School of Visual Arts di New York City (1984-1987). L’artista dice di ispirarsi a figure storiche come Gustave Flaubert e John Singer Sargent, autori capaci di portare al pubblico il proprio singolare punto di vista. Insieme a decine di altre donne, Elizabeth Peyton va ad aggiungersi ad una fortunata lista di pittrici nate nella seconda metà degli anni ’90.
Isa Genzken, Georgia O’Keeffe sono solo un piccolo accenno all’incredibile produzione di questi anni, che punta tutto sulla rappresentazione della “realtà interiore”. Una delle prime mostre della Peyton si tiene a New York City nel 1993, ospitata all’interno della camera 828 dell’Hotel Chelsea. Alla mostra partecipano davvero pochissime persone – circa 50 – ma tutte restano colpite dai disegni di Elizabeth e dal suo messaggio artistico.
I suoi primi ritratti e altri lavori
I primi ritratti della pittrice fanno riferimento a figure molto conosciute, tra cui compare anche la regina Maria Antonietta. Quello che affascina il pubblico non è tanto la scelta del personaggio rappresentato, quanto più l’emozione trasmessa attraverso l’uso del colore e dell’espressione.
Per quanto piccola e contenuta, la mostra all’Hotel Chelsea attira l’attenzione del pubblico newyorkese, portando Elizabeth a presentare diverse mostre personali. Nei primi anni 2000 iniziano i suoi continui spostamenti, che la portano alla Royal Academy di Londra (2002); al Salzburger Kunstverein di Salisburgo (2002); al Deichtorhallen di Amburgo (2009) e in molti altri musei d’eccezione.
Dal 1998 in poi, l’artista inizia a lavorare anche nel mondo delle stampe. Produce monotipi, litografie e xilografie, sperimentando diverse tecniche e tipologie differenti di carte. La passione per la stampa si prolunga per tutto il resto della sua carriera, che attraversa una vera e propria rivoluzione intorno al 2007. Cercando di trasformare ancora una volta la sua arte, Elizabeth Peyton decide di spingersi oltre la semplice “natura morta”.
Inizia a produrre composizioni complesse, che uniscono la presenza di fiori, statue e ritagli di vario tipo. I lavori che derivano da questa fase di sperimentazione, vengono accolti con successo dalla critica e dal pubblico, presentati in occasione di mostre ed esposizioni.
Attualmente, l’artista lavora tra New York e Berlino, continuando a produrre tanto quadri quanto stampe. La sua passione per l’arte non si è mai spenta e l’ha portata ad analizzare quanto più possibile il mondo complesso delle emozioni umane.
Eventyr, Elizabeth Peyton
Per comprendere affondo l’arte di Elizabeth Peyton è importante soffermarsi ad analizzare ciò che la spinge a realizzare i suoi quadri. L’obiettivo dell’artista è quello di imprimere su carta l’immagine di figure che hanno influenzato la storia, passando dai personaggi più conosciuti (politici, attori, scrittori), fino ai suoi stessi amici (personaggi che hanno influenzato la “storia” dell’artista).
Nella mostra intitolata “Eventyr”, esposta nel 2018 al Thaddeus Ropac, Elizabeth esprime chiaramente la propria visione artistica. La mostra unisce ritratti, autoritratti e nature morte, tenute insieme dall’uso delle pennellate doppie e dai colori tenui.
Appartengono alla collezione quadri come “Ariadne Auf Naxos”, “After Hammershøi (Jens Ferdinand Willumsen)”, “Elio, Oliver (Call me by Your Name)”, e diversi altri quadri dall’aspetto originale e facilmente riconoscibile. La firma della Peyton si riconosce dall’uso esperto del colore e delle sfumature, e dalla capacità di trasferire le emozioni del personaggi attraverso la loro semplice espressione.
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