Introduzione
I poeti sfruttano l’inverno come strumento di rappresentazione del freddo interiore, dello stato d’animo che accompagna i periodi più difficili della vita. La stagione fredda porta con sé la neve, che si poggia su tutte le superfici e trasforma completamente l’ambiente.
Tutto diventa bianco, portando una trasformazione sincera anche nel mondo dell’arte. I pittori paesaggisti sono quelli che meglio riescono a descrivere la potenza travolgente dell’inverno, che influenza l’esterno e i sentimenti delle persone. Le distese di neve rappresentate nei quadri sono in grado di ipnotizzare l’osservatore, che perde di vista l’orizzonte e si immerge completamente nella scena.
Allo stesso modo, gli impressionisti riescono a trasmettere tutta la tranquillità e la calma avvolgente che si associa all’inverno. Nei quadri di Monet, il bianco della neve diventa quasi caldo, come trasformato dalla visione dell’artista.
Vediamo insieme due opere rappresentative dell’inverno, due quadri che descrivono i differenti approcci dei pittori e il loro modo di interpretare il freddo invernale. Le opere di Francisco Goya e di Claude Monet ci guideranno alla scoperta di questa stagione, che riflette le paure e le preoccupazioni degli artisti.
La tempesta di neve, Francisco Goya
Francisco Goya, spesso considerato come “il padre della pittura moderna”, si è cimentato più volte nella riproduzione di scene di vita quotidiana.
Il dipinto intitolato “La tempesta di neve” risale al 1786, con protagonista un paesaggio invernale immerso nel freddo e nella neve. Tre personaggi camminano faticosamente cercando di proteggersi dal vento, avvolti nelle loro candide coperte bianche.
I tre vengono scortati da un uomo con il mantello e il cappello, insieme ad un secondo uomo che imbraccia un fucile. Tutto il gruppo è seguito da un mulo, un maiale, e poi da un cane, in una marcia silenziosa e invisibile destinata a sparire nel freddo della notte.
Il quadro, oggi esposto al museo del Prado di Madrid, è stato realizzato per entrare a far parte di un arazzo dedicato alle stagioni commissionato da re Carlo IV, con l’obiettivo di ottenere un’opera unica e di grandi dimensioni.
Non è chiaro quale sia il significato nascosto dietro l’uso delle “coperte bianche”, che più di tutto attirano l’attenzione dell’osservatore. Potrebbero essere rappresentative dello stesso inverno, che copre con un manto di neve tutto quello che attraversa. In alternativa, le tre figure potrebbero rappresentare il trascorrere del tempo, che prosegue indisturbato anche quando il vento minaccia di allontanarci dalla retta via.
Nel quadro, uomini e animali si trovano ad affrontare un destino comune e superare le difficoltà legate all’inverno, dimostrando ancora una volta l’importanza di questa stagione e la sua capacità di mettere tutti esattamente sullo stesso piano – a prescindere dalla natura e dall’estrazione sociale.
La gazza, Claude Monet
Passiamo ora al secondo quadro, uno dei paesaggi più belli riprodotti da Claude Monet. La pittura impressionista di Monet trova qui massima espressione, grazie all’esplosione di luce e colori caldi che arriva dal fondo del quadro.
Realizzato nel 1868, il quadro rende protagonista indiscusso un piccolo animale. “La gazza” – colei che dà il nome all’intera composizione – si trova al centro di una coltre di neve, che è però illuminata dalla luce del sole. La gazza è posizionata su cancello di legno, che coincide con il punto chiave e il principale elemento attrattivo del quadro. L’osservatore è portato a guardare in direzione della gazza, attratto dai colori e dai giochi di luce riprodotti dall’artista.
L’immagine della neve è estremamente realistica, con i piccoli dettagli che riescono a trasmettere il suo lato soffice e delicato. Riusciamo quasi a percepire il peso della gazza sul cancello e la neve avvolta intorno alla sua base, come se ci trovassimo immersi nella scena.
Attraverso l’uso attento del colore, Monet descrive perfettamente la stagione invernale, un periodo tanto malinconico quanto sorprendente. Siccome la neve riesce a ricoprire tutto di bianco, anche il più piccolo uccellino risalta nel paesaggio e rende giustizia alla propria presenza. Niente è trascurabile d’inverno, dalle persone che abitano il paesaggio ai sentimenti che la vista della neve riesce a generare.
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