Mia Martini

Mia Martini è stata una musicista e cantante italiana, considerata una delle icone della musica leggera italiana, soprattutto negli anni Settanta.

Le radici calabresi

All’anagrafe Domenica Rita Adriana Bertè, Mia Martini nacque a Bagnara Calabra il 20 settembre 1947; tre anni dopo, nel 1950, sarebbe nata la sorella Loredana, destinata a sua volta a diventare un volto di spicco della musica italiana. La madre di Mia, Maria Salvina Dato, era a sua volta originaria di Bagnara Calabra mentre il padre, Giuseppe Radames, proveniva da un altro comune di Reggio Calabria; insegnante di latino e greco al liceo, fu trasferito nelle Marche, dove in seguito divenne preside di un liceo ad Ancona. Fu così che la piccola, chiamata famigliarmente “Mimì”, e le sorelle trascorsero la loro infanzia nelle Marche, anche se per la futura cantante le radici calabresi rimasero parte importante della sua vita.

Mimì mostrò sin da piccola un grande interesse per la musica; appassionata di radio, non perdeva occasione di ascoltare le canzoni che venivano trasmesse in onda e, appena adolescente, si lanciò a lavorare come intrattenitrice o a esibirsi nelle balere, fino a che, nel 1962, non riuscì a persuadere la madre ad accompagnarla a Milano, a caccia di un contratto discografico vero e proprio. 

Mimì Bertè: ragazzina yé-yé

Il mondo discografico era però piuttosto chiuso e difficile, e non era facile per una ragazzina sconosciuta farsi notare; l’occasione per Mimì, però, si presentò grazie al produttore discografico Carlo Alberto Rossi, che decise di farla partecipare al festival di Pesaro, dove la lanciò con la canzone Ombrello blu. Anche se il festival non le procurò notorietà a livello nazionale, fu comunque abbastanza per farle incidere il suo primo disco con l’etichetta CAR Juke Box, nel 1963: la cantante era ancora giovanissima e si firmò con il proprio nome, o quasi, Mimì Bertè

 

Fu nel 1964 e nel 1965 che Mimì ottenne un po’ di copertura dei media, soprattutto grazie a due eventi: in primo luogo, vinse il Festival di Bellaria con la canzone Come puoi farlo tu, e, in secondo luogo, presentò un’altra hit, Ed ora che abbiamo litigato, al Teatro 10, ottenendo un buon successo. 

Ma per Mimì Bertè non era ancora il tempo di sfondare. Relegata al ruolo di “ragazzina yé-yé”, ovvero di giovane che si limitava alla trasposizione pop e commerciale dei grandi successi rock americani, Mimì non riusciva a trovare un proprio stile, né a imporsi sul mercato, nonostante la pubblicazione dell’album Non sarà tardi/Quattro settimane con l’etichetta Durium. 

Mentre il padre continuava il proprio lavoro nelle Marche, Mimì si trasferì a Roma con la madre e le sorelle, tentando di lanciare un trio musicale con Loredana e l’amico Renato Fiacchini, che sarebbe diventato il famoso Renato Zero. Il trio non guadagnò granché, e Mimì dovette arrangiarsi lavorando presso il sindacato dei cantanti e dei cantautori. Registrò anche un nuovo disco, Coriandoli spenti/L’argomento dell’amore, la cui uscita fu però bloccata da uno scandalo: Mimì fu infatti arrestata e condannata a quattro mesi di carcere nel 1969, per aver fumato marijuana una notte in discoteca. L’esperienza la traumatizzò, come lei stessa avrebbe ammesso in seguito.

Mia Martini: l’artista matura

Fu il produttore discografico Alberigo Crocetta a scoprire la giovane Mimì e a trasformarne l’immagine. Convinto che la giovane avesse le carte in regola per sfondare a livello internazionale, le fece adottare lo pseudonimo di “Mia Martini”: Martini, in particolare, per associarla al famoso brand, uno dei pochi termini italiani veramente conosciuti all’estero; Mia, invece, fu scelto da Mimì stessa in onore dell’attrice Mia Farrow.

Nel 1971 uscì così il primo singolo di Mia Martini, Padre davvero, che anche se fu accolto con reazioni controverse da parte della critica, fu molto apprezzato dal pubblico per la sua interpretazione innovativa; non a caso vinse il Festival di Musica d’Avanguardia a Viareggio. Il brano, insieme ad altre hit scritte da Claudio Baglioni, confluì poi nel primo album di Mia, Oltre la collina, un concept album impegnativo che affrontava temi come la malattia, il conflitto generazionale, la disperazione giovanile, la religiosità, tanto da attirare l’attenzione di Lucio Battisti, che invitò Mia a uno speciale televisivo. 

 

Nel 1972, Mia seguì Alberigo Crocetta in una nuova casa discografica, la Ricordi di Milano, dove incise il suo singolo Piccolo uomo, che ottenne grande risonanza all’estero e vinse il Festivalbar. Il successo del singolo la portò a scalare la hit parade e a vincere il suo primo Disco d’oro. Da quel momento, la carriera della cantante fu tutta in salita: il suo secondo album, Nel mondo, una cosa, scalò le classifiche delle vendite e vinse il premio come migliore LP del 1972. Le sue hit Piccolo uomo e Donna sola iniziarono ad attirare l’attenzione anche del pubblico della Germania, della Francia, della Spagna, e con Minuetto, il suo singolo più venduto di sempre, la cantante si guadagnò un disco d’oro e un disco di platino, oltre a una nuova vittoria al Festivalbar. 

Superati i confini nazionali, Mia Martini iniziò a registrare anche in francese, tedesco e spagnolo, conquistandosi il pubblico e la critica europea. Furono anni di grandi successi, uno dopo l’altro, fino al suo incontro con Ivano Fossati, con cui intrecciò una storia d’amore ma anche una proficua relazione artistica. Sentendosi boicottata e non compresa dalla propria etichetta discografica, nel 1979 Mia ruppe il proprio contratto con la RCA e passò alla Warner Bros Records, con cui a tempo di record pubblicò due album in collaborazione con Fossati.

Gli anni da cantautrice

A seguito di due interventi alle corde vocali, negli anni Ottanta la cantante decise di reinventarsi come cantautrice, e pubblicò il suo primo album in tal senso, Mimì, che ottenne un successo insperato. Si trattava, però, di anni strani, di ostracismo da parte del mondo della musica nei suoi confronti, che l’accusava di “portare jella”; alla cantante veniva negata la partecipazione a programmi ed eventi, e solo nel 1982 riuscì per la prima volta ad accedere al Festival di Sanremo. Stanca però di queste difficoltà, nel 1983 decise di ritirarsi, complice anche la rottura con Fossati. Nonostante ciò, grazie alla sua partecipazione al Festival di Sanremo nel 1989, la cantante venne rilanciata alla ribalta e visse una nuova fase di successo nel corso degli anni Novanta. Successo che però venne interrotto bruscamente dalla morte improvvisa di Mia: la cantante, a causa di un fibroma dell’utero, assumeva massicce dosi di antidolorifici e fu forse per questo, o per l’assunzione di cocaina, che morì nella propria casa, probabilmente nella notte tra l’11 e il 12 maggio 1995; il suo corpo fu rinvenuto solo il 14 maggio, dopo due giorni in cui nessuno riusciva più a contattarla.

Mia Martini è rimasta uno dei volti simbolo della musica italiana ed europea degli anni Settanta, acclamata e ricordata in pubblico anche da altri grandi artisti, da Tiziano Ferro ad Adriano Celentano, da Elisa a Mina.

A cura di Chiara.