Zahra Joya

Zahra Joya è una giornalista afghana molto giovane che nel corso dell’anno 2020 ha fondato una testata giornalistica dedicata alle donne che descrive la loro vita direttamente attraverso i loro racconti in prima persona. Questa testata giornalistica si chiama Rukhshana Media.

Giovinezza di Zahra Joya

Zahra è nata in un piccolo villaggio afghano situato nella provincia di Bamyan nell’anno 1992 da una famiglia Hazara. Proprio durante la sua infanzia i talebani prendono il potere, iniziando a privare le donne dei principali diritti essenziali, come per esempio il diritto all’istruzione. Zahra, pur di dedicarsi agli studi, si traveste da uomo facendosi chiamare Mohammed; dunque per potersi garantire il diritto all’istruzione, la giovane già dall’età di sei anni inizia a vestirsi, a camminare e a parlare come un maschio. A tal proposito quindi rifiuta gli abiti femminili, nell’attesa di un periodo in cui finalmente le donne possano avere la possibilità di condurre una vita normale libere di potere studiare esercitando dunque i loro diritti essenziali.

Miglioramento della condizione femminile con il crollo del regime talebano

Con il crollo del regime talebano e l’insediamento del governo di Hamid Karzai, finalmente la situazione delle donne afghane migliora decisamente, dunque anche Zahra all’età di dodici anni inizia a vestirsi con abiti femminili. Zahra quindi inizia a frequentare la scuola vestendosi come fanno tutte le ragazze; ciò provoca un certo imbarazzo tra i suoi compagni di classe, che la conoscevano come Mohammed. Successivamente, dopo avere convinto suo padre, Zahra finalmente riesce ad iscriversi all’università. Si trasferisce dunque a Kabul per studiare e, grazie all’aiuto di una sua amica, trova anche un lavoro che le permette di mantenersi nella capitale afghana autonomamente. Appena possibile riesce a far sì che anche la sua famiglia si trasferisca a Kabul con l’obiettivo principale di garantire un’istruzione anche alle sue tre sorelle.

La fondazione di Rukhshana Media

Dopo avere lavorato in varie redazioni differenti, Zahra dunque decide di fondare la sua redazione giornalistica Rukhshana Media, investendo in questo importante progetto tutti i suoi risparmi. La sua speranza è quella di riuscire ad ottenere tutta una serie di donazioni cercando di convincere le persone del fatto che la sua redazione porta avanti delle iniziative benefiche e importanti a livello sociale. Dopo l’insediamento del nuovo regime talebano avvenuto con la forza nell’ottobre 2021, la giovane giornalista è stata costretta a lasciare l’Afghanistan per poi trovare rifugio in Gran Bretagna dove può vivere in sicurezza e libertà.

Zahra continua a scrivere per Rukhshana Media dalla Gran Bretagna, restando in contatto con le sue colleghe che continuano a scrivere sotto pseudonimo nell’Afghanistan controllato dai talebani. Questi ultimi hanno ulteriormente ridotto le libertà femminili nel corso di quest’ultimo anno e le giornaliste afghane rimaste nel Paese hanno smesso di lavorare. Prima del ritorno dei talebani erano circa 1700 le donne che lavoravano per i media nazionali, ora invece sono soltanto 39 le donne che continuano a lavorare in questo settore. Il Comitato per la protezione dei giornalisti afferma che per Radio Television Afghanistan lavoravano fino al mese di agosto 2022 circa 140 donne, le quali oggi hanno smesso di lavorare per paura di ritorsioni nei loro confronti da parte dei talebani.

Zahra, seppur da lontano, continua a scrivere con lo scopo di dare voce a tutte le donne afghane che non possono vivere in libertà esercitando i loro diritti fondamentali, come quello all’istruzione, a lavorare, ecc… Attualmente la giovane giornalista è rimasta senza risorse economiche che le servono per continuare a portare avanti la sua Rukhshana Media. L’unica soluzione che è riuscita a portare avanti in merito è stata quella di portare avanti una raccolta fondi online. In varie interviste che ha rilasciato di recente Zahra ha affermato come oramai a decidere nel suo Paese sono soltanto gli uomini, i quali occupano tutti i campi principali del Paese, dalla società alla politica, dai media al settore pubblico. Le donne sono rimaste fuori da ogni campo della vita afghana, non potendo più dire la loro su nulla, considerando che ormai non hanno più alcun diritto e il loro posto è soltanto accanto agli uomini, che le trattano come se fossero un loro possesso, un oggetto.

Un’altra cosa che sostiene è come le donne non possano dunque far più sentire la loro voce, venendo sempre relegate ai margini della società afghana. Il suo compito, seppur da lontano, è proprio quello di scrivere per le sue connazionali in modo da far sentire la loro voce, non venendo completamente dimenticate dal mondo in seguito alla presa di potere da parte dei talebani.