Bianca Jagger

Bianca Jagger è un’ex attrice, attivista per i diritti umani e attualmente ambasciatrice del Consiglio d’Europa nonché membro di Amnesty International USA.

Le origini in breve

Blanca Pérez-Mora Macías nasce il 2 maggio 1945 a Managua, in Nicaragua, figlia di una casalinga e di un commerciante; i genitori divorziano quando Blanca ha solo dieci anni, portando la madre a doversi arrangiare a crescere tre figli con un solo stipendio. Blanca, però, è fortunata: riceve una borsa di studio per studiare scienze politiche in Francia e si trasferisce in Europa; nel frattempo, ha cambiato il proprio nome in Bianca. In Francia viene a contatto con la cosiddetta beat generation, con i cambiamenti sociali e culturali che stanno attraversando l’Europa e non solo; rimane affascinata dalla filosofia orientale e dalla cultura della non-violenza di Gandhi, tanto poi da viaggiare in prima persona in India.

 

Il matrimonio con Mick Jagger

È il 1970 quando Bianca incontra Mick Jagger, frontman dei Rolling Stones: scatta la scintilla, e infatti la coppia si sposa meno di un anno dopo, con Bianca che è incinta di quattro mesi. La cerimonia segue il rito cattolico e viene celebrata a Saint Tropez; in ottobre nasce la figlia Jade

Il matrimonio con Jagger porta Bianca sotto le luci della ribalta: negli anni Settanta e Ottanta, si crea una reputazione di party girl e jet-setter, e frequenta i circoli più esclusivi di New York; stringe amicizia con Andy Warhol, che la utilizza come modella, e in breve ottiene la doppia cittadinanza britannica. Bianca diventa ben presto anche icona della moda e viso di copertina di molteplici riviste glamour, tra cui Vogue; viene richiesta in più occasioni sia come modella sia come attrice.

Il matrimonio termina però nel 1978, quando Bianca chiede il divorzio, accusando il marito di tradirla con la modella Jerry Hall (da cui in seguito Mick Jagger avrà quattro figli). 

 

L’attivismo: diritti umani e ambiente

Già dagli anni Settanta, Bianca si interessa di diritti umani e collabora con molteplici organizzazioni umanitarie, da Amnesty International a Human Rights Watch. Continua inoltre a frequentare il suo paese d’origine, dapprima nel 1972, per aiutare i genitori dopo il terremoto che ha distrutto il Nicaragua, e in seguito nel 1979, quando visita il paese insieme alla Croce Rossa Internazionale: lì, le brutalità commesse dal regime Somoza la spingono ancor di più a impegnarsi per i diritti umani.

 

Il vero e proprio punto di svolta nel suo attivismo, però, avviene, come da lei stessa testimoniato, nel 1981. Mentre si trova presso un campo di rifugiati in Honduras, Bianca e il suo gruppo sono testimoni delle violenze che una squadra della morte perpetra nei confronti di 40 rifugiati catturati, che vengono spinti sotto la minaccia dei fucili a marciare verso El Salvador. Bianca e la sua squadra inseguono il gruppo e li riprendono con le proprie telecamere, urlando alla squadra della morte: “Dovrete ucciderci tutti!”. Alla fine, in cambio dell’abbandono delle proprie telecamere, la squadra della morte decide di liberare i prigionieri. L’evento incide profondamente su Bianca che, narrerà, si sente sempre più coinvolta nella protezione dei diritti umani.

Negli anni seguenti, Bianca porta avanti molteplici lotte: si oppone alla pena di morte, supporta i diritti delle donne e degli indigeni dell’America Latina, porta l’attenzione mediatica sulle vittime del conflitto in Bosnia e Serbia. Nel 2002, per promuovere un programma a favore delle donne afghane, si reca in Afghanistan insieme ad altre quattordici donne, e l’anno successivo viene nominata ambasciatrice del Consiglio d’Europa. Entra anche a far parte di una commissione di indagine dei crimini di guerra e diventa amministratrice fiduciaria dell’Amazon Charitable Trust. Nel 2003 fonda e dirige una propria fondazione, la Bianca Jagger Human Rights Foundation. Dal 2007 al 2009, ricopre la carica di presidente del World Future Council

Il suo impegno si estende anche all’ambiente: è ambasciatrice dell’organizzazione ambientalista 350.org, nonché ambasciatrice della International Union for Conservation of Nature per la Bonn Challenge, l’impegno globale di reimpiantare 150 milioni di ettari di foreste nelle aree più degradate del mondo entro il 2030. Sulla stessa scia, Bianca, sempre in collaborazione con la International Union for Conservation of Nature e Airbus, lancia nel 2012 la campagna online Plant a Pledge per la riforestazione. Nel 2013, tiene la dodicesima Longford Lecture, un discorso tenuto annualmente a Westminster e dedicato agli oratori più prestigiosi, sul tema della violenza contro le donne. Nel 2015, sostiene il partito verde alle elezioni inglesi.

Per il suo impegno per i diritti umani e l’ambiente, Bianca ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui un dottorato onorario dallo Stonehill College del Massachussetts, l’Amnesty International USA Media Spotlight Award for Leadership, il Green Globe Award da parte di Rainforest Alliance e il World Citizenship Award da parte della Nuclear Age Peace Foundation.

A cura di Chiara.