Cenni biografici sul Parmigianino
Girolamo Francesco Maria Mazzola, conosciuto da tutti come il Parmigianino, nacque nella città di Parma l’11 gennaio 1503. Egli fu anche stampatore ed alchimista, ma è conosciuto soprattutto come pittore. Egli prese il suo nome d’arte dalla sua città natale, Parma. Fu educato dai suoi zii Pier Ilario e Michele da cui imparò l’arte della pittura e con cui collaborò aiutandoli anche a terminare alcuni dei loro lavori artistici non terminati.
Fino all’età di 20 anni, il Parmigianino era stato in grado di realizzare gli affreschi presenti nella chiesa di San Giovanni Evangelista a Parma. Fu uno degli esponenti più importanti del movimento artistico del manierismo e realizzò delle composizioni pittoriche innovative in cui mostrò tutta la sua bravura. Una delle sue opere giovanili più belle fu l’Autoritratto entro uno specchio convesso, in cui con grande bravura dimostrò di sapere realizzare in maniera coraggiosa e innovativa gli effetti stessi dello specchio. Il Parmigianino era un artista dallo stile artistico molto sofisticato ed era capace di rompere con i canoni pittorici tradizionali con l’intento di voler sempre stupire il suo pubblico artistico in modo del tutto anticonvenzionale. Si dice che, insieme ad altri artisti dell’epoca, fosse considerato come uno dei precursori dell’arte moderna. Come detto il suo stile pittorico era raffinato, elegante e molto espressivo a tal punto da essere definito anche come quasi la “reincarnazione” del Raffaello per il suo grande talento artistico.
Un punto di riferimento per il Parmigianino fu senz’altro un altro grande pittore, ovvero il Correggio che ebbe modo di conoscere presso San Giovanni quando entrambi stavano lavorando alla realizzazione di alcuni affreschi. L’artista di Parma lavorò anche a Bologna e a Roma. Dipinse tantissime tele a tema religioso, altre a tema mitologico e alcune a tema sensuale. Realizzò anche dei ritratti, dimostrando di avere grandi qualità artistiche. Il Parmigianino morì il 24 agosto 1540 a Casalmaggiore.
Del Parmigianino vengono descritte queste due opere artistiche:
- Minerva
- Saturno e Filira
Minerva
Minerva è un dipinto realizzato dal Parmigianino tra il 1530 e il 1533 mediante la tecnica pittorica dell’olio su tela. Il quadro si trova presso la Royal Collection dell’Hampton Court Palace che si trova vicino a Londra.
Minerva è un ritratto che faceva parte delle collezioni di Francesco Baiardo, amico del Parmigianino, che fu anche uno dei clienti dello studio dell’artista. Successivamente il ritratto rappresentante la dea greca finì a Verona presso lo studio Muselli. Successivamente l’opera, facente parte della Collezione Muselli, fu acquistata dal mercante d’arte Monsieur Alvarese per poi entrare a far parte successivamente delle collezioni d’arte del duca d’Orléans. Fu poi nel 1792 che le opere del duca d’Orléans furono vendute in Inghilterra, entrando a far parte delle collezioni reali.
Ci volle parecchio tempo per attribuire l’opera all’artista di Parma: fu con la comparazione dell’opera con la Madonna di San Zaccaria che la Minerva fu riconosciuta come del Parmigiano. Sotto il ritratto, dopo uno studio effettuato ai raggi x, si scoprì esservi il disegno della che era ritratta con gli occhi più aperti e rivolti verso sinistra. Ci furono poi successivamente degli altri studi effettuati che lasciavano ipotizzare come la dea greca, ritratta in primo piano, fosse probabilmente seduta. L’identificazione della dea con Atena (o Minerva) avviene grazie alla presenza del cammeo poggiato all’altezza del petto che riporta l’armatura di quest’ultima. Il cammeo è montato tra alcune girali sbalzate che presentano due personaggi distesi; inoltre viene decorato con delle pietre preziose magistralmente incastonate rappresentando la Vittoria alata colta nell’atto di tenere tra le mani un ramo d’ulivo sullo sfondo della città protetta di Atene.
Minerva viene ritratta come una donna dalle sembianze di una donna longilinea e molto bella; il volto della donna sembra ruotarsi verso sinistra, incorniciato da lunghi capelli dorati, lunghi e ondulati che le ricadono sulle spalle e sopra il quale è possibile intravedere un elegante nodo. Lo sguardo della dea è pensieroso, mentre il collo è molto allungato. Il corpo della dea viene avvolto da un velo di colore verde che contrasta con il colore scuro dello sfondo. La mano della dea si allunga fino a giungere all’altezza del seno come se volesse quasi sfiorare il cammeo riccamente decorato.
Saturno e Filira
Saturno e Filira è un dipinto realizzato dal Parmigianino mediante la tecnica pittorica dell’olio su tela e viene considerata come una delle più enigmatiche e particolari opere d’arte da lui realizzate. Del dipinto si persero le tracce per circa due secoli, per poi ricomparire in Inghilterra alla fine del Settecento nell’ambito della collezione d’arte del pittore inglese Joshua Reynolds. La collezione passò in eredità al nipote di questi.
In seguito venne acquistato dopo un’asta da John Julius Angerstein. Il dipinto successivamente venne attribuito al Bronzino nell’anno 1933. L’opera, poi riattribuita al Parmigianino, giunse poi negli Stati negli anni ’90 del Novecento per poi essere venduto all’asta nuovamente, avendo poi un nuovo proprietario nel luglio 2021. Il sindaco di Parma sperava che l’opera potesse essere riassegnata alla città di Parma, ma questa è stata aggiudicata all’asta al suo ultimo proprietario anonimo, di cui non si sa con certezza nemmeno la nazionalità.
La tela raffigura una donna nuda con un piede teso n avanti e l’altra gamba invece posta indietro nell’atto di incoronare un cavallo bianco alato, avendo al suo seguito un puttino alato. Lo sfondo del dipinto è celeste e rappresenterebbe il cielo terso attraversato da alcune nuvole bianche sparse. Il terreno invece viene rappresentato con il colore marroncino.
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