Andrée Geulen
Andrée Geulen è un’insegnante belga che, durante la Seconda Guerra Mondiale, ha contribuito a salvare migliaia di bambini ebrei.
La vita in breve
Andrée Geulen-Herscovici nasce il 6 settembre 1921 a Bruxelles, in una famiglia cattolica. Ed è giovanissima, appena ventenne, quando inizia a insegnare in una scuola elementare, la Gaty de Gamont, sempre a Bruxelles. È sì di origini cattoliche, ma in età adulta sceglie di essere atea.
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, la situazione in Belgio precipita nel giro di poco: con le leggi antisemite, viene imposto agli ebrei l’obbligo di cucire una stella gialla sui propri abiti. Come per molti altri cittadini belgi, queste leggi passano inizialmente abbastanza inosservate, fino a che la giovane insegnante non vede arrivare nella propria classe bambini contraddistinti dalla stella gialla. Ma Andrée non può e non vuole tollerare una tale discriminazione all’interno della sua aula, e si ingegna a svincolarsi da quelle leggi imponendo nelle proprie classi il grembiule per tutti. Tuttavia, questo piccolo sotterfugio non è sufficiente: nel 1942, la Gestapo irrompe nella scuola per portare via tutti i bambini ebrei. Ed è in quel momento che la giovane insegnante decide di dover fare di più.
Una battaglia contro le deportazioni
Nel settembre 1942, il comunista ebreo Hertz Jospa e sua moglie Have Groisman fondano il Comitato di difesa degli ebrei (Comité de Défense des Juifs), un gruppo affiliato alla resistenza belga: il loro scopo diventa ben presto quello di salvare quanti più bambini ebrei possibile. Andrée decide di unirsi al gruppo, grazie alla conoscenza di Ida Sterno, proprio nella sezione dedicata ai bambini, dove circa trenta membri con diverso background politico e religioso uniscono le proprie forze per la causa comune. Collabora anche con Victor Martin, un sociologo belga, che si lancia in una missione di spionaggio al di là delle linee nemiche per conto della resistenza belga; è grazie a lui che in Belgio giungono le prime informazioni veritiere e affidabili sul destino degli ebrei deportati nei campi di concentramento.
Martin viene arrestato dalla Gestapo nel 1943 e imprigionato in un campo nei Paesi Bassi, ma le sue informazioni ormai sono trapelate. Andrée e il Comitato di difesa degli ebrei raddoppiano gli sforzi per salvare quanti più bambini possibile. La strategia è semplice: dopo aver separato i bambini dalle rispettive famiglie, li nascondono nella scuola, nei conventi e, da ultimo, presso famiglie cattoliche. Andrée tiene traccia dei nuovi nomi dei bambini e delle famiglie o luoghi a cui sono destinati, annotandoli in codice su liste che poi nasconde in posti sicuri, di modo che un giorno possano ricongiungersi ai loro cari.
Un nuovo nome, la stessa battaglia
Una notte di maggio del 1943, forse a causa di una soffiata, la Gestapo irrompe nella Gaty de Gamont, dove lei e la preside Odile Ovart hanno nascosto dodici bambini ebrei. Quella notte non è stata scelta a caso: è la notte di Pentecoste, i bambini non ebrei sono sicuramente a casa a trascorrere le vacanze con le proprie famiglie, mentre i bambini ebrei sono per forza a scuola, visto che non hanno più famiglie presso cui rientrare. Miracolosamente, Andrée riesce a sfuggire all’arresto, ma i bambini, la preside e suo marito non hanno la stessa fortuna: arrestati, vengono inviati nei campi di sterminio. Andrée corre ad avvisare tutti i membri della rete organizzativa e le famiglie coinvolte, poi giunge alla conclusione che è il momento, per lei, di sparire.
Grazie all’aiuto dell’amica e collaboratrice Ida Sterno, Andrée Geulen assume definitivamente il nome in Claude Fournier, il nome in codice che le è stato assegnato dal Comitato per la difesa degli ebrei, ma la sua lotta non finisce. Per altri due anni, la donna si impegna instancabilmente per mettere in salvo i bambini ebrei, anche i più piccoli. Andrée stessa testimonierà, un giorno, di quanto questa lotta sia difficile: non solo è estremamente pericoloso trovare famiglie disposte a rischiare di accogliere bambini ebrei, ma è molto difficile convincere i genitori a separarsi dai figli, soprattutto senza poter comunicare loro il luogo in cui sono diretti. Quando Ida viene arrestata nel maggio 1944, Andrée è costretta a nascondersi definitivamente.
L’eredità postbellica
Anche se i numeri sono tutt’ora incerti, si stima che gli sforzi di Andrée abbiano salvato dai duemila ai quattromila bambini ebrei. Terminata la guerra, la donna si impegna a recuperare le liste sui cui ha annotato le nuove identità dei bambini, e a rintracciare le rispettive famiglie: un’operazione che, troppo spesso, si conclude nel nulla, perché quelle famiglie non esistono più. Andrée non smette però di mantenere i contatti con i “suoi” bambini, ricordandosi per ciascuno i particolari della loro fuga e della loro infanzia. Il 2 agosto 1989, Andrée Geulen viene inserita tra i Giusti tra le Nazioni e nel 2007, presso il centro dell’olocausto di Yad Vashem a Gerusalemme, le viene conferita la cittadinanza israeliana onoraria.
L’anno scorso, il 6 settembre 2021, Andrée Geulen ha compiuto 100 anni.
A cura di Chiara.
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