Introduzione
I grandi pittori della storia hanno sempre ritenuto affascinante l’idea di rappresentare un monumento. La costruzione dei monumenti è legata al desiderio di “apparire”, al desiderio di imprimere nella mente degli osservatori un ricordo indelebile.
I monumenti sono fatti per essere osservati e, di conseguenza, anche per essere disegnati. Nella realtà moderna, ci fermiamo a immortalare i monumenti attraverso l’uso della fotografia. Il loro aspetto, l’idea di “bellezza indelebile” resta ancorata alla nostra mente, e ci spinge a desiderare un ricordo completo.
Lo stesso pensiero attraversa la mente degli artisti, in particolare dei paesaggisti. L’unione tra storia e modernità, tra arte e architettura, trova la sua massima espressione nei quadri che rappresentano i più importanti monumenti del mondo. Oggi, per riuscire a spiegare appieno il significato dei monumenti nell’arte, analizzeremo insieme due importanti quadri:
- “Capriccio con rovine nel Foro romano”
- “Veduta del Colosseo e dell’arco di Costantino”
Entrambe le opere fanno parte della produzione di due artisti del Seicento, rimasti folgorati dalla bellezza dell’Italia e dei suoi monumenti più conosciuti.
Capriccio con rovine nel Foro romano, Claude Lorrain
Come anticipato, Claude Lorrain – l’autore del quadro “Capriccio con rovine nel Foro romano” – è specializzato nell’arte del paesaggio. Il dipinto Capriccio con rovine nel Foro romano è stato realizzato nel 1634 circa mediante la tecnica dell’olio su tela e si trova nel Museo del Louvre di Parigi, in Francia.
La sua abilità nella rappresentazione dettagliata, è qui portata ai massimi livelli. Ogni angolo del quadro è carico di colori ed immagini realistiche, che ci permettono di rivivere la scena. Il Foro Romano, l’area archeologica compresa tra il Campidoglio e il Colosseo ci viene riportata nella sua versione precedente, decisamente più abitata. Gruppi di pastori si fermano per parlare tra loro e far passeggiare il bestiame, camminando tra le rovine come in una qualsiasi strada.
L’ombra fiera del Colosseo occupa gran parte dello sfondo, ricordandoci l’ambientazione del quadro. Il sole taglia a metà l’opera, realizzando un’immaginaria linea obliqua che parte dall’angolo in alto a destra. Abbiamo quasi l’impressione di star assistendo a due scene diverse, a due momenti diversi della storia. L’autore riesce a trasmetterci l’idea di unione tra passato e presente, tra la rovina del passato ed i pastori del presente. La presenza degli allevatori ci ricorda il ciclo continuo della vita, che si muove incontrollabile anche quando l’architettura smette di assolvere alle sue funzioni originarie.
Il quadro di Lorrain è un omaggio a quello che è stato, alla bellezza mozzafiato di Roma e del suo percorso storico, indimenticabile ed incrollabile come le sue rovine.
Veduta del Colosseo e dell’arco di Costantino, Gaspar van Wittel
Il secondo quadro paesaggistico da analizzare, intitolato “Veduta del Colosseo e dell’arco di Costantino”, è stato realizzato dal pittore Gaspar van Wittel. Il dipinto è stato realizzato nell’anno 1717 circa con la tecnica pittorica dell’olio su tela ed è custodito a Torino presso la Galleria Sabauda.
Anche lui appartiene alla scuola del Seicento, anche se vive qualche anno dopo Lorrain. L’artista francese è sempre stato affascinato dalla potenza dell’architettura romana, così imponente e fiera. Nel suo quadro, si concentra sulla figura del Colosseo, uno dei più importanti e simbolici monumenti dell’intera città. Lo stile di rappresentazione è leggermente diverso rispetto al quadro precedente. Questa volta, il pittore aggiunge all’opera più dettagli e presta maggiore attenzione alla rappresentazione della città circostante. Roma ci viene mostrata in una giornata tipica, con la popolazione che si muove tra le rovine della storia con estrema naturalezza.
A differenza del quadro di Lorrain, dove la scena rappresentata poteva essere associata al tema rurale, l’opera di Wittel è vagamente più moderna. Il cielo azzurro e limpido rispecchia l’ideale di grandiosità del Colosseo, che è visto come qualcosa capace di vincere la volontà contraria del tempo. In questo caso, il monumento rappresenta il potere della storia e dei suoi preziosi insegnamenti. Il Colosseo rappresenta la parte immutabile dei nostri ricordi, quella che non può essere modificata. Nonostante il trascorrere del tempo, la memoria non affievolisce e non perde potenza, ma acquista saggezza e autorità. L’arco di Costantino, rappresentato nella parte destra del quadro, rappresenta il trionfo e la gloria. Anche lui svolge il ruolo di protettore della memoria, impedendo ai cittadini di dimenticare quello che è stato e che ha portato ai risultati attuali. I monumenti vengono presentati come simboli, simboli del passato e dei ricordi associati.
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