Olivia de Havilland
Olivia de Havilland è stata un’attrice britannica, in seguito naturalizzata statunitense, vincitrice di due premi Oscar e insignita del titolo di Dame Commander of the British Empire, una delle più alte onorificenze del Regno Unito, conferita a chi contribuisce in maniera eccezionale alle arti, alle scienze o al mondo della beneficenza.
Una famiglia di origini nobili
Olivia Mary nacque il 1° luglio 1916 a Tokyo. La madre, Lilian Ruse, era un’attrice di teatro; il padre, Walter, era un membro dell’antica e prestigiosa famiglia di origine normanna de Havilland, ed era un avvocato inglese stanziato a Tokyo, dove si occupava principalmente di brevetti. A causa delle molte infedeltà di Walter, il matrimonio tra i de Havilland non fu molto felice; in ogni caso, una seconda figlia, Joan, nacque nel 1917. Joan e Olivia sarebbero poi diventate rivali nella vita: entrambe attrici, la loro competizione sia in famiglia sia sul grande schermo sarebbe diventata sempre più accesa.
Nel 1919, Lilian convinse il marito a tornare in Inghilterra, alla ricerca di un clima migliore; la famiglia fece scalo a San Francisco e, prima per la tonsillite di Olivia, poi per la polmonite di Joan, alla fine rimase lì, stabilendosi a Saratoga. O almeno, così fece Lilian con le figlie: il marito Walter la abbandonò e tornò in Giappone, dove sposò la propria governante.
Completato il divorzio, Lilian si risposò con George Fontaine, da cui la figlia Joan avrebbe preso il cognome, diventando Joan Fontaine. Sin da piccola, Olivia venne educata all’arte, alla lettura, alla musica, alla recitazione. Al liceo si distinse come oratrice e giocatrice di hockey su prato, partecipò a rappresentazioni teatrali e si iscrisse al college preparatorio di Notre Dame Convent con l’idea di diventare insegnante di inglese.
La ribellione
Seppur giovanissima, Olivia riscuoteva grande successo sul palco. Debuttò in Alice nel paese delle meraviglie e recitò in molte produzioni scolastiche delle opere shakespeariane. Il patrigno, però, non tollerava la sua passione per il teatro e le proibì di continuare a recitare. Olivia non vi badò, anzi: quando vinse il ruolo di Elizabeth Bennet in Orgoglio e pregiudizio, e il patrigno la minacciò di cacciarla di casa se avesse accettato, la giovane non tentennò e se ne andò, facendosi ospitare da alcuni amici di famiglia.
Diplomatasi nel 1934, Olivia ricevette una borsa di studio per il Mills College, per coltivare la sua ambizione di diventare insegnante, ma il suo destino era la recitazione: durante una sua performance in Sogno di una notte di mezza estate, fu notata da uno degli assistenti del regista australiano Max Reinhardt, che le offrì il ruolo di Hermia nella propria produzione di Sogno di una notte di mezza estate. La sua performance fu così notevole che, quando Reinhardt ricevette dalla Warner Bros l’offerta di dirigere la trasposizione cinematografica dell’opera shakespeariana, il regista propose alla giovane di recitare Hermia anche nel film. Dopo un iniziale tentennamento, Olivia accettò e firmò un contratto di cinque anni con la Warner Bros: la sua carriera come attrice era ufficialmente iniziata.
Sul grande schermo
Durante le riprese di Sogno di una notte di mezza estate, Olivia studiò come porsi di fronte alla telecamera; il film non ebbe grande successo di pubblico, ma la performance di Olivia fu notata e apprezzata dai critici. Seguirono altre due commedie minori; la svolta, però, arrivò con Capitan Blood (1935): nel suo primo ruolo in costume come Arabella Bishop la giovane attrice fece faville, complice anche l’alchimia con il co-protagonista Errol Flynn, e il film fu candidato all’Oscar. Errol Flynn e Olivia de Havilland avrebbero poi recitato insieme in molteplici altri film.
La fama di Olivia crebbe l’anno successivo grazie a Avorio nero, che fu candidato a ben sei premi Oscar, e poi a La carica dei seicento, in cui comparve di nuovo accanto a Flynn. Sull’onda di questi successi, Olivia rinegoziò il proprio contratto con la Warner Bros. e si trasferì a Los Angeles con la madre. Seguirono alcune commedie più o meno di successo, finché Olivia e Flynn, di nuovo insieme, non sbancarono il botteghino con Le avventure di Robin Hood (1938). Nonostante questo successo, Olivia non si vide assegnare ruoli impegnativi nei film successivi, e questo la portò a dubitare della propria scelta di rimanere alla Warner Bros.
Ciononostante, Olivia rimase e comparve nel suo primo western, sempre accanto a Flynn, Gli avventurieri (1939), e poi nel colossal Via col vento (1939), nel ruolo di Melanie Hamilton, per cui ricevette una candidatura all’Oscar, ma la Warner Bros continuò a deluderla negli anni successivi, proponendole ruoli piccoli che l’attrice non sentiva adatti a sé: Olivia iniziò a rifiutare le proposte, accettando solo quelle che le garantivano parti più complesse.
Il conflitto con la Warner Bros
Nel 1940 Olivia fu operata per un’appendicite e rimase per parecchio tempo a riposo. Durante gli anni della guerra, di nuovo si ritrovò a rifiutare parti troppo deboli, accettando solo quelle più drammatiche; la Warner Bros. reagì “sospendendola” dal contratto ogni volta che rifiutava un ruolo. Questo portò l’attrice a intentare causa contro la Warner Bros. Nel 1943 infatti, il suo contratto di sette anni era scaduto, ma la casa cinematografica si rifiutava di lasciarla andare adducendo che doveva rimanere per altri sei mesi, coprendo quei periodi in cui aveva rifiutato i ruoli, ma la corte diede ragione all’attrice, sia in prima istanza che in appello. Si trattò di una sentenza storica, che diminuì il potere delle case cinematografiche e riconobbe dei diritti in più agli attori.
Terminata la guerra, libera dalla Warner Bros., Olivia firmò con la Paramount e debuttò con A ciascuno il suo destino (1946), grazie al quale vinse il suo primo Oscar come migliore attrice. Tra gli anni Quaranta e Cinquanta, Olivia si dedicò a ruoli complessi e drammatici, vincendo un secondo Oscar per la propria performance in L’ereditiera (1949). Nel frattempo, l’attrice si sposò con il veterano Marcus Goodrich, da cui ebbe il figlio Benjamin nel 1949. La maternità l’allontanò dallo schermo per un po’, finché non tornò a recitare, questa volta sul palco.
Gli anni seguenti furono costellati di varie produzioni, sul grande schermo, sul palco e in televisione; la sua ultima apparizione fu nel 1988, poi l’attrice si ritirò, rimanendo comunque attiva nel mondo del cinema, per esempio intervenendo come presentatrice alla cerimonia degli Oscar nel 2003. All’età di 92 anni, nel 2008, Olivia ricevette la National Medal of Arts, la più alta onorificenza artistica statunitense; nel 2010 le fu concessa la legione d’onore francese, e nel 2017 il titolo di Dame Commander, poco prima di compiere 101 anni.
Olivia de Havelland morì nella propria casa di Parigi il 26 luglio 2020, all’età di 104 anni.
A cura di Chiara.
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