Jeanne Moreau
Jeanne Moreau è stata un’attrice e cantante francese, attiva soprattutto negli anni Sessanta, ed esponente di spicco della Comédie-Française.
Giovinezza
Jeanne Moreau nacque a Parigi il 23 gennaio 1928. Sua madre, Katherine Buckley, era inglese con antenati irlandesi, ed era una ballerina di cabaret; il padre, Anatole-Désiré Moreau, era invece un ristoratore francese, gestore di una brasserie, di fede cattolica (contrariamente alla moglie, nata protestante, e convertitasi al cattolicesimo solo in seguito).
Quando Jeanne era ancora giovane, la famiglia si trasferì a sud di Vichy ma, in seguito allo scoppio della Seconda guerra mondiale, si divise, e la madre Katherine e Jeanne ritornarono a Parigi.
Durante l’adolescenza, Jeanne perse progressivamente interesse per la scuola, finché, dopo aver visto l’Antigone di Jean Anouilh, non capì che il suo vero destino era quello di diventare attrice. Iniziò allora a frequentare di nascosto corsi di teatro e, alla fine, grazie ai suoi studi propedeutici, riuscì a farsi ammettere al Conservatorio di Parigi. Mentre studiava al Conservatorio, i suoi genitori si separarono e la madre tornò in Inghilterra con la sorella di Jeanne, Michelle.
Il debutto
Jeanne debuttò sul palco di un teatro in occasione del Festival d’Avignone nel 1947; non ci mise molto a interpretare anche il suo primo ruolo per la Comédie-Française nella commedia Un mese in campagna di Ivan Turgenev. Ancora giovanissima, divenne molto velocemente una delle attrici più di spicco del teatro francese.
Il 1949 fu un anno che vide due importanti avvenimenti. Da un lato, Jeanne Moreau si sposò con il regista Jean-Louis Richard, da cui ebbe, pochi mesi dopo, il figlio Jêrome, a testimonianza che, molto probabilmente, si trattò di un matrimonio riparatore; la coppia infatti avrebbe divorziato già nel 1951. Dall’altro lato, l’attrice iniziò a comparire anche in produzioni cinematografiche, mantenendo però piccoli ruoli, perché era il teatro ad assorbire la maggior parte del suo tempo. Gli anni Cinquanta furono infatti costellati di successi: per un anno, recitò al Théâtre National Populaire di Villeurbanne, per poi interpretare ruoli di spicco in molteplici pièce teatrali, da L’ora della fantasia di Anna Bonacci, passando per La Machine Infernale di Jean Cocteau e arrivando al Pigmalione di George Bernard Shaw. In questo periodo strinse una duratura e proficua amicizia con lo sceneggiatore e regista americano Orson Welles.
Sul grande schermo
A metà degli anni Cinquanta arrivarono anche ruoli più impegnati per il cinema. Il suo primo ruolo importante, che le diede notorietà anche sul grande schermo, fu nel film La regina Margot (1954) di Jean Dréville. Nel 1956 la sua performance a teatro per La gatta sul tetto che scotta fu notata dal regista francese Louis Malle, che la reclutò per due suoi film, usciti entrambi nel 1958: Ascensore per il patibolo e Gli amanti. La sua interpretazione in quelle due pellicole consacrò il suo successo anche come attrice per il cinema, e da quel momento fu invitata a lavorare assieme ai maggiori registi new wave e avant-garde.
Durante il festival di Cannes del 1958 incontrò il regista francese François Truffaut, con cui strinse un’altra proficua amicizia. Truffaut assegnò senza indugi a Jeanne il ruolo della protagonista Catherine nel suo film Jules e Jim (1962), tratto dal romanzo di Henri-Pierre Roché: la performance di Jeanne, da molti critici considerata una delle migliori, la lanciò nel panorama internazionale. Molteplici furono le sue collaborazioni internazionali nel corso degli anni Sessanta: da Michelangelo Antonioni (con La notte, accanto a Marcello Mastroianni e Monica Vitti), il già amico Orson Welles (Falstaff, ispirato alle opere shakespeariane), Luis Buñuel (Il diario di una cameriera), Elia Kazan (Gli ultimi fuochi), Rainer Werner Fassbinder (Querelle de Brest), e molte altri. Ebbe anche delle relazioni amorose sia con Louis Malle che con François Truffaut; il regista teatrale e cinematografico Tony Richardson lasciò per Jeanne la moglie Vanessa Redgrave nel 1967.
Nel 1971 firmò la petizione francese nota come “Manifesto delle 343”, firmato appunto da 343 donne che ammettevano di aver praticato un aborto, allora illegale in Francia; in questo modo, tentavano un atto di disobbedienza civile. Il manifesto aprì la strada al riconoscimento del diritto all’aborto in Francia.
Nel 1977 sposò il regista statunitense William Friedkin, ma anche questo matrimonio durò poco, terminando nel 1979. In quello stesso anno tentò due film da regista, Lumière e L’adolescente.
Nel 1983 fu chiamata a presiedere la giuria del 33esimo Festival del Cinema di Berlino; poco dopo, nel 1984, diede prova anche delle proprie qualità vocali cantando accanto a Frank Sinatra alla Carnegie Hall. Le sue molteplici abilità, che includevano anche la scrittura e la sceneggiatura, furono poi riassunte in un film a lei dedicato, Calling the Shots (1988), a opera di Janis Cole e Holly Dale. Grande amica di Sharon Stone, l’attrice americana le dedicò un tributo per conto dell’American Academy of Motion Pictures presso il Samuel Goldwyn Theater nel 1998. Nel 2005, fondò una scuola di cinema, “Les Ateliers d’Angers”.
L’attrice francese morì nel 2017, il 31 luglio, nella propria casa parigina. Con una filmografia spettacolare alle spalle (più di 130 film) e un talento multi-sfacettato, fu definita da Orson Welles come “la più grande attrice di tutti i tempi”.
A cura di Chiara.
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