Cenni biografici di Angelika Kauffman
Angelika Kauffman nacque a Coira, esattamente nel cantone svizzero dei Grigioni in data 30 ottobre 1741. Era italiana d’adozione e mostrò già da giovane una grande passione per la pittura, il canto e la musica, discipline che studiò in contemporanea. Il suo primo maestro fu suo padre che, pur essendo un decoratore mediocre, le insegnò le tecniche del disegno e dell’anatomia. Grazie al suo grande talento artistico realizzò anche un ritratto famoso, ovvero “Ritratto del Vescovo Monsignor Nerone”.
Grazie a questo lavoro ottenne numerosi complimenti e lodi, per questo motivo decise di dedicarsi completamente all’arte della pittura. Per perfezionare il suo talento artistico viaggiò in giro per l’Italia, venendo lodata ed ammirata per le sue doti intellettuali, artistiche e fisiche. Si era specializzata in particolar modo nell’ambito della ritrattistica e nel suo stile pittorico si potevano scorgere degli elementi pittorici tipici della scuola d’arte lombarda. Fu nella città di Venezia che conobbe Lady Wentworth che la portò con sé in Inghilterra. Successivamente una volta in Inghilterra convolò anche a nozze con il conte Frederick de Horn che però si rivelò un impostore, considerando che la abbandonò dopo avere rubato tutti i loro risparmi; fortunatamente si liberò del vincolo matrimoniale il 10 febbraio 1780, considerando che la Chiesa Anglicana aveva dichiarato il matrimonio invalido. In seconde nozze il 14 luglio 1781 sposò il pittore veneziano Vittorio Zucchi, 15 anni più anziano di lei. Dopo un breve soggiorno a Venezia la coppia si stabilì definitivamente a Roma, dove Angelika fondò il suo atelier. Visse a Roma per il resto della sua vita, morend0 nella Capitale all’età di 66 anni il 5 novembre 1807.
Alcune opere mitologiche
Si vogliono descrive alcune delle opere mitologiche di Angelika Kauffman che sono:
- Arianna abbandonata a Nasso da Teseo
- Telemaco e le Ninfe di Calipso
Arianna abbandonata a Nasso da Teseo
Arianna abbandonata a Nasso da Teseo è un dipinto realizzato da Angelika Kauffman nell’anno 1774 mediante la tecnica pittorica dell’olio su tela. Oggi il dipinto viene custodito presso il Museum of Fine Arts di Houston, negli Stati Uniti.
In questo quadro viene descritta la storia di Arianna così come la racconta Ovidio. Questa scena mitologica insieme ad altre venne dipinta da Angelika Kauffman nel momento in cui si iniziavano a portare alla luce gli affreschi di Pompei, i cui scavi archeologici erano stati iniziati in data 23 marzo 1748. In questo dipinto quindi il personaggio mitologico rappresentato è Arianna, la figlia del sovrano cretese Minosse. Come ci racconta anche Ovidio, Arianna ebbe aiutato Teseo, l’uomo che amava, a sconfiggere il Minotauro. Dopo questa vicenda però Teseo non si comportò bene nei confronti della fanciulla che abbandonò sull’isola di Nasso.
Arianna viene ritratta con una posa molto triste dalla pittrice, ma mantenendo un contegno e una dignità molto composte a differenza di altre versioni pittoriche di questo episodio del mito: per esempio Tiziano dipinse la medesima scena dove però la principessa viene raffigurata con un’espressione molto tesa. Nella tela della Kauffman la principessa Arianna ha un contegno al contrario molto misurato che le dona un certo qual senso di raffinatezza. Arianna viene rappresentata sdraiata su un giaciglio sul quale è steso un telo rosso, è vestita di bianco, ha i capelli castani raccolti sulla nuca, un braccio è piegato mentre l’altro è proteso in avanti; una delle gambe è distesa, mentre l’altra è piegata. Accanto a lei è presente anche un piccolo bauletto in cui sono presenti dei gioielli e altri oggetti. Sullo sfondo si intravede un paesaggio marino su cui fluttua una barca a vela che si scorge in lontananza. Al di sopra di lei vi è un pezzo di roccia.
Telemaco e le Ninfe di Calipso
Telemaco e le Ninfe di Calipso è un quadro realizzato da Angelika Kauffman nell’anno 1782 mediante l’utilizzo della tecnica pittorica dell’olio su tela. Oggi è custodito presso il Metropolitan Museum of Art di New York.
Per la realizzazione di questo dipinto, la Kauffman si ispirò al celebre romanzo di Fénelon dal titolo Les avantures de Telemaque, che era stato pubblicato in due volumi nell’anno 1699. Questo quadro fu realizzato a Roma, dopo essersi sposata in seconde nozze a Londra, su richiesta di Onorato Caetani, il principe dell’Accademia degli Incolti. Per lui la pittrice dipinse due quadri ispirati all’opera dell’intellettuale francese Fénelon sopraccitata: il seguente che si sta descrivendo e un secondo noto come La tristezza di Telemaco che si trova sempre presso il Metropolitan Museum di New York. Si tratta quindi di due quadri facenti parte di un dittico che descrivono il passaggio del giovane Telemaco dal periodo dell’adolescenza a quello della maturità.
La scena rappresentata si ispira al soggiorno di Telemaco presso l’isola di Calipso, dove questi si innamorò di una delle Ninfee di Calipso. Per sfuggire a Calipso, che nel frattempo si era innamorata di lui, purtroppo Telemaco dovette lasciare presto l’isola dovendo abbandonare la Ninfa che amava. Dopo questo viaggio fece ritorno ad Itaca. Nel dipinto della pittrice svizzera viene ritratto il momento in cui Telemaco, appena giunto sull’isola di Calipso, viene accolto da tre giovani Ninfe che lo accolgono in un antro collocato vicino alla spiaggia, recandogli in dono una cesta di frutta e una ghirlanda di fiori. Calipso viene rappresentata sulla scena mentre intrattiene Mentore. Le donne vengono rappresentate in tutta la loro femminilità. I colori predominanti utilizzati su questa tela sono: il rosso, l’arancione, il giallo chiaro, il dorato, il bianco, il marrone per la colorazione delle vesti di Telemaco e del terreno, il celeste, l’azzurro e il rosa per la colorazione dello sfondo e del mare.
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