Introduzione
Nel mondo dell’arte, l’allegoria è un racconto visivo, la rappresentazione fisica di un concetto o di una storia. Un tempo, i quadri rientravano tra i mezzi di trasmissione delle storie preferiti dal pubblico, un modo per immergersi nel racconto attraverso la visione.
I grandi artisti hanno provato a descrivere eventi e situazioni sfruttando la rappresentazione pittorica, recuperando alcune delle storie più amate di sempre.
Decine di quadri interpretano momenti e attimi della storia e meriterebbero un’analisi quanto più dettagliata possibile. Tuttavia, oggi ci concentreremo su due quadri diversi, realizzati da due grandi autori. Analizzeremo “Allegoria della verità e il tempo” di Annibale Carracci, e “Allegoria della Francia nella veste di Minerva che calpesta l’ignoranza e incorona la virtù” di Sebastiano Ricci.
Guardando da vicino queste due incredibili rappresentazioni della storia dell’arte, scopriremo davvero cosa significa allegoria e quali sono i significati nascosti dietro le due tele. Simbolismo e riferimenti storici si mescolano nei quadri, raccontandoci la visione allegorica dei due autori.
Allegoria della verità e il tempo, Annibale Carracci
Il quadro “Allegoria della verità e il tempo”, dipinto da Annibale Carracci intorno al 1584, è sempre stato identificato come un racconto della vittoria della verità sul tempo.
Simbolicamente, i personaggi del quadro rappresentano il Tempo e la Verità, che si sfidano in una lotta segreta. La verità, sollevata dalla mano del tempo, guarda negli occhi l’Inganno e riesce a schiacciarlo.
La personificazione del Tempo, la figura che regge tra le mani una clessidra, solleva dal pozzo la personificazione della Verità (un adolescente dotato di ali). Il ragazzo guarda in uno specchio e, contemporaneamente, schiaccia l’Inganno, che si riconosce grazie alla presenza sulla sua nuca di una piccola testa con forma mostruosa – il simbolo della sua doppiezza. Il quadro è poi completato da altre due figure laterali, una donna alata nel lato sinistro ed un giovane in quello destro. Entrambe le figure sono state raffigurate da Annibale Carracci in riferimento ad un racconto molto antico.
Plinio il Vecchio, il grande autore di Naturalis Historia, racconta nel suo libro la presenza sul Campidoglio di due statue: la statua della Buona Fortuna e quella del Buon Evento.
Dalla descrizione delle statue e dalle raffigurazioni successive, è facile cogliere la somiglianza con le figure che contornano il quadro di Annibale Carracci. La loro presenza non fa altro che confermare l’idea alla base del quadro. Solo quando la verità riesce a vincere sull’inganno, è possibile aspettarsi una vita piena di “buona fortuna” e “buon evento”, una vita felice e ben voluta dagli dei. L’uso dell’allegoria permette a Carracci di esprimere un pensiero molto comune: l’idea che la Verità sia in grado di vincere su tutto e di trasformare la vita sulla Terra.
Allegoria della Francia nella veste di Minerva che calpesta l’ignoranza e incorona la virtù, Sebastiano Ricci
Il secondo quadro, “Allegoria della Francia nella veste di Minerva che calpesta l’ignoranza e incorona la virtù”, è stato dipinto da Sebastiano Ricci nella seconda metà del Seicento. Come ci rivela il nome dell’opera, i personaggi rappresentati sono la Francia, l’Ignoranza e la Virtù. Allegoricamente, la Francia è rappresentata da Minerva, la divinità romana della lealtà in lotta. La si riconosce dal bellissimo copricapo e dall’armatura che indossa sopra le vesti dorate. Con estrema delicatezza, Minerva si avvicina alla Virtù, che sta per essere incoronata. La personificazione della Virtù è una giovane dallo sguardo perso ed adorante, che si lascia andare e accetta la propria incoronazione con grazia solenne.
Ai piedi di Minerva, schiacciato dal sandalo della Dea, ecco comparire la personificazione dell’ignoranza. Minerva, sicura, leale e potente, esprime la propria predominanza sul pericolo dell’ignoranza, che può rovinare tutto e portare gli uomini alla perdizione. Il quadro è poi costellato da una serie di figure che sono piccoli angeli incaricati dell’incoronazione della Virtù. Una luce invisibile sembra illuminare direttamente la scena, portando Minerva e Virtù in primo piano e lasciando in ombra l’Ignoranza.
L’allegoria è anche qui estremamente chiara. La prosperità, il successo e la potenza di un Paese, dipendono solo dalla sua capacità di allontanare l’ignoranza e abbracciare la virtù.
Scrivi un commento