Kara Walker

Kara Walker nasce a Stockolm in California nel 1969, quando è ancora adolescente, la famiglia si trasferisce nello Stato della Georgia, qui studia all’Atlanta College of Art, continua poi a studiare alla Rhode Island School of Design di Providence: in questo istituto, nel 1994, ottiene il master of Fine Arts, specializzandosi in pittura e incisione. Nello stesso anno, subito dopo aver ottenuto il master, debutta al Drawing Center di Soho nello Stato di New York. Tre anni dopo, nel 1997, Kara Walker riceve una borsa di studio dal nome “Genius Grant”, indirizzata ai giovani talenti come lei che hanno innovato l’arte.

Nel 1998 l’artista si sposta dall’America alla volta di Vienna, nella capitale austriaca si dedica, sotto invito della direzione del Teatro dell’Opera, all’illustrazione del sipario. In una superficie di 176 metri quadrati Kara crea una nuova versione del mito greco di Orfeo e Euridice, intrecciando e unendo la narrazione ellenica con i racconti degli schiavi.

I temi trattati

L’artista afroamericana prende i grandi temi politici, sociali e di costume del nostro tempo e li traspone nelle sue opere; tra i temi più rilevanti troviamo: la sessualità, il razzismo, la schiavitù, e tutte le crudeltà e le ingiustizie che il popolo nero ha subito nel corso della storia. È la stessa Kara Walker ha descrivere la sua arte, variegata e piena di spunti, con queste parole: «Io cerco di unire tanti elementi apparentemente distanti fra loro: la violenza con la comicità, il sesso col razzismo, il mito della sicurezza e le fobie contemporanee. Non riesco a vedermi in una biblioteca polverosa a cercare informazioni rilevanti solo per me, il mio è un lavoro per la collettività.» L’artista rimarca il fatto che l’arte, soprattutto la sua, sia per tutti.

La varietà dei temi trattati si rispecchia nei molteplici modi di fare arte di Kara, lei, infatti, usa diversi supporti per esprimersi e per raccontare le sue storie, usa il collage sia sul muro che sulla tela, crea delle installazioni, passa dai classici disegni a tempera per arrivare alle miniature. Kara Walker utilizza anche i supporti video, le scenografie, i wall drawing, le proiezioni, le marionette e le ombre cinetiche. L’artista si serve di tutto ciò che la circonda per esprimere la propria arte, non limitandosi ai supporti canonici. Nonostante queste opere possano risultare all’occhio dell’osservatore distinte, si può notare lo stile personale della Walker; nelle sue opere è presente una cifra stilistica ripetuta, si tratta della Silhouette delle figure che rappresenta. Le figure che crea sono semplici e sinuose, la loro Silhouette fa scorgere solo i contorni e non i dettagli, nonostante ciò, queste opere trasmettono un senso di turbamento nell’osservatore, che intuisce i particolari via via che osserva la narrazione.

Altre caratteristiche delle sue opere

Kara Walker, nelle sue opere, rielabora gli stereotipi che hanno sempre caratterizzato gli schiavi afroamericani, ma utilizzando l’ironia ne capovolge completamente il significato. L’artista crea storie parallele, ispirandosi ai racconti popolari e ai romanzi sulla schiavitù. Nelle sue opere non troviamo quindi una narrazione caratterizzata da violenze fisiche e psicologiche, come la sodomia o gli stupri, ma scene di sesso in ambientazioni bucoliche come a creare un contrasto tra la violenza fisica e l’ambiente. Senza mai tralasciare la forte ironia che la contraddistingue, Kara Walker, nelle sue opere, non ha mai un intento moralistico. 

Il suo narrare la storia in maniera diversa da come si sia svolta ha suscitato talvolta alcune polemiche, come nel caso di una delle sue prime opere: il capolavoro Gone, An Historical Romance of a Civil War as It Occurred Between the Dusky Thighs of One Young Negress and Her Heart, presentata al Drawing Center di Soho nel 1994. In quest’opera le sue Silhouette nere sono state applicate su un muro bianco con l’intento di narrare la guerra civile americana, nello specifico negli Stati del sud, in cui il razzismo e la schiavitù dilagavano. Questa narrazione è diversa da quella che si trova nei libri di storia, e per questo motivo ha suscitato un enorme scandalo tra il pubblico.

Premi e riconoscimenti

L’arte ha portato Kara Walker a un successo internazionale, garantendole anche l’ottenimento di premi e riconoscimenti: nel 2002 l’artista rappresenta gli Stati Uniti alla venticinquesima Biennale di San Paolo in Brasile, nel 2007, anno fortunato per lei, invece, espone alla Biennale d’Arte a Venezia, nello stesso anno il suo progetto artistico più importante dal titolo Kara Walker My Complement, My Enemy, My Oppressor, My Love viene inaugurato al The Walker Art Center di Minneapolis. Sempre nel 2007 Time la pone tra le cento persone più influenti dell’anno. In Italia Kara espone, nelle sale della fondazione Merz, tra marzo e luglio del 2011, la mostra è curata da Olga Gambari e ha il titolo: A negress of noteworthy talent. A ottobre 2013 il talento dell’artista statunitense viene celebrato attraverso una mostra al Camden Arts Centre di Londra.

Ora Kara Walker vive a New York e insegna Arti Visive nel programma MFA presso la Columbia University.

A cura di Simo.