Introduzione alla fotografia paesaggistica

La fotografia paesaggistica è un genere molto amato dagli amanti sia della fotografia sia dell’arte. Per ottenere dei buoni risultati un fotografo esperto deve ovviamente conoscere le tecniche principali per la realizzazione  delle fotografie paesaggistiche. Per realizzare delle fotografie di qualità bisogna fare molta attenzione a vari accorgimenti, come per esempio:

  • l’esposizione
  • la composizione

Origini e storia della fotografia paesaggistica

Le prime fotografie di paesaggio che sono state realizzate immortalavano soltanto vedute urbane delle città oppure ciò che era presente attorno allo studio fotografico, considerando che servivano dei tempi d’esposizione abbastanza lunghi. Fortunatamente la portabilità della cosiddetta camera oscura successivamente fu sostituita da grandi innovazioni tecnologiche che permisero finalmente ai grandi fotografi dell’epoca, a grandi squadre di esploratori e anche agli archeologi che andavano a fare le loro ricerche in giro per il mondo, di utilizzare finalmente le prime macchine fotografiche, le quali erano ancora di grandi dimensioni.

Intorno alla prima metà dell’Ottocento vi furono due uomini molto importanti che contribuirono a dare una svolta al genere della fotografia paesaggistica:

  • William Talbot, fotografo e inventore, che ideò la tecnica della calotipia, la quale consisteva nella riproduzione e nello sviluppo delle immagini mediante la cosiddetta tecnica del negativo/ positivo.
  • David Octavius Hill, noto pittore e fotografo scozzese, che eseguì tantissimi ritratti per la tecnica  della calotipia.

Questi due fotografi, a partire dall’anno 1842, iniziarono a realizzare le prime fotografie di vedute paesaggistiche urbane e rurali. Quattro anni dopo lo stesso Hill aveva pubblicato un libro dal titolo “A series of calotype views of St Andrews”in cui sono riportate circa 22 calotipie di St. Andrews.

Presto la fotografia di paesaggio si discostò dalla fotografia di reportage e di tipo documentario, per poi essere trasformata nel movimento del pittorialismo che sul finire del XIX secolo nacque con l’intenzione di elevare il genere della fotografia paesaggistica al livello della pittura e della scultura, considerate allora come delle arti più importanti, sublimi.

I principali accessori e l’attrezzatura utilizzata nella fotografia paesaggistica

Le attrezzature migliori per la realizzazione di bellissime fotografie di paesaggio sono il cosiddetto grandangolo e il normale. Questi due elementi servono soprattutto per rendere l’idea della reale dimensione di un paesaggio. Un altro elemento importante è poi il teleobiettivo, che ha la funzione di isolare e comprimere i piani.

Tra le altre attrezzature, molto utilizzate per realizzare delle fotografie di paesaggio sono le cosiddette ottiche grandangolari decentrabili che hanno lo scopo di rendere migliore e di correggere l’inquadratura di un determinato paesaggio che si vuole fotografare. Esistono delle ottiche grandangolari decentrabili di formato 35 mm., di formato medio e di formato maggiore, le quali hanno incorporate delle piastre anteriori decentrabili.

Esistono poi anche gli importanti filtri fotografici che servono per migliorare o per mettere in risalto alcuni aspetti del paesaggio. Ecco quali sono i principali filtri presi in considerazione:

  • il filtro polarizzatore, che viene utilizzato spesso per garantire l’effetto della trasparenza dell’acqua, eliminando eventuali riflessi e per garantire l’accentuazione della saturazione del cielo;
  • il filtro UV è utile soprattutto nell’ambito delle pellicole a colori, dato che è in grado di evitare la variante azzurra legata all’eccessiva presenza dei raggi ultravioletti soprattutto in alta quota. Nell’ambito dell’attuale fotografia digitale questa tipologia di filtro non viene più utilizzata;
  • il filtro colorati  per il bianco e per il nero, la cui funzione è quella di contrastare in maniera più rilevante una specifica scena;
  • il filtro a densità neutra graduato (conosciuto anche con l’acronimo GDN) che presenta una zona chiara che tendenzialmente sfuma verso il colore grigio o altri colori. La sua funzione è essenzialmente quella di scurire il cielo con l’obiettivo di diminuire il contrasto. Questa tipologia di filtro è utile soprattutto per fotografare albe con il sole e i tramonti, quando magari si è in macchina.
  • il filtro a densità neutra (noto anche con l’acronimo ND) che diminuisce la presenza della luce nel sensore garantendo degli effetti molto belli, come per esempio quello dell’acqua effetto seta.

Infine un altro elemento molto importante nell’ambito della fotografia paesaggistica è la profondità di campo che è quella zona in cui gli oggetti presenti nell’immagine sembrano acquisire una certa nitidezza e sono focalizzati a sufficienza. Grazie alla profondità di campo tutti i piani della scena che si vogliono fotografare sono ben nitidi. L’ultimo elemento importante per realizzare delle belle fotografie è senz’altro il treppiedi, ovvero quel supporto costituito da tre aste che serve per evitare che una fotografia esca mossa.

Nomi di alcuni esponenti della fotografia paesaggistica

Tra i principali esponenti della fotografia paesaggistica si ricordano i seguenti:

  • Felice Beato
  • Galen Avery Rowell
  • Henry Peach Robinson
  • Roger Fenton
  • Augusto De Luca
  • Olivo Barbieri
  • Gabriele Basilico
  • Ansel Adams