Introduzione

Sognare significa desiderare, significa nascondere il proprio desiderio agli occhi della gente, nascondendosi dietro la fantasia. L’immaginazione, la perdizione del desiderio, sono tematiche molto comuni alla vita di tutti i giorni. Capita a volte di lasciarsi trasportare da un pensiero, perdendosi in una curiosa espressione di “assenza”. 

I pittori di tutto il mondo hanno provato a cogliere l’attimo del sogno ad occhi aperti, hanno provato a riportare su tela il momento preciso in cui la mente prende il sopravvento sul corpo. Il risultato è una serie di quadri dal forte impatto espressivo, che racchiudono la potenza dell’immaginazione e del desiderio nascosto. 

Qualcosa a cui è impossibile resistere, che ci porta ad estraniarsi e ad allontanarci da tutto il resto. La tendenza a rappresentare il sogno, ha molto a che fare con il desiderio di rappresentare la realtà. L’arte del sogno è tendente all’espressionismo, con l’obiettivo di mostrare al pubblico ciò che non sempre è visibile. 

Oggi, analizzeremo insieme due quadri molto originali, dove il sogno ad occhi aperti trova la sua massima espressione, ovvero: 

  1. L’opera “Sogni” di Vittorio Corcos
  2. “Il Risveglio di Venere” di Dosso Dossi

Vediamo cosa deriva dalla lettura di questi quadri e anche il perché possono essere considerati come rappresentativi del sogno. 

Sogni di Vittorio Corcos

Il primo quadro, che osserviamo più da vicino, è “Sogni” di Vittorio Corcos. Il famoso pittore italiano lo ha dipinto nel 1896 mediante la tecnica pittorica dell’olio su tela, catturando l’attenzione del pubblico. Oggi l’opera d’arte si trova presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e contemporanea di Roma.

 

La ragazza protagonista dell’opera è Elena Vecchi, la figlia del celebre scrittore Augusto Vecchi (conosciuto con lo pseudonimo di Jack La Bolina). L’ambientazione è volutamente poco dettagliata, perché l’osservatore deve concentrarsi solo sulla figura umana. 

La giovane è rappresentata in una posa insolita, con una mano che le regge il mento e l’altra solennemente appoggiata sul ginocchio. La sua espressione è forte e risoluta, le labbra serrate e gli occhi leggermente socchiusi. Accanto a lei, sulla panchina, si riconoscono dei libri dalla copertina sgualcita ed un cappello di paglia poggiato senza troppa cura. Sembra quasi che l’autore abbia colto Elena in un momento privato, mentre pensava di non essere osservata da nessuno. La sua espressione ed il portamento ci fanno pensare ad un carattere forte, ad una donna capace di lasciare la propria impronta nel mondo. 

Lo stesso Corcos si proponeva come obiettivo quello di dare nuova luce alla femminilità del tempo, che vedeva le donne come spregiudicate e autonome. Il quadro riesce a trasmettere l’idea del “non detto”, il pensiero che ci sia qualcosa di nascosto dietro gli occhi della ragazza seduta sulla panchina. Questa volta, il sogno è utilizzato per trasmettere un’idea inedita di donna, che ha la possibilità di sognare con fierezza, senza più nascondersi. 

Il risveglio di Venere di Dosso Dossi

Nel dipinto “Il risveglio di Venere” di Dosso Dossi il sogno assume tutto un altro significato. La dea ci fa riflettere su quanto pericolosi possano essere i desideri che esprimiamo nei sogni, quanto preoccupante il ritorno alla vita di giorno. Il quadro è stato dipinto da Dossi nel 1520 mediante l’utilizzo della tecnica pittorica dell’olio su tela, confermando ancora una volta la passione dell’autore nei confronti della mitologia. La protagonista è Venere, la dea dell’amore e della bellezza, che si risveglia ai margini di un frutteto. 

Il paesaggio rappresentato dietro la donna è sconosciuto, con ogni probabilità un’immagine fantastica, e si intravedono due figure distese sul prato proprio come Venere. La potente Dea dell’Amore, è qui rappresentata in un momento di confusione e preoccupazione. L’osservatore ha come l’impressione che quello che ha appena sognato l’abbia sconvolta più del previsto. Il braccio poggiato sulla fronte e l’espressione di Venere ci rimandano ad una nuova idea di sogno. Quello che la protagonista nasconde, che non ci viene detto in nessun modo dall’autore, è ciò che più di tutto vogliamo scoprire. Siamo trasportati dal desiderio di chiedere a Venere cosa ha sognato, qual è la storia dietro il suo risveglio. Invece, non possiamo fare altro che osservare e lasciarci trasportare dalle emozioni che il quadro suscita alla vista. 

Dossi sfrutta la mitologia per rendere “umano” il desiderio segreto del sogno, facendoci intuire quanto profondo sia il legame tra una persona e la sua immaginazione. Nemmeno la dea dell’amore può sfuggirvi, non può superare la profondità dei propri desideri.