Rania di Giordania

Rāniyā al-ʿAbd Allāh è la regina del Regno Hascemita di Giordania, moglie del re ʿAbd Allāh II, che governa il Paese dal 1999.

Origini

Rāniyā al-Yāsīn (nome da nubile) nasce il 31 agosto 1970 in Kuwait, da genitori palestinesi; la madre ha anche radici turche, il padre è un dottore. La sua famiglia, benestante, le permette di ricevere un’educazione prettamente occidentale: dapprima, la giovane studia presso la New English School a Kuwait City e in seguito frequenta l’Università Americana del Cairo, dove nel 1991 ottiene una laurea in economia. In quello stesso anno, con lo scoppio della guerra del Golfo, la famiglia, insieme a migliaia di altri palestinesi, è costretta a fuggire dal Kuwait e si trasferisce ad Amman, dove Rania viene assunta dalla società internazionale Citibank e, in seguito, ottiene un incarico presso il reparto di marketing della sede locale della Apple.

Colpo di fulmine

Nel gennaio 1993, Rania viene invitata da un collega a una festa organizzata dalla sorella del principe ʿAbd Allāh: è in quell’occasione che Rania incontra il principe di Giordania. Come raccontato in seguito da entrambi, si tratta di amore a prima vista, e la coppia si sposa sei mesi dopo. Tecnicamente, il principe ʿAbd Allāh non è destinato a diventare re: pur essendo il figlio maggiore del re Hussein, questi ha nominato quale successore al trono il proprio fratello, zio di ʿAbd Allāh. Ma la situazione cambia nel 1999, quando, sul letto di morte, re Hussein cambia le proprie disposizioni e nomina come successore al trono il figlio: ecco che allora Rania, contrariamente a quanto progettato, si ritrova ad essere regina.

Il matrimonio tra Rania e il principe, avvenuto il 10 giugno 1993, è un vero e proprio evento nazionale; il suo lussuoso abito, firmato Elie Saab, diventa immediatamente un pezzo iconico del luxury fashion. La coppia ha quattro figli.

Regina di Giordania

Il 7 febbraio 1999, il principe ʿAbd Allāh diventa re e proclama la moglie regina il 22 marzo dello stesso anno; senza la proclamazione ufficiale da parte del re, Rania sarebbe rimasta principessa consorte, con un titolo e poteri più limitati. Nonostante non si aspettasse di diventare regina al momento del suo matrimonio con il principe, Rania accetta il ruolo acquisito e vi si impegna con grande responsabilità, portando avanti una serie di riforme socio-economiche di stampo progressivo

Nell’ambito dell’istruzione, Rania promuove lo sviluppo del sistema scolastico in Giordania, introducendo un premio per l’eccellenza destinato ai docenti migliori; grazie al suo sostegno, nasce nel 2007 il primo museo interattivo per i bambini e nel 2008 viene lanciata un’iniziativa di natura sia pubblica sia privata (“Madrasati”) per ristrutturare le scuole pubbliche della Giordania nell’arco di cinque anni. Nel 2009, viene fondata la Queen Rania Teacher Academy per la formazione professionale dei docenti e, in quello stesso anno, si introduce una borsa di studio destinata agli studenti e ai lavoratori giordani in diverse discipline. 

In ambito sociale, invece, Rania è molto attiva per la protezione e il supporto ai bambini: nel 1995, quando è ancora principessa, lotta per riconoscere il crimine di abuso sessuale su minori, reato che praticamente non era contemplato dal sistema legislativo del Paese; promuove la creazione di centri anti-abuso e combatte per abolire il concetto di “omicidio d’onore”, secondo cui un uomo è autorizzato a uccidere la moglie, figlia o sorella che abbia disonorato la propria famiglia. Nel 1998 viene lanciato il Child Safety Program per garantire aiuto immediato ai bambini a rischio di abuso. L’impegno nei confronti dei bambini si concretizza anche nella costruzione del primo ospedale pediatrico giordano nel 2011. Nel 2005, Rania fonda un’associazione (Royal Health Awareness Society) per promuovere presso la popolazione i principi di base per una vita sana in termini di igiene, esercizio fisico e alimentazione.

Nel 2000, l’UNICEF invita la regina Rania a unirsi alla Global Leadership Initiative, in riconoscimento del suo impegno per i bambini. Rania è coinvolta in molteplici iniziative in tal senso: diventa ambasciatrice dell’UNICEF, presidente della United Nations Girls’ Education Initiative e membro del Consiglio della International Youth Foundation.

Rania, inoltre, si impegna per promuovere il dialogo, la comprensione e la tolleranza a livello internazionale, soprattutto nell’ottica di veicolare una maggiore comprensione del mondo arabo presso i paesi occidentali, intervenendo in luoghi di alto profilo come l’Università di Harvard. 

Icona social internazionale

Il suo impegno progressista, unito alla sua bellezza, ha reso Rania un personaggio molto attivo sui social. La regina sfrutta un account YouTube per promuovere video sul mondo arabo, e invita gli utenti a porle domande sulla cultura araba o sulle iniziative della monarchia. Lo stesso avviene tramite il suo profilo Facebook, che incoraggia il dialogo interculturale, e il suo canale Twitter, utilizzato, come da lei stessa ammesso, per promuovere il cambiamento sociale.

Rania di Giordania è un esempio di come si possa promuovere il cambiamento attraverso l’impegno, la promozione del dialogo e dell’istruzione. Nonostante gli impegni politici e sociali, Rania riesce a dedicare tempo alla propria famiglia e figli; vive una vita moderata nonostante le ricchezze e continua a combattere per portare alla luce tutte quelle tematiche tabù finora ignorate dalla cultura del suo Paese.

A cura di Chiara.