Stile di Andrea Mantegna

Andrea Mantegna fu l’allievo e anche il figlio adottivo del maestro Francesco Squarcione. Nella bottega padovana dello Squarcione poté vedere le opere antiche ivi presenti e analizzare e studiare i reperti archeologici. Prendendo come riferimento questi oggetti antichi, egli avrebbe realizzato molte opere artistiche. L’ambiente padovano era diventato in età rinascimentale molto stimolante e un grande centro culturale, dove si formarono anche altri grandi artisti italiani dell’epoca come Filippo Lippi, Donatello, Andrea del Castagno.  Molto importante è stato anche il suo matrimonio con Nicolosia Bellini, la figlia di Jacopo Bellini e sorella al tempo stesso di Gentile e Giovanni Bellini. La famiglia Bellini fu un modello di riferimento molto importante per la carriera di Mantegna, che iniziò in primo luogo una collaborazione artistica con Giovanni Bellini. Il sodalizio artistico tra questi due pittori fu molto importante per l’intero Rinascimento dell’Italia settentrionale.

Il biennio di svolta per la carriera artistica  del Mantegna fu quello del 1459-1460, quando il marchese Ludovico Gonzaga gli chiese di trasferirsi alla corte di Mantova. Mantegna, dopo averci pensato a lungo, decise di accettare l’invito del marchese. Andrea Mantegna decise poi di stare a Mantova per il resto della sua vita. Il marchese di Mantova era poi un uomo benevolo, molto colto, generoso e mostrava un grandissimo rispetto per la persona del Mantegna, di cui imparò ad apprezzare e qualità artistiche e caratteriali.

Opere di Andrea Mantegna

Del Mantegna vengono analizzate le seguenti opere:

  1. La corte di Mantova
  2. La Pala Trivulzio

La corte di Mantova

La corte di Mantova è un affresco che Andrea Mantegna ha realizzato per la famiglia Gonzaga in suo onore. Questo grande affresco si trova presso il Palazzo Ducale di Mantova. Nella parte sinistra dell’affresco è visibile il marchese Ludovico Gonzaga in compagnia del suo segretario, mentre al centro posta di fronte a lui è rappresentata la marchesa Barbara del Brandeburgo, sua moglie.

Intorno a loro sono presenti tutti gli altri cortigiani e i figli dei marchesi. Il marchese Ludovico che, come accennato precedentemente è collocato sulla parte sinistra dell’affresco, viene colto nell’atto di tenere una lettera aperta con la mano e contemporaneamente nell’atto di parlare con il suo segretario. Non si sa a che cosa si riferisca la lettera, ma si pensa che probabilmente questa riguardi l’annuncio della nomina di suo figlio Francesco come cardinale, vi è anche chi sostiene che la lettera possa riferirsi al ritorno del figlio Francesco presso la corte di Mantova.

Sulla parte attigua all’affresco viene anche rappresentata l’accoglienza che Ludovico Sforza riserva al figlio Francesco Gonzaga in un’area di campagna. Attorno ai due personaggi principali vi sono anche altri membri di corte e della famiglia del marchese. Nell’affresco di Palazzo Ducale dunque il Mantegna è capace di trasformare fatti di cronaca legati alla famiglia Gonzaga in storia. I personaggi sono stati da lui rappresentati in modo monumentale e sono stati quasi eternizzati. I colori dell’affresco sono il rosso per la colorazione delle vesti del segretario, il giallo aranciato per la colorazione delle vesti della marchesa e di altri cortigiani collocati accanto ai marchesi. Dietro i personaggi rappresentati viene rappresentato il palazzo, che è finemente decorato. (il tipico palazzo rinascimentale)

Sotto la sedia del marchese Ludovico Gonzaga viene rappresentato anche un cagnolino marrone accucciato.

La Pala Trivulzio

La Pala Trivulzio è un dipinto tempera su tela delle dimensi0ni 287×214 cm che il Mantegna realizzò nell’anno 1497. La celebre Pala è ubicata presso la Pinacoteca del Castello Sforzesco a Milano.

L’opera fa parte della collezione del principe Luigi Alberto Trivulzio e fu realizzata dal pittore  padovano per essere collocata nell’altare principale della chiesa di Santa Maria in Organo di Verona. La Pala è autografata e riporta il nome dell’artista e la data in cui l’ha eseguita, il 1497. L’opera viene riprodotta mediante la tecnica della prospettiva scorciata da sotto in su. È presente un particolare scorcio che principalmente si riferisce ai santi e agli altri personaggi secondari rappresentati, mentre Maria viene disegnata in una veduta di tipo frontale classica, che la fa apparire quasi come un’apparizione, un essere soprannaturale.

Maria viene rappresentata in una mandorla (simbolo artistico di forma ogivale), mentre è circondata da cherubini e non nel trono. (classico elemento di tipico in cui viene rappresentata la Madonna)

Inoltre è collocata al vertice in una posizione sopraelevata rispetto ai santi che vengono raffigurati in sua adorazione (la composizione è dunque tipicamente piramidale). Maria viene raffigurata nelle vesti dell’Assunta, a cui viene dedicata la chiesa stessa. Vi è un uso particolare dei colori da parte del Mantegna in quest’opera. I santi raffigurati in adorazione sono:

  • San Gregorio Magno con indosso la veste papale, il bastone pastorale e il triregno;
  • San Girolamo che indossa il mantello cardinalizio e il cappello cardinalizio di colore rosso. Nella mano destra mantiene un libro e nella mano sinistra tiene invece il modellino della chiesa, il suo sguardo è fiero ed elegante;
  • San Benedetto da Norcia con indosso l’abito olivetano e un pastorale.

Le loro aureole sono dei veri e propri dischi di luce che sembrano scomparire facendo vedere lo sfondo circostante. Sulla parte bassa della pala sono raffigurati tre angeli che cantano che vengono resi in maniera quasi angelica dal pittore padovano. Lo sfondo circostante presenta un cielo azzurro in cui a sinistra e a destra sono rappresentate due quinte vegetali dove ci sono agrumi e uccelli colti nell’atto di volare. Da notare è il grande pregio dei colori scelti dal Mantegna, i quali sono molto luminosi. (spicca il rosso vivace in particolare modo per la colorazione delle vesti)

Il tratteggio d’oro presente infine serve per evidenziare la presenza della luce.