Introduzione

In giorni come questo in cui una nuova guerra ha colpito l’Ucraina a causa del terribile attacco da parte della Russia riconducendo l’Europa indietro di tantissimi anni, non ci resta che appellarci al concetto di pace che da sempre si è cercato di mantenere nella lotta contro tutte le guerre che non hanno fatto altro che dilaniare interi Paesi colpendo i loro cittadini e causando tanta violenza, dolore e morti. Da sempre sono stati tantissimi gli artisti che hanno cercato di condannare la guerra soprattutto per le ripercussioni che essa ha avuto sui civili inermi che non l’hanno cercata, dovendola subire passivamente perché decisa dall’alto per assecondare giochi di potere, quella dannata corsa alla prevaricazione dei più deboli a vantaggio dei più forti. Il mondo ha da sempre avuto a che fare con le guerre, le quali in ogni epoca storica hanno provocato tantissimi morti, ingiustizie e un’immane distruzione: dalle guerre di religione alle guerre nazionali, dalle due guerre mondiali ai conflitti etnici e religiosi.

Nonostante tutto siamo sempre usciti a testa alta da queste situazioni, risollevandoci in maniera fiera, lottando sempre con lo scopo di far prevalere sempre e comunque la pace. Intento di questo articolo è quello di esaminare il concetto di pace mediante le opere d’arte analizzando in particolar modo la celebre Allegoria della Giustizia e della Pace di Corrado Giaquinto.

Allegoria della Giustizia e della Pace di Corrado Giaquinto

Allegoria della Giustizia e della Pace è un dipinto dell’artista pugliese Corrado Giaquinto, ricordato come uno degli esponenti principali del movimento artistico del Rococò romano nel corso della prima parte del Settecento. Il Giaquinto era stato scelto dal re spagnolo Ferdinando VI come pittore di “Camera” per poi ricoprire anche dei ruoli ancora più importanti presso la Corte spagnola. Il re spagnolo gli affidò un incarico molto importante: la realizzazione di un quadro che potesse rappresentare la dinastia spagnola come vera e propria restauratrice di pace e giustizia.

L’artista pugliese riuscì dunque a realizzare un bellissimo dipinto rappresentante l’allegoria di queste due virtù. Il quadro è stato dipinto secondo la tecnica pittorica dell’olio su tela tra il 1753 e il 1754 e viene oggi custodito presso il Museo Nacional del Prado di Barcellona, in Spagna. Le due donne rappresentate sono vestite e sono sedute su due nuvole; sembra quasi che si bacino a simboleggiare una pace di tipo politico oppure una politica pacifica come quella portata avanti dal re Ferdinando VI sotto il suo regno.

La Giustizia è vestita con un abito dai luminosi colori verde e giallo e indossa un manto color oro. Sul capo indossa la corona, mentre con la mano tiene lo scettro, che serve a ricordare il suo ruolo autorevole. Sembra quasi simboleggiare la giustizia divina, la cui idea sarebbe anche rafforzata dalla presenza in cielo di una colomba bianca colta nell’atto di volare. (che potrebbe essere la colomba dello Spirito Santo)

Tra gli attributi usuali della Giustizia sono rappresentati anche:

  • lo struzzo che simboleggerebbe l’equità;
  • un fascio di verghe e una colonna che si trova piedi della Giustizia a simboleggiare l’essere severi e la fortezza;
  • una spada che alluderebbe alla separazione tra bene e male;

Tutti questi elementi che si ritrovano per terra servono per simboleggiare come la Giustizia abbia sconfitto la guerra che viene rappresentata mediante la figura distesa sul terreno, la quale a sua volta è circondata da tutti gli elementi compositivi dell’armatura. Dietro viene rappresentato un puttino che scaglia frecce contro il corpo disteso per terra. Dietro questi, davanti al tempio della pace, due puttini sventolano il fuoco per mezzo di un mantice con il fine di bruciare l’armatura.

L’altra donna è invece la Pace vestita con un abito bianco e rosa che tiene con la mano sinistra un ramoscello d’ulivo. Quest’ultimo elemento serve per simboleggiare come la Pace sia una conseguenza positiva della giustizia. Altri elementi importanti rappresentati ai piedi della Pace sono: il corno dell’abbondanza, le spighe di grano tenute dai puttini e infine i frutti dell’albero raccolti da questi ultimi. Nella tela sono rappresentati anche l’agnello e il leone, simboli di mitezza e forza. (in essi vi sarebbe un’allusione alla venuta di Dio)

Mediante questi elementi allegorici frammisti a chiari riferimenti religiosi si vuole paragonare il regno del re spagnolo Ferdinando VI al regno di Dio. Questo dipinto presenta anche la firma dell’artista, il cui nome è riportato sulla colonna che è collocata distesa per terra al centro della composizione pittorica.

Conclusioni

Anche gli artisti dunque rappresentano i concetti di pace e giustizia mediante le loro tele proprio per esprimere completamente la loro condanna alla guerra. In un giorno triste come questo, in cui una terribile guerra ha scosso il cuore dell’Europa a suon di bombe e in nome della sete di potere non ci resta  che una cosa: la speranza. Si tratta di una speranza che tutti noi dobbiamo avere affinché il popolo ucraino possa tornare a sorridere e vivere pacificamente come ha fatto fino ad ora in nome della libertà e della Giustizia.