Ipazia, biografia
Ipazia d’Alessandria nacque ad Alessandria d’Egitto probabilmente nell’anno 355. La donna è stata una celebre matematica, astronoma e filosofa dell’antica Grecia. Della sua famiglia non si sa moltissimo; si presume che sua madre sia morta già dall’anno 402, mentre suo padre era Teone, un filosofo, astrologo e matematico dell’antica Grecia. Ipazia d’Alessandria inizialmente fu allieva del padre Teone, poi divenne sua fidata collaboratrice e a partire dall’anno 393 iniziò a dare lezioni di filosofia e matematica presso la Scuola alessandrina, di cui era a capo. La matematica Ipazia è considerata come una delle prime donne nel corso della storia che iniziò a garantire la diffusione della matematica; come filosofa inoltre era esponente della filosofia neoplatonica, di cui predicava i principi, i quali si fondavano sulla ricerca della verità. Tutt’oggi non ci sono giunti scritti o opere filosofiche di Ipazia, ma soltanto delle testimonianze date da uno dei suoi allievi, Sinesio che nelle sue lettere rivolte a Tolomeo, ad Ipparco e ad altri astronomi afferma come il suo sapere lo avesse ereditato dalla sua maestra, Ipazia.
Secondo fonti storiche, Ipazia d’Alessandria divenne anche molto più brava di suo padre, superandolo notevolmente soprattutto nell’insegnamento dell’astronomia, diventando brillante maestra di altri allievi nell’insegnamento della matematica. Piano piano la donna, spinta dal desiderio di conoscenza, iniziò a mostrare un grande interesse anche per le scienze filosofiche, di cui successivamente divenne un’eccellente esponente, abbracciando come già accennato la dottrina filosofica neoplatonica.
In ambito matematico, da quel che si sa secondo delle fonti, la matematica Ipazia “scrisse un commentario a Diofanto, il Canone astronomico, un commentario alle Coniche di Apollonio”. Da quel che si sa, la Scuola Alessandrina da lei guidata godette di grande libertà di pensiero e al suo interno venivano impartite lezioni di:
- astronomia
- algebra
- trigonometria
- geometria quantitativa piana e solida
- calcolo infinitesimale
Purtroppo non ci sono pervenute opere matematiche della donna e quindi non è conoscere meglio il suo pensiero in ambito matematico.
Il suo pensiero filosofico
In merito al suo ruolo in ambito filosofico, si sa grazie alla testimonianza di Socrate Scolastico che Ipazia sarebbe stata caposcuola della filosofia neoplatonica subito dopo Platone e Plotino. Ella, avendo ereditato la conoscenza dei principi filosofici predicati da Plotino, è stata colei che decise di insegnarli nella sua Scuola alessandrina; chi voleva poteva partecipare alle sue lezioni in maniera libera, infatti, non dispensava il suo sapere per pochi eletti e per ristrette cerchie. A tal proposito ecco le parole del filosofo dell’antichità Damascio, che affermava come “la donna, facendo le sue uscite in mezzo alla città, spiegava pubblicamente, a chiunque volesse ascoltarla, Platone o Aristotele o le opere di qualsiasi altri filosofo”…e prosegue: “era pronta e dialettica nei discorsi, accorta e politica nelle azioni, il resto della città a buon diritto la amava e la ossequiava grandemente, e i capi, ogni volta che si prendevano carico delle questioni pubbliche, erano soliti recarsi prima da lei, come continuava ad avvenire anche ad Atene. Infatti, se lo stato reale della filosofia era in completa rovina, invece il suo nome sembrava ancora essere magnifico e degno di ammirazione per coloro che amministravano gli affari più importanti del governo”.
Nell’ambito del suo insegnamento filosofico Ipazia affermava che bisognasse andare sempre alla ricerca della verità fino in fondo. Inoltre in filosofia probabilmente non andava alla ricerca dell’essere e del divino mediante un tipo di discorso retorico-dimostrativo che avrebbe portato alla costruzione di ciò che è vero senza l’utilizzo dell’esperienza e dei fenomeni.
L’astronomia di Ipazia
Si sa che fu molto intelligente anche nell’apprendimento dell’astronomia, a tal punto che da allieva superò di tantissimo suo padre Teone nell’ambito delle conoscenze astronomiche. Di lei si sa senz’altro che tentò di portare avanti delle teorie relative ai movimenti della terra. Probabilmente si pensa che fosse stata in grado anche di andare ben oltre la teoria tolemaica per cui la Terra sarebbe al centro dell’universo, a tal punto da superarla notevolmente.
Ipazia inventò anche importanti strumenti astronomici, come:
- l’astrolabio;
- il planisfero;
- l’idroscopio.
Anche per quanto riguarda le sue opere astronomiche queste non ci sono pervenute, probabilmente a causa della distruzione parziale o completa della biblioteca di Alessandria d’Egitto che sarebbe avvenuta per svariati motivi nel corso delle varie fasi della storia:
- l’incendio portato avanti da Giulio Cesare nel corso del 48 a. C.
- l’attacco di Aureliano avvenuto all’incirca nel 270 d. C.
- il decreto emanato da Teodosio I nel corso dell’anno 391 d. C.
- la conquista degli Arabi avvenuta nel 642 d. C.
Morte di Ipazia
In un vero e proprio clima di fanatismo religioso, non si poteva tollerare che una donna potesse essere libera e indipendente come lo era Ipazia, che tra l’altro era anche matematica, astronoma e filosofa insegnando autonomamente tutto ciò che conosceva. La religione cristiana di quel periodo non poteva dunque tollerare che una donna avesse tutta questa libertà di manovra, non piegando la sua volontà ad alcun dogma. Fu così che nel marzo del 415 si assistette all’omicidio della celebre matematica di Alessandria d’Egitto: un gruppo di cristiani fanatici la seguirono mentre faceva ritorno a casa; fatala scendere con la forza dal carro, la trascinarono giù fino a condurla contro la sua volontà in una chiesa, dove le strapparono le vesti di dosso e la colpirono ripetutamente con dei cocci. Dopo aver fatto a pezzi il suo corpo, avrebbero bruciato i suoi resti cancellandole ogni traccia.
In conclusione, Ipazia d’Alessandria fu la testimonianza del libero pensiero, dell’amore per la libertà e la verità, tutti aspetti che non si potevano tollerare in una società come quella dell’epoca pervasa dal fanatismo religioso e apertamente contraria all’emancipazione della donna.
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