Il movimento femminista svedese nacque alla fine del 1800, nel periodo in cui re Oscar concesse alle donne svedesi dei diritti importanti come il diritto di successione ereditaria, la libertà religiosa e importanti diritti alle donne nubili.
Grazie a un importante provvedimento del 1918 le donne svedesi ottennero anche l’estensione al suffragio, che avrebbe permesso loro di votare all’età di diciotto anni. Le donne in Svezia quindi erano molto emancipate e i diritti sociali e politici che avevano ottenuto garantivano loro di vivere meglio rispetto alle donne di altri Paesi mondiali. Negli anni Trenta inoltre lo Stato svedese concedeva loro numerosi servizi: lavanderie collettive, asili nido, ristoranti.

Anche in Svezia, come in altri Paesi europei, però il movimento femminista iniziò a essere operativo e meglio organizzato a partire dal 1968. Grazie a otto femministe svedesi venne fondato uno dei primi gruppi femministi del Paese, “il Gruppo Otto”, che diede l’impulso alla nascita di nuovi gruppi. All’interno di questi circoli le militanti discutevano sulla parità tra uomo e donna che a loro avviso non era del tutto garantita neanche in Svezia.
Il 1970 fu un anno molto importante per il movimento femminista svedese, infatti, si tenne il primo Convegno femminista a cui parteciparono cento donne. Grazie alle lotte del femminismo svedese si da  grande impulso al raggiungimento della parità tra uomo e donna grazie agli insegnamenti impartiti sia ai bambini che alle bambine, alla Legge che permette alle donne di decidere autonomamente in tema di aborto a partire dal terzo mese di gravidanza. Un’importante Legge è quella sulla violenza sessuale, che sancisce delle pene molto severe anche nei casi di violenza coniugale.

Nonostante questi riconoscimenti importanti però esse oggi si sentono meno agevolate rispetto agli uomini nell’ambito dei diritti economici e nell’ambito politico: per esempio gli uomini percepiscono degli stipendi più elevati rispetto a loro e spesso ricoprono le cariche più prestigiose all’interno del Parlamento.
Anche nei sindacati operai, dove le le donne sono molte di più, sono gli uomini a ricoprire i ruoli dirigenziali. Nel biennio 1993-1994 inoltre il tasso di disoccupazione femminile è aumentato notevolmente soprattutto tra le donne facenti parte di nuclei familiari numerosi.
Una femminista svedese molto popolare è Gudrun Schyman che fino al 2006 ha fatto parte del Parlamento svedese. La Schyman inoltre fino al 2003 è stata la leader dello Swedish Left Party.
Nel 2005, appoggiando gli ideali del movimento femminista, è stata una delle principali fondatrici della Feminiist Initiative, il partito femminista svedese che alle elezioni parlamentari svedesi del 2006 ha ottenuto solo lo 0,68% dei voti. Gudrun Schyman inoltre afferma che gli uomini che commettono violenze sulle loro mogli devono essere puniti e sanzionati duramente.

In Svezia quindi le donne ottennero diritti molto importanti già dalla seconda metà del XIX secolo e il movimento femminista è diventato sempre più attivo in particolar modo dal 1968 fino ai nostri giorni, battendosi a favore della parità tra uomini e donne.